
Dopo aver devastato la Giamaica, l'uragano Melissa si è abbattuto su Cuba: il landfall è avvenuto oggi, mercoledì 29 ottobre, a Chivirico, nella provincia di Santiago de Cuba, alle 03:10 locali (le 08:10 in Italia): il ciclone atlantico ha colpito l'isola caraibica dopo essersi indebolito a uragano di categoria 3, ma resta comunque pericoloso a causa dei venti sostenuti fino a 185 km/h.
Secondo il National Hurricane Center, Melissa si sta muovendo a una velocità di 19 km/h verso la costa orientale di Cuba, dove sono attesi fino a 640 mm di pioggia, con onde di tempesta fino a 3,6 metri: oltre 900.000 persone sono state evacuate e in 6 province dell'isola è stato dichiarato lo stato di allerta. Nel frattempo, in Giamaica si contano i danni causati dall'uragano più forte mai registrato nel Paese, almeno da quando sono iniziate le rilevazioni 174 anni fa: più di 500.000 persone sono rimaste senza elettricità e il Primo ministro ha dichiarato l'isola una «zona di disastro».
Nel frattempo, è scattato l'allarme anche per le isole Bahamas e le Bermuda, che verranno colpite nelle prossime ore con venti previsti a 144 km/h e accumuli di pioggia fino a 254 mm.
Dopo Giamaica e Cuba allarme per Bahamas e Bermuda: dove sta andando l'uragano Melissa
La traiettoria dell'uragano Melissa è costantemente visibile grazie ai diversi live tracker: dopo essersi rafforzato rapidamente negli ultimi giorni, il ciclone atlantico ha iniziato a perdere d'intensità una volta colpita la Giamaica ed è stato dapprima declassato a categoria 4 sulla scala Siffer-Simpson e successivamente a categoria 3, quella attuale.
Al momento, Melissa si sta muovendo in direzione nord-est verso la costa orientale di Cuba a una velocità di 19 km/h, portando venti sostenuti fino a 185 km/h, piogge torrenziali con accumuli tra i 254 e i 508 mm e onde di tempesta che potrebbero raggiungere i 3,6 metri di altezza.

Nelle prossime ore, invece, l'uragano colpirà le Bahamas, indebolendosi ulteriormente a categoria 2, mentre entro giovedì si troverà vicino alle isole Bermuda. Pur essendo declassato, Melissa manterrà comunque il suo potenziale distruttivo, portando con sé venti fino a 177 km/h e accumuli di pioggia tra i 127 e i 250 mm in poche ore.
Nel frattempo in Giamaica si iniziano a contare i danni: per il momento, le informazioni a disposizione sono ancora scarse e le comunicazioni restano difficili, dato che sull'isola caraibica 500.000 persone è rimasto senza elettricità, né acqua a causa della caduta di alberi e delle gravi inondazioni. Finora sappiamo che l'uragano ha danneggiato 4 ospedali, costringendo le autorità a evacuare numerosi pazienti, mentre 15.000 abitanti sono ancora bloccati all'interno dei rifugi. Sull'isola, tra l'altro, le autorità hanno emesso anche un “allarme coccodrilli”, dato che i rettili potrebbero abbandonare i propri habitat naturali e avvicinarsi alle aree abitate dopo le inondazioni registrate.
Le immagini satellitari dell'uragano Melissa
Da un punto di vista della velocità dei venti, l'uragano Melissa, inizialmente caratterizzato da venti sostenuti a 297 km/h, si è classificato come il secondo uragano più intenso nella storia dell'Oceano Atlantico, ben più violento dell'uragano Katrina del 2005: a batterlo solo l'uragano Allen, che nel 1980 raggiunse picchi di 305 km/h.

Come è possibile vedere anche dall'immagine satellitare qui sopra, il potenziale distruttivo di Melissa dipende anche dalla sua estensione: secondo il NOAA, infatti, i venti da uragano (ossia superiori a 119 km/h) si estendono fino a 45 km dall'occhio del ciclone, mentre i venti da tempesta tropicale (tra i 62 km/h e i 118 km/h) arrivano fino a 295 km dal centro di Melissa. Per intenderci, è come se i venti da uragano si abbattessero su una zona grande quanto l'area compresa tra Milano e Bergamo, mentre quelli da tempesta tropicale su un'area che si estende da Bologna a Roma.
Tra l'altro, l'uragano che entrerà nella storia dell'Atlantico è stato perfino fotografato dal satellite Sentinel-3 della missione europea Copernicus.

Nell'immagine, rilasciata dall'ESA, è ben visibile come più ci si avvicina al centro dell'uragano e più la temperatura si abbassa, fino a raggiungere i -75 °C. Al contrario, all'interno dell'occhio del ciclone (ossia la zona più centrale dell'uragano) la temperatura risale.
Per quanto riguarda Melissa, l'interno dell'occhio del ciclone è stato persino registrato dai cacciatori di uragani: come è possibile vedere anche nel video qui sotto, l'occhio del ciclone (che si forma nel momento in cui il sistema temporalesco che dà origine all'uragano inizia a ruotare sempre più velocemente), è una zona apparentemente molto calma e limpida agli occhi, caratterizzata da una pressione dell'aria molto bassa in cui si inserisce l’aria fredda dall’alto.