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Come si produce il sale, da dove viene e il caso del sale rosa dell’Himalaya

Il sale da tavola, il sale marino e quello utilizzato per scopi industriali hanno metodi di estrazione e lavorazione differenti: salamoie, saline e miniere.

A cura di Andrea Moccia
29 Novembre 2021
18:30
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Come si produce il sale, da dove viene e il caso del sale rosa dell’Himalaya
sale rosa himalaya

Il sale che utilizziamo ogni giorno a tavola da dove arriva? Potrebbe sorprendere, ma il suo processo estrattivo è decisamente più complesso e articolato di quello che potrebbe sembrare a prima vista. Ma come viene prodotto quindi? E da dove arriva in fantomatico "sale dell'Himalaya"?
Partiamo col dire che il sale può essere estratto in tre diversi modi:

  • in miniera – estrazione di salgemma;
  • saline – facendo evaporare l'acqua di mare;
  • dalle salamoie – estrazione in soluzione.

La produzione in miniera

La produzione in miniera è estremamente simile a quella di qualsiasi altro minerale: si scavano in profondità una serie di cavità nella roccia, dalle quali è possibile estrarre il minerale utile. Più nello specifico, il sale da cucina si ricava da un minerale conosciuto come salgemma (o halite) che è composto prevalentemente da cloruro di sodio (NaCl). La loro origine è legata all'evaporazione di antichi mari e alla conseguente formazione di spessi depositi salini, ricoperti poi da altri sedimenti nel corso delle ere geologiche. Il sale prodotto con questa tecnica è destinato principalmente ad uso industriale.

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Saline

Per quanto riguarda l'evaporazione dell'acqua di mare, un'altro metodo ampiamente utilizzato è quello delle saline. Si tratta di vasche artificiali dove viene introdotta l'acqua di mare che, evaporando progressivamente, deposita un livello salino che può essere poi estratto e lavorato. Per avere il giusto tasso di evaporazione è necessario avere un clima adatto, e per questo motivo le saline sono diffuse nei Paesi mediterranei e in Australia. Questo metodo, poi, permette di ottenere sale dall'elevata purezza, di solito attorno al 99,5% di NaCl, e viene commercializzato solitamente come "sale marino".

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Salamoie

Il terzo e ultimo metodo è quello della salamoia o, per meglio dire, dell'estrazione in soluzione. In questo caso, invece di scavare la roccia in profondità, vengono iniettati dei fluidi a base d'acqua nel sottosuolo (composto da rocce saline) capaci di sciogliere il sale. La salamoia che ne risulta viene pompata in superficie e lasciata evaporare all'interno di apposite vasche. Nello stabilimento la salamoia viene poi trattata ed essiccata, così da ottenere il sale da cucina: è proprio con questo metodo che viene prodotto la maggior parte del sale che abbiamo sulle nostre tavole!

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Il sale Rosa dell'Himalaya

E il sale rosa dell'Himalaya? Il famoso sale dalle presunte capacità curative?
Una bufala, purtroppo. Il sale dell'Himalaya, che in realtà viene estratto in Pakistan, è semplice salgemma con una piccola percentuale al suo interno di ossidi di ferro. Questi donano al minerale il tipico colore rosa, ma non esistono evidenze scientifiche che dimostrino le sue presunte proprietà benefiche e curative. Si tratta, in altre parole, di una trovata commerciale di estremo successo!

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Andrea Moccia
Direttore editoriale
Sono nato nell'Agosto del 1985, a Napoli. Mi sono pagato gli studi universitari vendendo pop-corn e gelati nelle sale di un Cinema. Ho lavorato per dieci anni in giro per il mondo, di cui sette all'Istituto nazionale francese dell'energia, in qualità di geologo e team manager. Nel 2018 a Parigi, per gioco, è nata Geopop, diventata nel 2021 una azienda del gruppo Ciaopeople. Sono dell'idea che la cultura sia la più grande ricchezza per un Paese e ho deciso di dedicare la mia vita per offrire un contributo e far appassionare le persone alla conoscenza. Col sorriso :)
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