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Stretta dell'AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) per gli utenti del portale pirata Streaming Community che permette lo streaming illegale di film e serie TV: ora, dopo una serie di oscuramenti mirati, chi guarda contenuti protetti da copyright attraverso questa piattaforma illegale può essere identificato tramite il proprio indirizzo IP (che non viene occultato nemmeno dalla cosiddetta navigazione “in incognito”) e multato con sanzioni che vanno da 154 fino a 5000 euro, in caso di recidiva. La novità sta proprio nell’applicazione di un protocollo, frutto di una collaborazione tra AGCOM e Guardia di Finanza, che consente di registrare questi accessi e sanzionare automaticamente gli utenti, anche se il meccanismo non è ancora stato completamente esteso a tutti i tipi di contenuti.
Il caso Streaming Community
Ma facciamo un passo indietro. Streaming Community è stato a lungo il punto di riferimento per chi cercava film e serie TV gratuitamente. Si presentava con un'interfaccia intuitiva, molto simile a quella delle piattaforme legali, e disponeva anche di un canale Telegram seguito da centinaia di migliaia di persone. Il sito, però, non possedeva alcun diritto sui contenuti distribuiti: si trattava a tutti gli effetti di materiale pirata, prelevato da piattaforme a pagamento e offerto gratuitamente, con l'unico “costo” rappresentato da pubblicità invasive e, ora, da conseguenze legali sempre più concrete.
A differenza di quanto ipotizzato dagli stessi gestori della piattaforma, l'oscuramento recente non è stato attuato tramite Piracy Shield, il sistema voluto da AGCOM per bloccare la pirateria online, ma attraverso una più “tradizionale” operazione condotta dal Nucleo Frodi Informatiche. Questo perché Piracy Shield è nato soprattutto per bloccare lo streaming illegale sportivo.
Ma all'atto pratico, cosa succede per chi tenta di usare Streaming Community e che ruolo ha l'indirizzo IP in tutto questo? Per rispondere a questo quesito, è importante capire innanzitutto cos'è l'indirizzo IP. Sostanzialmente, è un codice numerico univoco assegnato a ciascun dispositivo quando viene collegato a Internet. Questo codice permette, tecnicamente, di risalire all'identità dell'utente che lo usa, soprattutto se le autorità ne fanno richiesta ai fornitori di servizi Internet. Non serve quindi registrarsi su questi siti per essere tracciati: basta semplicemente accedervi e restare collegati per il tempo necessario a far scattare il monitoraggio.
Fino a poco tempo fa, il rischio per chi guardava contenuti pirata era teorico: le forze dell’ordine si concentravano soprattutto sullo smantellamento delle organizzazioni che gestivano le piattaforme illegali. Oggi la situazione è cambiata. La Guardia di Finanza ha avviato almeno tre procedimenti utilizzando il nuovo protocollo, che consente di emettere sanzioni automatiche. Le prime multe sono già arrivate: secondo alcune stime sono alcune migliaia gli utenti che hanno ricevuto avvisi di violazione nelle ultime settimane. Le sanzioni partono da 154 euro e, nel caso in cui l'utente venga sorpreso una seconda volta, la multa balza a 5000 euro!
In tutto ciò va chiarito un punto importante: in Italia la pirateria non è classificata come reato penale, ma come illecito amministrativo. Questo significa che le sanzioni non prevedono procedimenti giudiziari, ma possono comunque avere un impatto economico significativo, soprattutto per i recidivi.
Cosa rischia chi usa Streaming Community: chi viene sanzionato
La direzione intrapresa dall'AGCOM e dalla Guardia di Finanza è chiaramente volta a responsabilizzare anche chi usufruisce dei contenuti pirata, non solo chi li distribuisce. La logica alla base di questo approccio è quella di contrastare la domanda, non solo l'offerta. Se la fruizione di contenuti illegali diventa meno conveniente — non solo per motivi etici o qualitativi, ma anche per il rischio concreto di una multa — allora si spera che meno persone scelgano questa strada.
Se vi state chiedendo se sia già possibile essere sanzionati per aver visto un film su Streaming Community, la risposta è sì, anche se non in modo automatico per tutti. L’accesso occasionale non fa scattare la sanzione, ma se il flusso di visione viene monitorato – ad esempio, se guardate un intero film trasmesso illegalmente – e il vostro IP viene registrato, la multa può arrivare. Lo ha confermato Massimiliano Capitanio, commissario dell'AGCOM, in un'intervista rilasciata a Fanpage, dove ha chiarito:
Aprire Streaming Community non fa scattare una multa. Ma se io mi metto a guardare l’ultimo film della Disney e il flusso viene registrato da un’autorità allora questo comportamento è passibile di sanzione. Se guardo un film e ci rimango per tot tempo è ovvio che sto rubando un contenuto.