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Cosa accade all’interno del nostro corpo quando ci ubriachiamo?

Dietro ogni cocktail che ci beviamo il sabato sera si cela sempre la stessa sostanza: l'alcol etilico. Ma cosa succede esattamente al nostro corpo quando ci ubriachiamo? E Quali sono le cause dei postumi della sbornia?

A cura di Videostorie
7 Aprile 2023
18:15
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Cosa accade all’interno del nostro corpo quando ci ubriachiamo?
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Da sempre gli alcolici sono una categoria di bevande in grado di causare in chi le assume senso di confusione, perdita di riflessi, allegria immotivata e addirittura, se si esagera con le dosi, si può stare molto, molto male. Ma perché provocano lo stato di ebbrezza? E cosa succede dal punto di vista chimico al nostro corpo quando ci ubriachiamo?

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Etanolo: il responsabile della sbornia

Innanzitutto, anche se può sembrare ovvio, va specificato che il responsabile dell’ubriacatura è l’alcol contenuto in questo tipo di bibite, e anche se in realtà ne esistono tantissimi tipi in natura, quando parliamo di quello presente nelle bevande o nei cibi ci stiamo riferendo a un solo tipo di alcol: l’alcol etilico o più semplicemente etanolo. Questo è l’unico ad essere edibile e, infatti, è quello che trovate all’interno dei cocktail il sabato sera. L’abitudine di “bersi una cosa” nel fine settimana però, non è affatto una trovata recente. Si stima che già le popolazioni preistoriche facessero uso di bevande alcoliche derivate dalla frutta e che gli Egiziani, tra una piramide e l’altra, fabbricassero anche vino e birra. Pensate che amavano così tanto queste bevande da celebrare ogni anno la “Festa dell’ubriachezza”, in onore della Dea Hator.

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Dall'ingestione alla metabolizzazione

Come avviene nello specifico questa tanto famigerata sbornia? Tutto inizia nel preciso istante in cui l’alcol tocca la bocca. Già dal primo sorso, una piccola parte di etanolo viene assorbito immediatamente al suo passaggio dalle mucose di lingua, bocca ed esofago, finendo nel sangue. Una volta arrivato allo stomaco poi, ne viene assorbito un ulteriore 20%. Mentre il resto viene spedito direttamente al fegato, così che possa essere scomposto e trasformato grazie al processo di metabolizzazione. Qui infatti, una squadra di enzimi – delle proteine in grado di accelerare le reazioni chimiche –  è incaricata di trasformare l’etanolo in acetaldeide.

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Molecola di Acetaldeide

Questa sostanza, oltre ad essere molto dannosa per il nostro organismo, è anche la causa dei tanto temuti sintomi dell’hangover. Essendo l’acetaldeide altamente nociva, una nuova squadra di enzimi va subito in soccorso per trasformarla in una nuova sostanza chiamata acetato. Il problema nasce quando alziamo troppo il gomito, perché la quantità di acetaldeide che si va a formare è così grande che il fegato non è più in grado di metabolizzarla tutta e buona parte viene quindi rilasciata nuovamente nel sangue. Se, ad esempio, un uomo in salute di peso medio dovesse ingerire un bicchiere di vino di 125 ml, che contiene in media 12 g di etanolo, ci metterebbe un’ora e mezza per metabolizzarlo. Se, invece, aumentasse le dosi, e ne bevesse 10 di bicchieri di vino, per smaltire 120g di etanolo gli occorrerebbero più di dieci ore. Il fegato però, non è in grado di lavorare efficacemente per tutto questo tempo e parte dell’alcol entrerebbe quindi nuovamente in circolo nel sangue, andando in giro per il corpo causando l’ubriacatura.

