Il premio Nobel è uno dei massimi riconoscimenti mondiali, assegnato ogni anno dal governo svedese a personalità che si sono distinte in vari campi (medicina, fisica, chimica, letteratura, economia, pace) con studi e scoperte che hanno portato a benefici per l'intera umanità. L'istituzione del premio Nobel fu fondata nel 1895 dallo scienziato e inventore svedese Alfred Nobel, in parte per smentire l'immagine di “mercante di morte” che l'opinione pubblica aveva di lui (Nobel fu l'inventore della dinamite e di altre tecnologie usate a scopo bellico). Nel suo testamento Nobel destinò al premio la sua intera fortuna, e ancora oggi l'onorificenza per ciascun campo è accompagnata da un premio in denaro di circa 900.000 euro (da dividere nel caso di più vincitrici o vincitori) finanziati dagli interessi accumulati sul capitale iniziale disposto da Alfred Nobel. Il primo premio Nobel venne assegnato nel 1901. Finora sono stati 21 gli italiani a ricevere questa onorificenza: i primi furono, nel 1906, Giosuè Carducci per la letteratura e Camillo Golgi per la medicina, mentre l'ultimo è stato Giorgio Parisi per la fisica nel 2021; le uniche connazionali premiate con il Nobel sono state Grazia Deledda per la letteratura nel 1926 e Rita Levi-Montalcini per la medicina nel 1986.
Chi ha creato il premio Nobel e la sua particolare origine
Partiamo da lui, Alfred Bernhard Nobel (Stoccolma 1833 – Sanremo 1896), l'ideatore e finanziatore dei premi.
Scienziato di spicco dell‘800, svedese di nascita, Nobel non è conosciuto per aver scoperto qualche miracoloso preparato medico o aver contribuito magari allo sviluppo della locomotiva a vapore, bensì per aver compiuto numerosi studi su esplosivi e nitroglicerina e aver inventato conseguentemente – niente popò di meno che, tra le altre cose – la dinamite, la gelatina esplosiva e la balistite (una polvere esplosiva largamente utilizzata in passato per l'innesco delle armi da fuoco). Come potete immaginare, per quanto si tratti di invenzioni dalle applicazioni più svariate e utili, una di quelle più gettonate fu quella bellica e militare. Si sa: la bontà o meno di ogni invenzione viene giudicata a posteriori in base al suo utilizzo (si pensi ad esempio a tutta la discussione etica sullo sviluppo dell'energia nucleare e, conseguentemente, anche della bomba atomica) e Nobel ebbe molti detrattori… Detrattori che, senza volerlo, furono proprio la miccia per la creazione dei premi.
Siamo nel 1888 e – ahimè – il fratello di Alfred, Ludvig, passa a miglior vita nel corso di un esperimento. Si verifica evidentemente un malinteso comunicativo e in un giornale francese, pensando che invece sia deceduto Alfred, viene pubblicato un necrologio dello scienziato, definito senza mezzi termini "mercante di morte", con tanto di ulteriori commenti decisamente poco lusinghieri. Ebbene, lo scienziato svedese – caso o destino che sia – si ritrova a leggere ante-mortem tale necrologio e ne rimane turbato, talmente tanto da decidere di trovare un modo per lasciare ai posteri un ricordo di sé decisamente migliore. Così, il 27 novembre 1895, circa un anno prima della sua morte, redige un testamento in cui destina la sua immensa fortuna, accumulata grazie ai brevetti delle sue invenzioni e ad altre attività e investimenti, all'istituzione di cinque premi annuali da assegnare a coloro i quali, nel corso dell'anno precedente, abbiano reso i "maggiori servizi all'umanità" nei campi della fisica, chimica, medicina (o fisiologia) e letteratura e si siano particolarmente messi in luce per favorire la pace tra i diversi popoli.
Come funziona l’assegnazione dei premi Nobel
Dopo la morte di Nobel, gli esecutori del suo testamento hanno istituito una Fondazione per gestire il patrimonio dello scienziato e per l'assegnazione dei premi. Così, dal 1901 questi ultimi sono ufficialmente e solennemente consegnati il 10 dicembre (data dell'anniversario della dipartita di Alfred), anche se i nomi dei vincitori vengono annunciati con anticipo, come accaduto per il Nobel assegnato di recente al Prof. Giorgio Parisi. Inoltre, in aggiunta ai cinque premi iniziali (fisica, chimica, medicina, letteratura, pace), dal 1968 si è aggiunto quello per l'economia, istituito a spese proprie dalla Banca Centrale di Svezia.
