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15 Febbraio 2025
13:00

Storia del Carnevale di Viareggio: chi realizza i carri e come viene votato il vincitore

Il Carnevale di Viareggio nasce nel 1873 in corrispondenza dell'antica tradizione caratterizzata da sfilate in maschera e spettacoli. La città Toscana è teatro di un mese di festeggiamenti e sfilate di enormi carri allegorici di cartapesta tra i più grandi al mondo, al termine del quale viene eletto il vincitore.

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Storia del Carnevale di Viareggio: chi realizza i carri e come viene votato il vincitore
carnevale di viareggio

Il Carnevale di Viareggio (provincia di Lucca, Toscana) è, insieme a quello di Venezia e di Ivrea, uno dei più famosi d’Italia. Quest’anno si svolge da domenica 9 febbraio a martedì 4 marzo 2025: si tratta di un evento spettacolare nato nel lontano 1873 che coniuga arte, cultura e spettacolo con la sfilata dei mastodontici carri allegorici di cartapesta e la nomina del carro vincitore. La città di Viareggio attrae pubblico da tutto il mondo con un mese intero di feste, sfilate, veglioni e intrattenimento. Il Carnevale è una festa di origine antica, caratterizzata da sfilate in maschera, balli, spettacoli e manifestazioni popolari. Tradizionalmente rappresenta il periodo prima dell’inizio della Quaresima, la fase di digiuno e penitenza che precede la Pasqua nella tradizione cristiana.

La storia del Carnevale di Viareggio dal 1873 ad oggi

È il 25 febbraio 1873, martedì grasso: lungo la via Regia, nel cuore della città vecchia di Viareggio, sfilano per la prima volta carri addobbati e carrozze che celebrano il Carnevale. Nasce così questa storica tradizione che, anno dopo anno, è arrivata fino a noi: nel 1905 la sfilata si sposta sul lungomare e, dopo una pausa di sei anni dovuta alla Prima Guerra Mondiale, nel 1921 il musicista e direttore d’orchestra Icilio Sadun compone la prima canzone per il Carnevale, accompagnata dalle parole di Lelio Maffei. Ogni edizione di questo evento, infatti, è accompagnata da una specifica canzone: oggi tutti i brani sono raccolti nell’Albo d’Oro. Nello stesso anno, nasce la Rivista che ancora oggi racconta il Carnevale.

Negli anni successivi le maschere e i carri diventano sempre più elaborati, raffinati e spettacolari: nel 1923 l’enorme carro dedicato a Pierrot è animato da movimenti meccanici, e la famosa maschera sembra quasi prendere vita tra lo stupore del pubblico. La grande innovazione arriva poi nel 1925, quando l’artista Antonio D’Arliano mette a punto l’utilizzo della cartapesta – che si è poi evoluta nella carta a calco – per realizzare maschere e personaggi di dimensioni sempre più grandi e sempre più leggere.

A cavallo della Seconda Guerra Mondiale il Carnevale si ferma per altri cinque anni, per poi riprendere nel 1946. Questa pausa forzata permette agli artisti e alla città di ripensare il Carnevale ancora più in grande. Una nuova, grande novità arriva nel 1954: il Carnevale è trasmesso in televisione, e nel 1958 addirittura in Eurovisione. Nel 1973 si celebra il centenario con un’edizione pirotecnica e memorabile dedicata alla pace e al dialogo tra i popoli e nel 1984 la Lotteria Nazionale di Viareggio viene abbinata al concorso dei carri. Il 2001 è poi un anno di grande svolta per la città: viene infatti edificata la Cittadella del Carnevale, il più grande parco tematico d'Europa dedicato alle maschere, spazio appositamente progettato dall’architetto Francesco Tomassi.

Il Carnevale di Viareggio è dunque una tradizione che resiste al tempo e che si rinnova anno dopo anno, anche grazie all’istituzione di una Fondazione che si occupa dell’organizzazione dell’evento, che vede partecipanti da tutto il mondo.

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Carro in cartapesta raffigurante Totò durante la sfilata del Carnevale di Viareggio.

I carri di cartapesta: quanto sono grandi e come vengono realizzati

I carri del Carnevale di Viareggio sono enormi e spettacolari opere in cartapesta, alti circa 20 metri e larghi circa 12. Rappresentano immagini allegoriche, che raccontano storie, tradizioni, vizi e virtù dell’animo umano, personaggi famosi con le loro doti e criticità, e non risparmiano nemmeno la satira politica.

Vera e propria anima della manifestazione, i carri sono costruiti in cartapesta, materiale che, come abbiamo accennato, è stato ideato appositamente nel 1925: una lavorazione artigianale a opera dei Maestri costruttori viareggini e profondamente espressiva, basata sulla versatilità dell’interpretazione artistica e anche sul fondamentale riutilizzo dei materiali. Si dice infatti che “tutte le notizie del mondo arrivano a Viareggio”, proprio perché per realizzare i carri con la carta a calco vengono utilizzate ogni anno circa 5 tonnellate di pagine di giornale, impastate poi con acqua, colla e farina. I costruttori di carri viareggini sono veri e propri artigiani, che mettono la propria arte a disposizione di questo evento, e sono consorziati in ben 21 ditte specializzate al lavoro all’interno della Cittadella.

Tra le maschere nate proprio in occasione del Carnevale di Viareggio troviamo Burlamacco, realizzato per la prima volta nel 1931: simile a un clown, con una lunga tuta a scacchi rossi e bianchi, un cappello feluca sulla testa e un mantello nero che gli scopre le spalle, è una delle maschere ora famose in tutto il mondo come simbolo della manifestazione. La sua compagna è Ondina, creatura vestita di azzurro e rosso, che simboleggia il mare, esprimendo il legame della città con le onde che la bagnano.

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Burlamacco, la maschera ufficiale del Carnevale di Viareggio. Credit: Deborah75, CC BY–SA 4.0, via Wikimedia Commons

Come funziona la gara dei carri e come viene votato il vincitore

Il Carnevale termina con la proclamazione dei carri vincitori: ogni anno infatti sfilano 9 carri di prima categoria, 5 di seconda categoria, 9 mascherate in gruppo e 9 maschere isolate. A decretare i vincitori è la Giuria del Carnevale, composta a sua volta da due gruppi di giurati, uno per le costruzioni di prima e seconda categoria e uno per le mascherate di gruppo e le maschere isolate.

I giurati sono personalità di diverso tipo, tutte provenienti da fuori Viareggio, nominati dall’organo direttivo dalla Fondazione che organizza il Carnevale: artisti, registi, personaggi del mondo dello spettacolo, dell’arte e della cultura, ma anche studenti, fumettisti, studiosi, giornalisti e operatori culturali a vario titolo (qui è possibile consultare la giuria del 2024). I giurati esprimono le loro preferenze su una scheda con un punteggio, che viene poi sommato.

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