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Un aereo ultraleggero Promecc Freccia è precipitato ieri 22 luglio nei pressi della Corda Molle, il raccordo autostradale che collega l'autostrada A4 alla A21, in corrispondenza dello svincolo di Azzano Mella in provincia di Brescia. I due passeggeri a bordo del velivolo sono morti a seguito dello schianto, che ha provocato una forte esplosione rapidamente trasformatasi in una palla di fuoco, dovuta al fatto che l'ultraleggero aveva il serbatoio quasi pieno (aveva percorso appena qualche decina di chilometri, essendo decollato dall'Aeroclub «Piacenza» di Gragnano Trebbiense, contro un'autonomia di circa 1000 km). Due automobilisti sono rimasti feriti, ma non sono in pericolo di vita.
Le cause dell'incidente non sono ancora state chiarite e, probabilmente, sarà difficile ricostruire l'esatta dinamica di ciò che è accaduto, visto che per gli aerei ultraleggeri non vige l'obbligo di scatola nera a bordo. Questo perché, come evidenzia la stessa ENAC, ai velivoli ultraleggeri non si applicano obbligatoriamente le norme EASA (European Union Aviation Safety Agency). Tuttavia, stando alla traiettoria a vite che l'ultraleggero mostrava subito prima dello schianto nel video ripreso dalle telecamere autostradali, si può ipotizzare che il velivolo abbia subito uno stallo asimmetrico.
Questo non è il primo caso di ultraleggero precipitato: un incidente non molto dissimile risale soltanto all'agosto 2024, quando un ultraleggero precipitò a Terni causando la morte di entrambi i passeggeri a bordo.
Cos'è un ultraleggero e le caratteristiche tecniche del Promecc Freccia
Dal video dell'incidente, appena pubblicato, sembra confermato che si tratti di un ultraleggero Promecc Freccia, un biposto lungo 7,249 metri, alto 2,553 metri e con un'apertura alare di 8,777 metri. Questo velivolo può raggiungere una velocità massima di circa 280 km/h e una velocità di stallo di 65 km/h (poi vedremo cosa vuol dire) con flap estratti. Il Freccia ha una massa a vuoto di 295 kg (è composto quasi interamente in fibra di carbonio) e a pieno un peso massimo di 472,5 kg al decollo.

In generale, un aeromobile ultraleggero può essere monoposto o biposto: nel primo caso, il peso massimo al decollo è di 300 kg, mentre nel secondo caso è di 600 kg. Si tratta comunque di un aeromobile per volo da diporto sportivo (anche denominati VDS), caratterizzato da una semplicità costruttiva e da un basso costo di acquisto e di gestione. Normalmente questi velivoli hanno un solo motore a pistoni ed elica, anche con strutture molto semplici (i cosiddetti tubi e tela).
In generale, gli ultraleggeri volano a una quota non super 330 metri (circa 1000 piedi) e viaggiano nello spazio aereo di classe G, ossia la tipologia di spazio aereo non soggetta a controllo, dove è il pilota a essere responsabile della propria sicurezza e del mantenimento della separazione dagli altri velivoli (e non gli operatori del traffico aereo).
Cos'è lo stallo asimmetrico e cosa vuol dire che un aereo entra in vite
Come già anticipato, le cause dello schianto non sono ancora chiare: tuttavia, come confermato dal perito tecnico aeronautico Luca Ziliani, intervistato da un canale televisivo locale, ha evidenziato come dal video dell'incidente sembra che il velivolo abbia subito uno stallo asimmetrico, entrando in vite per poi precipitare sull'autostrada.
Ma che cosa significa “stallo” e “ingresso in vite”? Di base, lo stallo indica una perdita di portanza del velivolo dovuta a una velocità troppo bassa e/o al superamento dell'angolo di attacco critico. Non avendo sufficiente portanza, le ali non reggono più il peso dell'aereo che di conseguenza perde quota e diventa molto difficile da controllare.
In alcuni casi, poi, è possibile che a causa di una manovra brusca o di un'accelerazione eccessiva, un'ala raggiunga l'angolo di attacco critico prima dell’altra, creando di conseguenza uno stallo asimmetrico, che tenderà a far abbassare un'ala mentre l'altra vola normalmente. Questo fenomeno imprime una rotazione all'aereo in perdita di quota, chiamata appunto ingresso in vite, ossia una condizione di stallo aggravato in cui si innesca una rotazione intorno a tutti e tre gli assi del velivolo, che assume una traiettoria verso il basso che ricorda la forma di un cavatappi, proprio come sembra essere successo nel caso di Brescia.
Questo non significa che l'incidente sia da attribuire sicuramente a uno stallo asimmetrico: si tratta solo di una possibile ricostruzione, eventualmente da confrontare tramite opportune indagini da parte delle autorità. L'ipotesi è consistente con la dinamica degli ultimi metri di caduta dell'ultraleggero.