0 risultati
video suggerito
video suggerito
30 Novembre 2024
6:00

Pirateria online, la top 5 dei siti streaming “storici”: ecco come sono stati abbattuti

La pirateria online ha visto la chiusura di siti noti agli internauti più sgamati, come Megaupload e Megavideo, The Pirate Bay, KickAssTorrents, Napster e Rojadirecta. Ripercorriamo brevemente la storia della chiusura dei maggiori siti di streaming illegale.

35 condivisioni
Pirateria online, la top 5 dei siti streaming “storici”: ecco come sono stati abbattuti
siti pirata chiusi

La pirateria online ha avuto un impatto significativo nel corso degli anni, con molti siti Web storici che hanno offerto contenuti protetti da copyright senza il permesso dei detentori dei diritti. Sebbene alcuni di questi siti siano stati abbattuti, altri sono “resuscitati” e hanno continuato a esistere in nuove forme. In questo approfondimento, esploreremo brevemente la storia e le vicende legali che hanno portato alla chiusura di 5 dei più noti siti streaming pirata della storia: Megaupload e Megavideo, The Pirate Bay, KickAssTorrents, Napster e Rojadirecta, utilizzati anche in Italia.

Megaupload e Megavideo

Megaupload e Megavideo erano tra i siti di file hosting più popolari al mondo. Megaupload permetteva agli utenti di caricare e condividere file, tra cui film, musica e software protetti da copyright. Con oltre 150 milioni di utenti registrati, il sito generava circa il 4% di tutto il traffico su Internet! Megavideo, una piattaforma di streaming video, era una delle sue funzionalità più note. Nel 2012, il fondatore Kim Dotcom fu arrestato in Nuova Zelanda su richiesta delle autorità statunitensi per violazioni di copyright. Il governo degli Stati Uniti ha accusato Megaupload di aver causato perdite di oltre 500 milioni di dollari. In risposta agli arresti, il gruppo hacktivista di Anonymous lanciò attacchi contro siti Web governativi, tra cui quelli dell’FBI e del Dipartimento di Giustizia. Nonostante i tentativi di riaprire il sito nel 2017, ad oggi Megaupload (e le sue “costole”, come Megavideo) non è mai stato riattivato.

The Pirate Bay

The Pirate Bay è un esempio di come i siti di pirateria abbiano resistito alle azioni legali. Fondato in Svezia, TPB utilizza il protocollo BitTorrent per la condivisione di file. Sebbene il sito sia stato bloccato in diversi paesi, compresa l’Italia, The Pirate Bay ha adottato diverse strategie per rimanere online, inclusa la creazione di nuovi domini. In Italia, per esempio, nel 2008 fu imposto il blocco del sito, ma TPB riuscì ad aggirarlo cambiando dominio. Inoltre, nel 2010 fu avviata un’azione legale per chiudere l’accesso dal paese, ma nonostante le difficoltà, il sito è attivo ancora oggi. Abbiamo deciso di includerlo nella nostra classifica a causa della sua estrema risonanza.

Immagine
Schermata di The Pirate Bay.

KickAss Torrent

KickAssTorrents, fondato nel 2008, è stato uno dei siti di torrent più popolari al mondo. Nel 2016, le autorità statunitensi sequestrarono il dominio di KAT, ma alcuni ex membri dello staff riuscirono a lanciare un nuovo sito con lo stesso nome. La popolarità di KAT è stata tale che nel 2014 aveva superato The Pirate Bay per numero di visite. Nonostante la chiusura, KAT è riuscito a mantenere una comunità fedele che ha continuato a cercare modi per accedere al sito, come nel caso del dominio katcr.co, creato nel 2016. Tuttavia, dal luglio 2020 e fino al momento della scrittura di questo articolo, il sito risulta offline.

Napster

Napster, uno dei pionieri nel campo del file sharing, è stato un altro sito che ha subìto le conseguenze legali delle sue azioni. Lanciato nel 1999, ha permesso agli utenti di condividere file musicali, ma nel 2000 la band Metallica ha avviato una causa legale contro il sito per la violazione del copyright. Nel 2001, un giudice ordinò la chiusura del servizio. Nonostante il suo fallimento, il marchio Napster è stato acquistato nel 2002 da Bertelsmann AG e trasformato in un servizio di streaming musicale a pagamento.

Immagine
Schermata di Napster.

Rojadirecta

Rojadirecta, un sito che offriva streaming gratuito di eventi sportivi, è stato oscurato in Italia nel 2013 dopo un’azione legale intrapresa da Mediaset (che all'epoca era molto attiva nel settore della trasmissione di eventi sportivi e calcistici con la piattaforma televisiva Mediaset Premium). Nonostante il sequestro del sito e l'obbligo a risarcire Mediaset dei danni arrecati con un risarcimento superiore a 500.000 euro, Rojadirecta è riuscito a resistere, trovando nuovi modi per aggirare i blocchi imposti dai provider italiani (e da quelli di altri Paesi). Nel 2018 la piattaforma ha cessato le sue attività, perlomeno da quel che si può constatare dalle fonti che abbiamo consultato.

Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views