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Google ha da poco annunciato che nella versione USA di Google Maps il Golfo del Messico sarà rinominato in “Golfo d’America” e la montagna Denali in Alaska tornerà a chiamarsi “Monte McKinley” a causa di alcuni recenti ordini esecutivi firmati dal nuovo Presidente USA Donald Trump. La decisione, confermata dalla piattaforma delle mappe di Alpabeth, si basa sulla prassi consolidata di Google di seguire le denominazioni ufficiali adottate dal governo federale, che negli Stati Uniti provengono dal GNIS (Geographic Names Information System). Questo significa che, una volta aggiornati i nomi nel GNIS, essi appariranno automaticamente modificati su Google Maps per gli utenti americani.
È bene precisare, quindi, che la modifica non sarà applicata uniformemente a livello globale: in Messico, per esempio, il nome “Golfo del Messico” resterà invariato, mentre negli altri Paesi, come l'Italia, Google mostrerà entrambe le denominazioni per garantire un’informazione più completa. Situazioni simili di doppia denominazione sono già accadute in passato per esempio con il Golfo Persico o il Mar del Giappone. La scelta di rinominare queste località però ha suscitato reazioni particolarmente contrastanti, poiché la toponomastica non è solo una questione cartografica ma riflette anche la storia e l’identità culturale di un territorio. Al momento della stesura di questa notizia Apple, che si occupa dello sviluppo di Apple Maps, non si è ancora pronunciata in merito a cosa intende fare sul suo servizio di mappe proprietario.
Perché i nomi del Golfo del Messico e del Monte Denali saranno modificati
L’ordine esecutivo che ha dato origine a questi cambiamenti è stato firmato il 20 gennaio e rientra in un più ampio programma dell’amministrazione Trump volto a ripristinare nomi storici associati alla tradizione americana. Il Monte McKinley, ad esempio, porta il nome del 25° presidente degli Stati Uniti, William McKinley, una figura politica che Trump ha elogiato per il suo contributo alla crescita economica del Paese. L'attuale nome della montagna, Denali, ha origini ben più antiche, essendo il termine utilizzato da secoli dalle popolazioni native dell’Alaska per indicare la vetta più alta del Nord America. Fino al 2015, la montagna era ufficialmente conosciuta come Monte McKinley, ma l’amministrazione Obama ne modificò la denominazione in Denali come riconoscimento del patrimonio culturale indigeno. Il ritorno al vecchio nome segna quindi una netta inversione di tendenza rispetto alla politica adottata dalle amministrazioni precedenti.
Per quanto riguarda il Golfo del Messico, la decisione di rinominarlo “Golfo d’America” risponde a un’esigenza simbolica e politica. Questa vasta insenatura dell’Oceano Atlantico, che bagna le coste di Stati Uniti, Messico e Cuba, ha un’importanza strategica per l’economia americana, visto che ospita numerosi porti, industrie petrolifere e rotte commerciali fondamentali. L’introduzione del nome “Golfo d’America” punta dunque a rafforzare l'idea del suo ruolo centrale per gli Stati Uniti, anche se solleva inevitabilmente (e per ovvie ragioni) importanti questioni diplomatiche. Comunque sia, secondo quanto dichiarato da Google, il nome “Golfo del Messico” rimarrà visibile agli utenti messicani, mentre nel resto del mondo entrambi i nomi saranno mostrati simultaneamente. Questa politica di doppia denominazione è stata adottata in passato per altre dispute toponomastiche e rientra nella strategia dell’azienda di riflettere le variazioni dei nomi ufficiali senza però cancellare del tutto quelli preesistenti.
Quando sarà effettiva la modifica dei nomi su Google Maps
A questo punto sorge spontanea una domanda, ovvero: quando saranno aggiornati i nomi presenti nel GNIS? Al momento non ci è dato saperlo. Il Dipartimento degli Interni degli Stati Uniti la scorsa settimana si è semplicemente limitato a dichiarare quanto segue:
Lo U.S. Board on Geographic Names, sotto la supervisione del Dipartimento degli Interni, sta lavorando rapidamente per aggiornare la nomenclatura federale ufficiale nel Geographic Names Information System per riflettere questi cambiamenti, con effetto immediato per l'uso federale.