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25 Febbraio 2023
9:07

Gli Stati Uniti stanno vivendo una crisi interna: cosa significa e a cosa è dovuta?

Gli Stati Uniti stanno attualmente vivendo una crisi interna a causa di diversi fattori, tra cui disuguaglianze economiche e divisioni politiche profonde. Vediamo quali processi stanno incrinando la stabilità della prima potenza mondiale.

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Gli Stati Uniti stanno vivendo una crisi interna: cosa significa e a cosa è dovuta?
crisi interna stati uniti

Ci ricordiamo tutti delle immagini dell'assalto al Campidoglio avvenuto il 6 gennaio 2021 a Washington, negli Stati Uniti. Quell'evento non è stato casuale, ma il risultato di un cambiamento profondo che gli USA stanno vivendo negli ultimi anni e che può essere definito proprio una crisi interna.

Le proteste e le tensioni sociali sono in crescita e la concordia e la stabilità del Paese vacillano. Il tutto in un contesto internazionale sempre più conflittuale, tra la guerra russo-ucraina da una parte e le tensioni con la Cina dall'altra, sia per la questione dell'autonomia di Taiwan sia, recentemente, per il pallone aerostatico cinese che ha sorvolato i cieli americani.

In questo articolo esploriamo e approfondiamo le cause e le conseguenze della crisi americana.

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Assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 (credit: TapTheForwardAssist)

La questione etnica

Tra le tensioni sociali sempre più diffuse negli USA spicca anzitutto la questione etnica. In particolare, sotto il mandato del presidente repubblicano Donald Trump è cresciuto notevolmente il movimento Black Lives Matter, nato nel 2013 e determinato a contrastare la violenza sistemica e la discriminazione razziale contro le persone di colore. L'episodio recente più tristemente noto è l’omicidio di George Floyd, avvenuto il 24 maggio 2020 per mano di alcuni membri delle forze dell'ordine.

La morte di Floyd e le imponenti proteste del BLM hanno avuto un impatto significativo sulla cultura e sulla politica degli Stati Uniti e del mondo, sollevando importanti dibattiti sulla diversità e sull'inclusività che, secondo i militanti BLM, non sono ancora garantite appieno nella società statunitense.

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Le fake news e i complotti

Sempre durante l’amministrazione Trump, che si è insediata e ha lavorato proprio mentre i social network hanno raggiunto picchi di diffusione mai raggiunti prima, è nato il movimento QAnon. QAnon è un movimento complottista che sostiene una lunga serie di teorie cospirazioniste. Il movimento ha preso forma a partire dal 2017 su internet e ha acquisito popolarità soprattutto nel ramo più estremista del partito repubblicano.

Le teorie e le fake news di QAnon e di altri movimenti simili sono state ripetutamente smentite da fonti attendibili e non hanno alcun fondamento. Tuttavia la diffusione di queste false informazioni ha portato a un aumento della violenza e della disinformazione, minando la fiducia nelle istituzioni della società statunitense.

fake news e complottismo

Divisioni politiche e migrazione interna

Oltre alla questione etnica e alla diffusione di teorie del complotto e di fake news, negli ultimi anni la società statunitense sta vivendo una trasformazione anche dal punto di vista demografico, provocata da squilibri economici, da una sempre più netta divisione politica della popolazione e da una migrazione interna al Paese. Questo processo può incidere non solo sui risultati delle elezioni dei singoli Stati, ma anche su quelli delle elezioni presidenziali.

Facciamo un esempio: la California, considerato uno degli Stati più progressisti d’America, da qualche anno vive più di una crisi. Il mercato immobiliare è un primo problema perché le case costano troppo. Una seconda questione riguarda le tasse, in crescita anche sulle aziende, che preferiscono quindi delocalizzare, portandosi spesso dietro i propri dipendenti. Questo genera nei fatti un fenomeno di emigrazione al di fuori della California. Ma dove vanno a finire i californiani?

crisi california

Nella maggior parte dei casi scelgono il Texas. Dal 2005 al 2019 ogni anno fra i 70mila e i 90mila californiani vi si sono trasferiti. Facebook, Apple e Google hanno ampliato i loro uffici ad Austin, Elon Musk vi ha direttamente trasferito la Tesla. Da una parte questo porta crescita economica, prosperità e infrastrutture più moderne, dall’altra potrebbe modificare l'orientamento politico dominante in Texas, considerato da sempre una roccaforte repubblicana. L'arrivo di molti democratici californiani potrebbe infatti renderlo un cosiddetto Swinging state.

