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22 Aprile 2022
18:30

Tacoma Narrow Bridge: la storia del ponte che crollò dopo soli 129 giorni

Il Tacoma Narrow Bridge fu inaugurato il 1 luglio 1940 e durò pochissimo, crollando 129 giorni dopo a causa del "flutter", un fenomeno fisico molto particolare.

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Tacoma Narrow Bridge: la storia del ponte che crollò dopo soli 129 giorni
tacoma bridge

Il Tacoma Narrow Bridge, che collega le cittadine di Tacoma e Gig Harrows nello stato di Washington può vantare ben due record. Il primo, è di essere uno dei ponti più lunghi al mondo: all’epoca della sua inaugurazione, il 1 luglio 1940, si classificava subito dopo altri due colossi americani, il Golden Gate di San Francisco e il George Washington di New York. Il secondo record è che lo è stato per un tempo incredibilmente breve: rimase in piedi per soli 129 giorni. Ma per quale motivo crollò in così poco tempo?

Il progetto del Tacoma Narrow Bridge

Il Tacoma Narrow è un ponte sospeso: la passerella che consente l’attraversamento è appesa a dei cavi portanti, sorretti alle estremità da due torri. Un design molto vantaggioso perché permette di coprire grandi distanze contenendo le spese di costruzione. Inoltre, per costruirlo, l’ingegner Moisseff era riuscito a ridurre ulteriormente i costi proponendo una struttura innovativa: una campata più sottile e rigida rispetto a quelle tradizionali a traliccio, costituita da travi di acciaio.

Nonostante fosse stato progettato per resistere a venti fino a 200km/h, fin dall’inizio del cantiere, il ponte Tacoma Narrow aveva dimostrato di essere particolarmente propenso alle oscillazioni. Da subito vennero prese delle precauzioni, che migliorano solo lievemente la situazione. Nei giorni di vento forte, le oscillazioni erano tali che gli automobilisti vedevano scomparire l’auto di fronte a loro nell’onda che formava la strada oscillante. Bastarono pochissime settimane perché gli abitanti di Tacoma lo battezzassero Galopping Gertie, una sorta di “ballo di san vito” americano.

inaugurazione tacoma bridge

Il crollo preannunciato del Ponte di Tacoma Narrows

Per quanto per i cittadini di Tacoma e Gig Harrows fosse diventato quasi un divertimento da cui godere dalla riva del fiume, il ballo del ponte aveva allarmato i progettisti che iniziarono a tenere monitorato da vicino il ponte. Fu così che alle prime luci del 7 novembre 1940, durante una giornata particolarmente ventosa, si accorsero di un anomalo allentamento dei cavi. Per questo motivo, il ponte venne immediatamente evacuato e chiuso al traffico. Alle 10 di mattina le oscillazioni vertiginose della parte centrale del ponte si trasformarono in torsioni: il ponte cominciò a comportarsi come una corda, torcendosi in un verso e poi in quello opposto. Questo dondolio inarrestabile continuò per 70 minuti, quando anche l’ultimo cavo d’acciaio si spezzò, rimuovendo l’ultimo ostacolo a questo ballo ormai diventato una taranta. Con i venti forti e la completa incapacità del ponte di smorzare minimamente le oscillazioni, si arrivò al collasso e rimasero in piedi solo le due campate laterali.

tacoma bridge collasso

Flutter: il fenomeno fisico che determinò il crollo

Il crollo del ponte Tacoma è stato scatenato dall’interazione con il vento: non per una forza tale da stressarlo eccessivamente (ricordiamoci che quella mattina il vento seppur forte, soffiava a metà della velocità sopportabile dal ponte), ma per un fenomeno fisico detto flutter. Il flutter consiste in oscillazioni che si auto-alimentano, aumentano di intensità e pericolosità nel tempo: invece che smorzare il dondolio, in particolari condizioni, il ponte tende ad incoraggiarle. Queste oscillazioni sono causate dal distacco di piccoli vortici dalla campata, fenomeno che avviene ogni volta che un corpo non affusolato, come il ponte Tacoma, si trova investito dal vento che soffia ad una velocità particolare, detta critica.

vortici tacoma bridge
Credit: APS.

Caso volle che quella mattina il vento sullo stretto di Puget soffiasse proprio a quella velocità, e ironia della sorte, se avesse soffiato più forte non si sarebbero innescate queste vibrazioni fatali.
Le torsioni che ne sono susseguite, unite alle oscillazioni, hanno portato al collasso definitivo della struttura. È la stessa cosa che accade quando torciamo un oggetto prima da una parte e poi dall'altra: continuando a torcerlo andremo sempre più ad indebolirlo.

Come evitare che accada di nuovo?

Il punto non è tanto costruire un ponte che non oscilli (quello è inevitabile) ma realizzare un ponte che riesca a smorzare questo fenomeno. Il Tacoma 2.0, il ponte sullo stretto di Puget costruito nel 1950, raccoglie le lezioni imparate dal tragico collasso: non solo un ritorno alla tradizionale struttura reticolare e non massiccia, che lascia che il vento si insinui tra i tralicci, ma anche l’implementazione di una innovativa forma affusolata della sezione del ponte, primo requisito per evitare il distacco dei vortici dal corpo e quindi del flutter. Dal 2007 è stato affiancato da un secondo ponte, conquistandosi un altro record: la coppia di ponti sospesi più lunga al mondo.

acoma narrow bridge doppio
Credit: Lderendi.
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