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Negli Stati Uniti, tutto sembra essere "più grande": le strade, le case, le auto, le porzioni di cibo, i supermercati. É un'immagine che colpisce chiunque visiti il paese per la prima volta. Ma perché in America settentrionale è tutto così grande? Questa tendenza non è un semplice tratto folkloristico, ma il risultato di una combinazione di fattori storici, geografici, economici e culturali che hanno alimentato una vera e propria estetica e filosofia della grandezza: il vasto territorio e il mito della frontiera hanno spinto a occupare e sfruttare ampi spazi con case,, strade, e negozi grandi.
Un territorio sconfinato da occupare
Uno dei tratti culturali profondi che caratterizzano la popolazione americana consiste nel vedere lo spazio vuoto non come qualcosa da preservare, ma come un'opportunità di riempimento. In questo senso, il concetto di frontiera è uno dei pilastri della storia americana: fin dai tempi della colonizzazione, il mito della conquista dell'Ovest ha rappresentato un elemento centrale dell'identità nazionale. Gli Stati Uniti sono cresciuti sulla convinzione di avere a disposizione un territorio sconfinato da esplorare, sfruttare e occupare.

Case grandi con ampi giardini, autostrade a più corsie, centri commerciali infiniti, sono diventati l'espressione concreta di un rapporto diverso con il territorio rispetto ai Paesi europei, dove la densità urbana e la scarsità di spazio hanno favorito la costruzione compatta. Negli USA, la grandezza non è stata una necessità: è stata una scelta, spesso simbolica.
L'automobile come estensione dell'identità
In America, l'automobile da sempre non è solo un mezzo di trasporto: è parte dell'identità personale. La diffusione dei SUV, dei pick-up e delle muscle car è un fenomeno che racconta bene la relazione tra spazio e status. Le città americane sono state progettate per la macchina, non per i pedoni, e molti turisti europei quando le visitano riferiscono che non è possibile "fare delle passeggiate" con la semplicità a cui si è abituati in Europa.

Le distanze sono vaste e il trasporto pubblico, nella maggior parte del Paese, è poco sviluppato. L'auto grande, potente e comoda è quindi diventata una necessità logistica, ma anche un simbolo di libertà e successo. Negli spot pubblicitari, il pick-up che attraversa un deserto o una strada senza fine è ancora oggi un'immagine potentissima nella narrazione americana.
Economia di scala: il grande conviene anche al supermercato
Gli Stati Uniti poi sono la patria dei grandi magazzini e dei supermercati XXL. Catene come Costco, Walmart o Sam's Club hanno costruito il loro successo sull'idea che comprare in grandi quantità fa risparmiare.

L'economia americana ha spostato pienamente la logica delle economie di scala, dove produrre e vendere formati più grandi è più efficiente e più redditizio. Questo meccanismo ha contribuito a normalizzare il concetto di abbondanza: bibite da 3 litri, piatti di dimensioni doppie rispetto agli standard europei, poltrone di cinema e aerei più larghi sono diventati parte della quotidianità.
“Bigger is better”, la filosofia negli Stati Uniti
Negli Stati Uniti, la grandezza è spesso percepita come un segno visibile di successo. Avere una casa grande significa avercela fatta. Possedere un'auto imponente comunica potere e stabilità. Mangiare porzioni abbondanti è visto come un diritto, più che un eccesso. Questa mentalità si riflette anche nell'urbanistica: molte città americane si sviluppano in larghezza, non in altezza, e i grattacieli che dominano lo skyline delle metropoli sono l'emblema di questa cosa alla monumentalità, ma unicamente utilizzati come uffici.
Il "bigger is better" ("più grande è meglio) è più di un motto pubblicitario: è una filosofia radicata nella cultura statunitense, dove crescere ed espandersi è un traguardo di vita. Negli ultimi anni, sta emergendo una contro-cultura che mette in discussione il dogma della grandezza: il minimalismo, che propone la ricerca di uno stile di vita più sostenibile, e il movimento delle tiny house (case minuscole e super efficienti), stanno lentamente prendendo piede, soprattutto tra le generazioni più giovani.