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Il binge watching (dall'inglese binge, “abbuffarsi”, e watching, “guardare”) è quel comportamento che ci fa fare vere e proprie “maratone televisive” consumando serie o programmi TV pressoché ininterrottamente per lunghi periodi di tempo, anche per diverse ore di fila. Sembra che il fenomeno sia nato nel 2013, quando la piattaforma di streaming Netflix cominciò a pubblicare per intero le stagioni delle serie TV. Si caratterizza per la volontà di soddisfare immediatamente il nostro desiderio di conoscere come finirà la storia, e smorzare l’incertezza che provoca dissonanza, fino all’ansia e allo stress. Il nostro cervello presta molta attenzione a ciò che lascia a metà, come risposta evolutiva alla ricerca di informazioni utili. Può anche rappresentare un problema da non sottovalutare, perché può trasformarsi in una sorta di dipendenza che impatta l'equilibrio psicofisico delle persone.
Perché siamo vittima del binge watching: la spiegazione neurologica
Una delle ragioni principali per cui il binge watching è così gratificante è la possibilità di immergersi completamente in una storia senza dover attendere. Questo formato consente agli spettatori di seguire le trame complesse e i personaggi in modo continuo, mantenendo alta l'emozione e l'interesse. La narrazione continua può creare una sensazione di suspense e desiderio di sapere cosa accadrà dopo, rendendo difficile fermarsi. Noi esseri umani siamo fortemente legati alle storie, in particolar modo al loro decorso temporale e spaziale, e all’immedesimarsi nei personaggi di cui seguiamo le vicende. L’interruzione dell’arco narrativo provoca incertezza, quindi stress e ansia, con il rilascio di cortisolo. Se ci pensiamo, una storia interrotta è una potenziale fonte di informazione negata, e ciò spiega evolutivamente come mai è stata promossa in noi la voglia di saperne di più, sino all’epilogo.
Il fenomeno noto come effetto Zeigarnik ci suggerisce che le persone si focalizzano in particolar modo su task e narrazioni incomplete o interrotte rispetto a quelle già terminate. Questo sta proprio a significare la maggior propensione che abbiamo nel cercare di conquistare attivamente le informazioni mancanti, per fornirci di quegli elementi che completano il quadro e che ci forniscono una conoscenza coerente e completa dell’evento a cui stiamo assistendo, per trarne così possibili e utili conclusioni.
Cosa succede nel cervello durante il binge watching
Viviamo in un'epoca in cui la gratificazione immediata è altamente valorizzata. Il binge watching soddisfa questo bisogno offrendo un accesso immediato a nuovi contenuti. Non dover aspettare per vedere il prossimo episodio offre una forma di gratificazione istantanea che può essere estremamente appagante. Quello che succede nel nostro cervello quando termina un episodio della serie che ci sta appassionando è l’attivazione del circuito dopaminergico della gratificazione, che ci spinge verso meccanismi di rinforzo, quindi a volerne di più, e ancora di più. L’idea stessa di poter anticipare la ricompensa (che in questo caso è la sensazione di soddisfazione nel sapere cosa succederà nel prossimo episodio) aumenta la focalizzazione verso l’evento atteso, aumentando di conseguenza le aspettative e diminuendo la nostra capacità di giudizio (“Dovrei studiare? Non importa, oramai è tardi, tanto vale che guardi un altro episodio”). Classico, no?
L'aspetto sociale del binge watching
Anche l'aspetto sociale gioca un ruolo importante. Guardare una serie TV di successo può diventare un evento sociale, permettendo alle persone di discutere delle trame, dei personaggi e degli sviluppi con amici, familiari e colleghi. Questo senso di comunità e condivisione può, da una parte, rafforzare il piacere di guardare la serie, dall’altra porci in una scomoda sensazione di FOMO (Fear of Missing Out), ossia la paura di “rimanere fuori” dagli eventi che coinvolgono il nostro gruppo e la nostra comunità, rischiando di non prendere parte al “gossip” collettivo, che rimane uno dei principali collanti del nostro vivere sociale. Un esempio è la cosiddetta “paura degli spoiler”, cioè il timore che non guardando subito un contenuto potremmo incorrere in spoiler che ci rovinerebbero la visione.