0 risultati
video suggerito
video suggerito
16 Giugno 2025
6:00

Cosa è la vicenda del Watergate, il più grave scandalo politico della storia degli Stati Uniti

Lo scandalo Watergate, esploso nel 1972, coinvolse il presidente Nixon in un caso di spionaggio politico ai danni dei Democratici. Dopo un'inchiesta del Washington Post e la prova di un insabbiamento, Nixon si dimise nel 1974: è l'unico presidente USA nella storia ad averlo fatto, fino ad oggi.

7 condivisioni
Cosa è la vicenda del Watergate, il più grave scandalo politico della storia degli Stati Uniti
watergate nixon

Lo scandalo Watergate è lo scandalo politico più grande nella storia degli Stati Uniti, emerso durante la campagna per le elezioni presidenziali del 1972 e che portò alle dimissioni del presidente Richard Nixon. Cinque uomini furono arrestati nel complesso di edifici denominato Watergate, a Washington, mentre collocavano microspie negli uffici del Comitato nazionale del Partito democratico. Grazie a un’accurata inchiesta giornalistica del Washington Post, si scoprì che il Partito repubblicano organizzava operazioni di spionaggio ai danni dei suoi avversari. Il presidente Nixon, rieletto nonostante lo scandalo, cercò di insabbiare le indagini, ma fu scoperto e nel 1974, dopo mesi di polemiche, fu costretto a rassegnare le dimissioni: a oggi, è l’unico presidente degli Stati Uniti a essersi dimesso. Dalla vicenda Watergate ha origine la tradizione di utilizzare il suffisso -gate per riferirsi a uno scandalo di qualche tipo.

Lo scandalo Watergate: la campagna elettorale del 1972 e l’effrazione negli edifici

Lo scandalo del Watergate scoppiò nel 1972 durante la campagna per le elezioni presidenziali: i due contendenti erano Richard Nixon, candidato repubblicano, presidente in carica che era in corso per il secondo mandato; George McGovern, rappresentante del partito democratico, schierato su posizioni progressiste (è considerato il candidato più di sinistra nella storia degli Stati Uniti). Nixon era in vantaggio, come certificato da tutti i sondaggi.

Richard Nixon
Richard Nixon.

Lo scandalo scoppiò a Washington, nel Watergate Complex, un complesso di edifici presso il fiume Potomac (da questo il nome Watergate, che significa Porta dell’acqua), nel quale si trovava la sede centrale del Comitato elettorale democratico. La notte del 17 giugno la polizia arrestò cinque uomini, su segnalazione di una guardia giurata, perché erano entrati illegalmente nella sede del Comitato per sistemare delle microspie, collocate due settimane prima. Si scoprì presto che i cinque uomini erano legati al Partito repubblicano, ma sul momento la vicenda, che non coinvolgeva grandi nomi, suscitò poco clamore. Le elezioni si tennero regolarmente in novembre e Nixon risultò vincitore con un ampio margine di voti.

Il complesso del Watergate nel 2006
Il complesso del Watergate nel 2006.

L’inchiesta del Washington Post e il coinvolgimento di Nixon

Dopo le elezioni, l’inchiesta andò avanti. I cinque uomini arrestati nel complesso del Watergate furono processati e condannati, ma non rivelarono chi aveva ordinato l’effrazione. Alcuni giornali seguirono con attenzione l’evoluzione della vicenda: il più attento fu il Washington Post, soprattutto grazie a due cronisti, Bob Woodward e Carl Bernstein, che pubblicarono numerosi articoli sull’effrazione e lasciarono intendere che Nixon fosse informato e avesse cercato di ostacolare le indagini. Il sospetto, poi rivelatosi fondato, era che l’operazione fosse parte di un vasto piano per spiare il Partito democratico.

Woodward e Bernstein potevano giovarsi di una fonte (chiamata in codice Deep Throat, cioè Gola profonda, espressione poi entrata nell’uso comune per indicare una fonte anonima) che diede loro suggerimenti di importanza vitale. Oggi sappiamo che la fonte era Mark Felt, un funzionario di alto livello dell’FBI, che ha rivelato la sua identità nel 2005.

