Secondo l'ultimo bollettino dell'Osservatorio Vesuviano dell'INGV su Campi Flegrei, il suolo sta cominciando a sollevarsi per effetto del bradisismo di circa 2 centimetri al mese, un tasso più che doppio rispetto alla media del primo trimestre 2024. Secondo il bollettino copre il periodo tra il 20 e il 26 maggio, in cui sono state registrate 274 scosse di terremoto, la più intensa delle quali di magnitudo 4.4, la più intensa mai rilevata in epoca strumentale nell'area. In base alle analisi delle deformazioni del suolo, della sismicità e della geochimica dell'area, l'INGV non rileva segnali che indichino la possibilità di un'eruzione imminente.
Sollevamento del suolo ai Campi Flegrei: gli ultimi dati INGV
Il tasso medio di sollevamento del suolo da metà aprile è pari a 20 millimetri al mese (con un incertezza di 3 millimetri al mese), quindi un valore più che doppio rispetto alla media dei primi tre mesi del 2024, in linea con i valori registrati ad aprile. Dopo lo sciame sismico del 20-21 maggio sarebbe stato registrato un abbassamento del livello del suolo di circa 1 cm anche se questo dato in realtà non è ancora ufficialmente confermato. Verranno condotte ulteriori analisi; quel che è certo è che dopo poco tempo questo valore è presto ritornato ai valori registrati in precedenza.
Un aspetto interessante emerso dal bollettino è che a Rione Terra è stato registrato un sollevamento complessivo del suolo di 7,5 centimetri dall'inizio del 2024 e di 25,5 cm da gennaio 2023.
La sismicità ai Campi Flegrei: i terremoti tra il 20 e il 26 maggio
Nella settimana dal 20 al 26 maggio sono stati registrati 274 terremoti con magnitudo superiore a 0.0, il maggiore dei quali di 4.4, e suddivisi principalmente in 3 sciami sismici:
- il primo nelle prime ore del 20 maggio con 17 terremoti nell'area Pozzuoli-Solfatara;
- il secondo tra il 20 e il 21 maggio ma costituito da 169 sismi;
- il terzo il 25 maggio nell'area della Solfatara, con 26 terremoti.
La geochimica dell'area flegrea
Per quanto riguarda le rilevazioni geochimiche nell'area l'INGV non segnala particolari variazioni ma si limitano a confermare il trend generale che procede ormai da diversi anni e che riguarda il riscaldamento e la pressurizzazione del sistema idrotermale – associato ad un aumento del flusso dei fluidi emessi.
In conclusione, il bollettino INGV afferma che «Sulla base dell’attuale quadro dell’attività vulcanica sopra delineato, non si evidenziano elementi tali da suggerire significative evoluzioni a breve termine».
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