Gli Stati "swing" sono quelli che tendono a non avere una preferenza politica chiara e i cui risultati determinano perciò l’esito finale delle elezioni nazionali. Nel corso degli anni, la mappa politica degli Stati Uniti è cambiata parecchio e alcuni Stati che una volta erano considerati sicuri per un partito ora possono essere considerati incerti. Il cambiamento negli Stati swing è spesso influenzato da fattori demografici, economici e culturali in evoluzione, nonché dalla percezione dei partiti e delle politiche pubbliche.

Questo quadro emerge da un fatto sempre più evidente: la società statunitense sta affrontando una polarizzazione senza precedenti, e questo si riflette anche su come le varie etnie interagiscono fra di loro. Un dato su tutti è quello sui matrimoni misti. Fin dal 1967, anno in cui la sentenza Loving v. Virginia lo ha concesso, i matrimoni fra persone di diverse etnie sono aumentati. Nel 2015 una persona su dieci era sposata con qualcuno di una diversa etnia. Nel 2022, solo il 7% dei matrimoni è stato interetnico.

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Il dibattito sulle armi e la diffusione di milizie private

Un’altra questione importante negli USA è quella relativa alle armi. In America, infatti, il possesso delle armi è un fattore culturale diffuso e radicato e purtroppo questo fa sì che le sparatorie e gli incidenti a opera di privati cittadini siano frequenti.

Per citare un dato esemplificativo, circa un terzo degli americani possiede più di un'arma. E il numero totale in circolazione è altissimo: in un anno vengono comprate più armi di quante ne possiedano tutte le forze dell'ordine del mondo. Nel 2022 ci sono state ben 602 sparatorie, fra cui la nona più letale degli ultimi 40 anni, quella alla scuola di Uvalde in Texas, dove purtroppo sono morte 38 persone, la maggior parte bambini.

La National Rifle Association, che noi chiamiamo comunemente “lobby delle armi” è una potente organizzazione che viene finanziata da privati cittadini e politici, tradizionalmente repubblicani, e fa una pressione non indifferente quando un governatore o un presidente – tradizionalmente democratici – propongono leggi per il controllo delle armi.

armi stati uniti

Accanto alla diffusione delle armi, negli ultimi anni negli USA si sta assistendo a un altro fenomeno: la nascita e la moltiplicazione di milizie private, gruppi armati che si autodefiniscono appunto come "milizie" oppure come "gruppi di difesa della comunità". Questi gruppi hanno la tendenza a usare la violenza per risolvere i conflitti e per la promozione di teorie complottiste e di ideologie estremiste. Neanche a dirlo, la presenza di milizie armate può minare la fiducia nella legge e nell'ordine e creare un pericolo per la sicurezza pubblica.

Il picco dell'attività delle milizie è stato nel 2011, quando ce n'erano ben 334 sparse su tutto il territorio nazionale. In realtà oggi il numero è in calo, sono circa 200, ma meglio armate e con ideologie più estreme. Non sappiamo il numero esatto dei loro componenti, ma si stima che in totale siano fra i 15mila e i 20mila militanti.

Le autorità federali e statali hanno espresso preoccupazione per la diffusione di questi gruppi e stanno lavorando per prevenire la loro attività. Tuttavia, la questione della regolamentazione delle milizie private è controverso e suscita dibattiti sulla libertà di associazione, la libertà di parola e il secondo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, che garantisce il diritto di possedere armi.

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Per concludere, la crisi interna agli Stati Uniti non è solo un fatto localizzato. Potrebbe avere importanti riflessi in tutto il mondo. Dalla Seconda Guerra Mondiale, infatti, gli USA sono il Paese più potente del mondo e si sono sempre fatti garanti, nel bene e nel male, dell'ordine liberale e del commercio globale. Ora, però, complice questa frammentazione della società, gli Stati Uniti potrebbero chiudersi su se stessi, lasciando campo aperto all'iniziativa e all'espansione di Paesi meno democratici o non democratici.

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