Mark Felt
Mark Felt.

L’inchiesta dei due giornalisti fece crescere l’attenzione sulla vicenda e nel 1973 il Congresso istituì una apposita commissione di inchiesta. Gradualmente, il cerchio intorno a Nixon si strinse. Sia la Commissione, sia un procuratore federale, Archibald Cox, chiesero di accedere ai nastri delle registrazioni dello studio ovale della Casa Bianca (tutte le riunioni che avvengono nello studio sono registrate). Nixon rifiutò, trincerandosi dietro il “privilegio dell’esecutivo”, cioè la facoltà del presidente di non rilevare informazioni, e ottenne anche l’allontanamento di Cox (questione per la quale rassegnarono le dimissioni il ministro e il viceministro della giustizia). Nel luglio del 1974, però, la Corte suprema dichiarò illegittimo l’uso del privilegio dell’esecutivo per evitare di consegnare i nastri, di fatto ordinando a Nixon di cederli. Il presidente, minacciato di impeachment (la procedura prevista negli Stati Uniti per estromettere un presidente dall’incarico), fu costretto a consegnare le copie delle registrazioni. Si scoprì così che, insieme al suo staff,  aveva cercato di insabbiare lo scandalo sin dai primi giorni dopo l'effrazione e avrebbe voluto persino usare la Cia per convincere l'Fbi a tenersi fuori dalla vicenda. I nastri, dunque, non consentirono di appurare chi aveva ordinato l’effrazione e se Nixon ne fosse informato (non lo sappiamo nemmeno adesso), ma dimostrarono che il presidente aveva violato la legge e cercato di coprire dei colpevoli.

Proteste contro Nixon a Washington
Proteste contro Nixon a Washington.

Le dimissioni di Nixon dopo lo scandalo Watergate

Il Partito repubblicano “scaricò” Nixon, rendendosi conto che, di fronte alle illegalità e agli abusi di potere, non poteva difenderlo. Anche l’opinione pubblica, compresa quella più vicina ai repubblicani, prese posizione contro il presidente: il rispetto della legalità prevalse rispetto all’appartenenza ideologica.

Fatto sta che il Congresso diede avvio alla procedura di impeachment e l’8 agosto Nixon, consapevole che la maggioranza l’avrebbe approvata, rassegnò le dimissioni. Furono le prime, e finora uniche, dimissioni di un presidente degli Stati Uniti. Al suo posto subentrò il vicepresidente, Gerald Ford, entrato in carica nell’ottobre del 1973, dopo che il vicepresidente eletto, Spiro Agnew, era stato a sua volta coinvolto in uno scandalo, in quanto responsabile di evasione fiscale, e aveva dovuto dimettersi (pur non essendo implicato nel Watergate). Ford fu dunque il primo e unico presidente degli Stati Uniti ad assumere l’incarico senza essere stato eletto né alla carica di presidente né a quella di vice.

Gerald Ford
Gerald Ford.

La memoria del Watergate

Lo scandalo Watergate ha lasciato un segno profondo nella politica degli Stati Uniti e ha avuto ripercussioni in tutto il mondo. Alla vicenda sono stati dedicati centinaia di libri e articoli scientifici, oltre a diversi film. Il più famoso è Tutti gli uomini del presidente, tratto dall’omonimo libro di Woorward e Bernstein, uscito nel 1976 e vincitore di quattro Premi Oscar.

Il Watergate ha inoltre dimostrato l’importanza del giornalismo d’inchiesta: senza la caparbietà dei giornalisti del Washington Post, la vicenda sarebbe stata dimenticata senza conseguenze per Nixon e gli altri responsabili.

La popolarità del Watergate è dimostrata anche dal fatto che, da allora, i giornalisti hanno l’abitudine di dare agli scandali politici un nome con il suffisso -gate: per esempio, Irangate (che coinvolse Ronald Reagan negli anni ’80), Sexgate (che coinvolse Bill Clinton negli anni ’90) o, in Italia, Rubygate, cioè la vicenda nella quale fu coinvolto Silvio Berlusconi tra il 2011 e il 2012.

Fonti
The Watergate Scandal, in “Bill of rights in action”
Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views