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14 Febbraio 2024
10:34

Perché ci travestiamo a Carnevale? Da rito propiziatorio a “fossile sociale”

Già gli antichi Greci e Romani celebravano riti in maschera a scopo propiziatorio ma anche per livellare le differenze sociali. Pur perdendo la sua funzione propiziatoria, il Carnevale continua a rimanere una festa importante socialmente perché sospende temporaneamente alcune regole sociali.

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Perché ci travestiamo a Carnevale? Da rito propiziatorio a “fossile sociale”
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Le radici del Carnevale e del travestirsi durante questa festività affondano nel mondo antico. Ai tempi dell'antica Grecia, per esempio, i riti diosiniaci si svolgevano in maschera così come nll’antica Roma i Saturnalia e i Lupercalia prevedevano travestimenti soprattutto come rito propiziatorio.

Ma se in passato i rituali del Carnevale avevano un significato propiziatorio, perché continuiamo a festeggiarlo anche se è venuto meno questo fine? E perché ci travestiamo? L’antropologo Edward Burnett Tylor utilizza il termine “fossile sociale” per spiegare la permanenza di credenze, idee o pratiche (per esempio quella del Carnevale) che continuano ad essere esercitate e tramandate anche se il loro significato originale viene perso nel tempo. La credenza o la festa può sopravvivere e ripresentarsi proprio come un fossile.

La pratica del travestirsi, in particolare, permette di uscire dal sé usuale e di entrare a far parte temporaneamente di un mondo dove le regole sono sovvertite. È un momento catartico, attraverso cui l'individuo e la società, in qualche modo, si rigenerano.

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Bisogna tenere in considerazione che le festività sono momenti della vita sociale di durata variabile, che interrompono la sequenza delle normali attività quotidiane. L’essenza e la funzione stessa della festa è quella di scandire il tempo: interrompendo il periodo del lavoro produttivo, diventa un momento di opposizione al sistema costituito e vigente, aprendo le porte a eccessi, trasgressioni e infrazioni di norme e divieti sociali anche molto forti (per esempio la distinzione tra classi sociali). Durante la festa è possibile fare sfogo allo spreco e alla distruzione.

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E così, i travestimenti consentono di uscire dal sé usuale: si dissimula ciò che non si è e al contempo ci si allontana dalla realtà quotidiana. Un aspetto che ne sottolinea la rilevanza è proprio il timore che spesso le classi dominanti hanno avuto nei confronti di questo tipo di tradizioni, che hanno il potere di “appiattire” le differenze e permettono a tutti di essere ciò che vogliono, per un periodo limitato di tempo. Ricordiamo per esempio le ordinanze di Napoleone, e quelle austro-ungariche, che proibirono il carnevale veneziano perché accusato di aizzare disordini sociali e possibili rivolte.

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