Quali sono gli enti incaricati dalla Fondazione Nobel per valutare a chi conferire i premi? Se ne occupano varie commissioni all'interno di diversi soggetti. L'Accademia reale svedese delle scienze è responsabile del Nobel per la fisica, per la chimica e per l'economia; il Karolinska Institutet di quello per la medicina e l'Accademia svedese del premio Nobel per la letteratura. Chi si occupa invece di quello per la pace? A differenza di tutti gli altri, è assegnato da un apposito comitato norvegese, composto da cinque persone scelte dal Parlamento di Oslo, ed è proprio nella capitale della Norvegia che viene assegnato, al contrario degli altri, conferiti presso la Sala dei Concerti di Stoccolma, in Svezia. Per quale motivo una simile scelta? Dovete sapere che dal 1814 e fino al 1905, Svezia e Norvegia sono state unite sotto la stessa corona e verso la fine dell'800 era proprio la Norvegia a spingere per una separazione. Si pensa perciò che Alfred Nobel abbia voluto assegnare in modo iconico l'assegnazione del premio Nobel per la pace a un ente norvegese proprio per favorire il confronto tra le parti e per giungere a una soluzione pacifica del problema.
Chiunque può vincere un premio Nobel? Ovviamente la risposta è banale: no. Anzitutto tutti i premi sono assegnati a persone fisiche, a eccezione di quelli per la pace che possono essere conferiti anche a istituzioni e movimenti. Inoltre, nessuno può proporre direttamente la propria candidatura. La rosa dei possibili vincitori prende corpo nel periodo tra settembre e gennaio e le candidature sono spinte dalla stessa comunità scientifica (e non solo): professori, scienziati, accademici, ex vincitori di premi Nobel e anche istituzioni fanno infatti sempre una certa pressione sui comitati di valutazione affinché sia scelto un candidato piuttosto che un altro, sempre nel rispetto – ovviamente – della realizzazione di studi e ricerche dall'indiscutibile spessore. In ogni caso la storia dell'assegnazione dei premi non manca di episodi discussi, critiche, consegne rifiutate e mancate. Si pensi, ad esempio e soprattutto, alle onnipresenti discussioni in merito al Nobel per la pace, laddove chiaramente il differente grado di discrezionalità e la politicizzazione del premio generano malumori e pareri molto contrastanti.
Il premio in denaro
Vincere il Nobel non è solo una questione di prestigio e di riconoscimento del proprio lavoro, ma garantisce anche un sostanzioso premio in denaro, pari a 9 milioni di corone svedesi (885.000 €, al tasso di cambio in data attuale), da spartire eventualmente tra i co-vincitori in quote stabilite dai comitati di assegnazione. Ma da dove arriva il denaro? Sono soldi nostri? No, pensate che i premi (a eccezione di quello per l'economia di cui si occupa la Banca Centrale di Svezia) sono ancora finanziati grazie agli interessi ottenuti sul capitale donato da Alfred Nobel con il suo testamento.
Vincitori illustri e vincitori italiani
Tra i vincitori del Nobel troviamo centinaia di personalità e istituzioni illustri. Da Marie Curie (premiata due volte, per la fisica nel 1903 e per la chimica nel 1911) a Milton Friedman (economia, 1976), da Albert Einstein (fisica, 1921) a Alexander Fleming (medicina, 1945), da Ernest Hemingway (letteratura, 1954) a Nelson Mandela (pace, 1993), per non citare, ad esempio, la Croce Rossa, con 5 premi per la pace associabili. L'Italia, d'altra parte, non sfigura e il Prof. Parisi è solo l'ultimo di una lunga serie di menti brillanti, in particolare in campo fisico, medico e letterario. Per citare solo un nome per categoria, ricordiamo Rita Levi-Montalcini (medicina, 1986), Enrico Fermi (fisica, 1938), Giulio Natta (chimica, 1963), Grazia Deledda (letteratura, 1927), Ernesto Teodoro Moneta (pace, 1907) e Franco Modigliani (economia, 1985).
Principio di autorità e Premi Nobel
Visto l'argomento dell'articolo, è importante sottolineare una questione che sta molto a cuore a ogni divulgatore scientifico: l‘importanza di non cadere nel famoso principio di autorità quando si parla o si discute di temi scientifici. Principio di autorità? A che cosa ci si riferisce? Avete presente quando, parlando di un determinato argomento, per sostenere la propria posizione ci si appoggia a una citazione famosa oppure alle tesi – per l'appunto – di un premio Nobel? Ecco, se e quando lo facciamo, stiamo ricorrendo al principio di autorità. Ora, un conto è se ne facciamo un uso consapevole e critico e se il pensiero che riportiamo è confermato dalla comunità scientifica di riferimento o dalla maggioranza dei suoi membri; un altro conto è se invece le parole dell'esperto in questione non trovano altre conferme e riscontri nelle ricerche e negli studi altrui. Intendiamoci, cioè: i premi Nobel sono esseri umani e, come tali, possono commettere degli errori anche grossolani e prendere lucciole per lanterne, soprattutto quando esulano dal loro specifico ambito di ricerca. Perciò, stiamo sempre attenti a fare buon uso della ragione e a considerare con il dovuto rispetto, ma anche con la dovuta dose di raziocinio, le parole di chiunque, perfino di un premio Nobel.