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20 Maggio 2024
22:57

Analizziamo il forte terremoto M4.4 ai Campi Flegrei da una prospettiva tecnico-scientifica

Il terremoto di magnitudo 4.4 avvertito lunedì 20 maggio ai Campi Flegrei e Napoli è il più forte mai registrato nell'area in epoca strumentale. Questo però non vuol dire che dobbiamo aspettarci un'imminente eruzione.

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Analizziamo il forte terremoto M4.4 ai Campi Flegrei da una prospettiva tecnico-scientifica
campi flegrei 8 maggio

Dopo le forti scosse di terremoto nei Campi Flegrei avvenute nella serata di lunedì 20 maggio, analizziamo la situazione dal punto di vista scientifico.

Nella zona ci sono state due scosse rispettivamente di magnitudo 3.5 e 4.4 che sono state distintamente avvertite in diversi quartieri di Napoli e in tutta l'area flegrea. Lo sciame sismico è proseguito in particolare con altre due scosse di magnitudo 3.9 e 3.1. L'INGV segnala circa 140 scosse totali di magnitudo superiore a 0.0. Non si registrano né vittime né feriti ma diverse frane e un po' di paura tra la popolazione. Ma cosa sta succedendo dal punto di vista scientifico?

Per prima cosa diciamo che 4.4 è la magnitudo più alta mai registrata nell'area in epoca strumentale, cioè da quando noi registriamo i terremoti. Dal punto di vista tettonico-strutturale non è una magnitudo fortissima in termini assoluti, perché i terremoti legati al movimento delle faglie sono considerati "forti" se superano la magnitudo 5.0 o 6.0.

In questo caso l'origine non è puramente tettonica ma è vulcanica, è legata al bradisismo. Una magnitudo di 4.4 per questa tipologia di sismi quindi è molto forte e anche in archivio la massima registrata è pari a 4.12 nel 1996. Quindi quella di 4.4 è una scossa molto importante anche se questo non significa che ci sia un'eruzione imminente.

Se leggete notizie di questo tipo sappiate che non abbiamo abbastanza informazioni scientifiche per dirlo. Se è vero che attualmente ci troviamo in una fase di crisi bradisismica, nella storia geologica i Campi Flegrei sono stati caratterizzati da altre crisi (l'ultima nel 1982-1984) con tanti terremoti ma poi questi a volte sono sfociati in niente, nella pace totale. Quindi ci sono fasi di terremoti lunghe anni e poi il suolo scende.

Nel 1538 invece c'è stata l'ultima eruzione, non catastrofica ma di media-piccola entità. A oggi quindi noi non abbiamo le informazioni per dire cosa succederà. Sicuramente quello che possiamo dire è che il territorio è monitorato con tecnologie e competenze – forse le migliori nel mondo – e bisogna seguire sempre i dati ufficiali. Quindi la prima cosa che si va fare è vedere cosa dice l'INGV perché loro sono la fonte primaria dell'informazione, sono loro che registrano i terremoti.

Ci rendiamo conto che ci sia una certa situazione di ansia ma non è detto che stia succedendo qualcosa. Soprattutto in questi momenti è necessaria razionalità e ascoltare le istituzioni.

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Andrea Moccia
Direttore editoriale
Sono nato nell'Agosto del 1985, a Napoli. Mi sono pagato gli studi universitari vendendo pop-corn e gelati nelle sale di un Cinema. Ho lavorato per dieci anni in giro per il mondo, di cui sette all'Istituto nazionale francese dell'energia, in qualità di geologo e team manager. Nel 2018 a Parigi, per gioco, è nata Geopop, diventata nel 2021 una azienda del gruppo Ciaopeople. Sono dell'idea che la cultura sia la più grande ricchezza per un Paese e ho deciso di dedicare la mia vita per offrire un contributo e far appassionare le persone alla conoscenza. Col sorriso :)
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