Gli effetti immediati dell'alcol: l'ubriacatura

Il primo effetto che percepiamo è la vasodilatazione. La dilatazione dei vasi sanguigni (vene, arterie e capillari), aumenta di conseguenza anche il flusso di sangue, causandoci una perdita di calore che ci dà la tipica sensazione di “calduccio” dovuta all’ubriacatura. Questo però, non deve farci credere che sia vera la leggenda metropolitana secondo cui l'alcol riscaldi, anzi, è proprio il contrario. Sicuramente è vero che l'alcol dà a chi la beve una sensazione di tepore, ma questa stessa dispersione di calore comporta inevitabilmente anche un abbassamento della temperatura corporea, aumentando addirittura in casi gravi il rischio di ipotermia. L’alcol però, non si ferma solamente ai vasi sanguigni ma continua a viaggiare fino al cuore e dal cuore viene poi pompato nel resto del corpo. Raggiunti i polmoni, viene in parte espulso tramite il respiro, causando quel tipico alito pesante delle grandi bevute. Inoltre l’etanolo diminuisce anche la produzione di vasopressina: l’ormone incaricato di aiutare i reni a regolare la quantità di liquidi nel corpo. Diminuendo la vasopressina, i reni non riescono più ad assorbire l’acqua, e così tutti i liquidi, anche quelli “buoni”, vengono espulsi tramite le urine. Questo è il motivo per cui, quando si esagera con le quantità di alcolici, si ha il costante bisogno di andare in bagno.

Neurotrasmettitore
neurotrasmettitori tra due sinapsi

Gli effetti dell'alcol sul cervello

Infine l’alcol raggiunge anche il cervello rendendo l'individuo scoordinato, disinibito e immotivatamente allegro. Prima però, deve oltrepassare la barriera che lo protegge: la barriera emato-encefalica.  Questa barriera è come un setaccio a maglie così strette da impedire alle sostanze nocive di raggiungere il cervello, ed è talmente efficace che effettivamente le infezioni al cervello sono piuttosto rare, poiché virus e batteri vengono prontamente bloccati. L’alcol però, grazie alla sua capacità di mischiarsi con i grassi della barriera, riesce a oltrepassare “le maglie del setaccio”, arrivando facilmente al nostro cervello. A questo punto l’alcol è pronto ad agire sul rilascio o riassorbimento dei neurotrasmettitori, in particolare sull’acetilcolina, la dopamina, l’acido gamma-amminobutirrico (GABA) e il glutammato. Questi neurotrasmettitori non sono altro che delle sostanze “messaggere” che servono per mandare informazioni tra i vari neuroni del cervello, regolando quindi il flusso dei pensieri. Di conseguenza, nel momento in cui l’alcol agisce su di essi, il flusso di informazioni che passa tra i neuroni rallenta e solamente i segnali più forti vengono presi in considerazione dal cervello. Le sensazioni vengono quindi percepite meno, cala la tensione, ci sentiamo più euforici e peggiora la memoria. Infatti l’indomani, potrebbe capitare di non ricordarci molto dell’accaduto. Diminuendo l’attività cerebrale inoltre, i pensieri diventano più lucidi, sicuramente meno complessi, ma molto più lucidi. Proprio per questo da ubriachi potrebbe capitare di ripetere all’infinito le stesse semplici frasi, convinti però di esprimere certe perle degne dei libri di storia.

Il post-sbornia

Se la sera durante la bevuta ci si sente allegri e senza pensieri, è la mattina dopo che avviene la regolazione dei conti. Nausea, mal di testa lancinante, mal di stomaco e spossatezza: in poche parole i postumi della sbornia. La principale causa di tutto ciò è la disidratazione. Essendo diminuita drasticamente la produzione di vasopressina (l'ormone sopracitato che regola l'assorbimento dei liquidi), il corpo si ritrova disidratato e per compensare questa mancanza gli organi vitali iniziano a prendere i liquidi da qualsiasi fonte disponibile, anche dal cervello. I tessuti cerebrali quindi si restringono e diminuiscono i fluidi che dividono il cervello dalla scatola cranica, causando così l’insopportabile mal di testa tipico dei postumi. Quelli del giorno dopo però, non sono gli unici effetti negativi dell’alcol sul nostro corpo. Anzi, sono proprio quelli a lungo termine i più preoccupanti. Il consumo eccessivo di alcolici infatti, può causare numerose malattie del fegato, diabete, ictus, disturbi gastrovascolari e può portare addirittura alla apoptosi neuronale: la morte dei neuroni.
Insomma, gli alcolici accompagnano l’umanità da millenni e hanno assistito ai pasti più importanti della storia. C’erano mentre venivano costruite le piramidi, c’erano quando venne scoperta l’America e c’erano anche durante l’Ultima Cena di Gesù! Sicuramente sono parte della nostra storia e se bevuti a piccole dosi possono accompagnare convivialmente i nostri pasti. Ci teniamo però, a rinnovare ancora una volta l’invito a non esagerare e bere responsabilmente. Almeno adesso, quando vi verserete quel bicchiere in più, saprete scientificamente a cosa state andando incontro.

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