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13 Settembre 2023
12:00

Centrali nucleari sotterranee, sarebbe possibile realizzarle?

Le centrali nucleari sotterranee potrebbero essere una nuova applicazione tecnologica ed energetica.

A cura di Elena Buratin
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Centrali nucleari sotterranee, sarebbe possibile realizzarle?
centrali nucleari sotto terra

Le centrali a fissione nucleare sono installate e operative in numerosi Paesi, uno fra tutti la vicina Francia, ma a causa della produzione di scorie radioattive e della percezione di un elevato rischio restano una fonte energetica molto dibattuta. Un'applicazione interessante riguarderebbe la possibilità di costruire centrali nucleari sotterranee, come supportato in Italia per esempio dal premio Nobel Carlo Rubbia e dall'ingegnere civile Pietro Lunardi. Scopriamo insieme di cosa si tratta, quali sono i pareri contrari e dove sono nel mondo degli esempi già realizzati di questo tipo di impianto.

Come funziona una centrale nucleare sotterranea

Negli anni '80 nacque l'idea di ubicare i reattori nucleari sotto terra. Il concetto originale di queste centrali prevede uno scavo a cielo aperto, profondo circa 90-100 metri, per consentire la costruzione della struttura di contenimento del reattore. Dopo la costruzione, la fossa deve essere ricoperta con del terreno selezionato, in modo tale da confinare un eventuale rilascio di radioattività dovuto alla rottura della struttura di contenimento. In alternativa, alcuni progetti prevedevo di sfruttare una cavità scavata all'interno della roccia.

I reattori sotterranei non richiedono nuove tecnologie e le tipologie di impianto possono spaziare dalla terza alla quarta generazione, dai reattori termici a quelli a neutroni veloci, come per le centrali superficiali. Negli anni '80, però, la tecnologia non era ancora così avanzata e il costo di questo tipo di opera si stimava essere superiore al costo di una centrale nucleare superficiale.

Centrali nucleari sotterranee esistenti

Nel lontano 1966 la Cina cominciò a costruire una centrale a fissione nucleare all'interno di una montagna, nella base militare 816. Il progetto fu bloccato nel 1984, quando era completo ormai all'80%.

In Europa diverse centrali sotterranee hanno funzionato in passato o funzionano tuttora per la produzione di elettricità, calore o per ricerca scientifica. La centrale di Halden, in Norvegia, era un reattore ad acqua bollente (BHWR) da 25 MW elettrici (MWe), attivo dal 1958 al 2018 per ricerca scientifica.

centrale di halden
La centrale di Halden. Credit: FinnWikiNo, CC BY–SA 3.0, via Wikimedia Commons.

In Svezia, ad Ågesta, nel 1957 cominciò la costruzione di una centrale nucleare sotterranea ad acqua pesante (PHWR). Essa prouduceva elettricità (12 MW elettrici) e calore (80 MW termici) per un distretto a sud di Stoccolma. Fu dismessa nel 1974.

La Svizzera costruì un impianto, la centrale di Lucens, da 6 MW elettrici in una caverna. Questo impianto era moderato ad acqua e raffreddato con CO2. La sua costruzione cominciò nel 1962 e il suo funzionamento fu arrestato nel 1969 a causa di un incidente al sistema di raffreddamento, con la conseguenza fusione parziale del nucleo e la contaminazione radioattiva della caverna che fu poi sigillata.

Anche in Francia ne fu costruita una negli anni '60: si tratta della centrale ad acqua pressurizzata (PWR) di Chooz. Questo impianto è costituito da tre reattori, chiamati A, B1 e B2, dei quali gli ultimi due sono ancora operativi e producono 1560 MW elettrici ciascuno.

La diatriba italiana

Nel 2015 Carlo Rubbia rilasciò un'intervista a Giovanni Caprara porponendo, assieme a Pietro Lunardi, l'idea di installare nel nostro Paese centrali a fissione nucleare sotterranee, a 200-300 metri di profondità. Secondo loro questa distanza ridurrebbe i problemi di sicurezza legati a terremoti o tsunami, in quanto installati in zone a rischio limitato, o in caso di incidente. Risolverebbe in parte anche il problema dello stoccaggio delle scorie radioattive prodotte.

Secondo Lunardi, la costruzione di questi impianti avrebbe un costo fino al 50% inferiore rispetto a quello delle centrali costruite in superficie, grazie all'avanzamento tecnologico e alle competenze in termini di scavi. D'altro parere è invece il Premio Nobel Giorgio Parisi, secondo cui il rischio di terremoto e l'elevata densità abitativa italiana non permetterebbero di implementare in piena sicurezza nessuna soluzione nucleare come fonte energetica in Italia.

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