
Il giorno di Ognissanti, noto anche come “Tutti i Santi”, è una festività con la quale i cristiani, cattolici e ortodossi, celebrano i santi per i quali non è previsto un giorno specifico nel calendario. La festa, che ricorre ogni anno il 1° novembre, trae origine dal culto dei santi, attestato sin dal primo secolo d.C. e, in misura più compiuta, dal IV secolo, quando si affermò la venerazione dei martiri.
Nel IV secolo è attestata anche la prima celebrazione della ricorrenza di Ognissanti, che originariamente cadeva in maggio: la data del primo novembre è stata invece scelta nell’VIII secolo da papa Gregorio III. Da allora, la celebrazione ha guadagnato grande popolarità e oggi in molti Paesi cattolici è anche una festa civile. Le tradizioni legate alla celebrazione derivano in larga parte dal fatto che la ricorrenza è contigua alla Commemorazione dei defunti, che cade il 2 novembre. Per questa ragione, l’usanza più diffusa del primo novembre è fare visita ai propri congiunti al cimitero.
Perché si festeggia Ognissanti: il significato
Il culto dei santi è diffuso nel Cristianesimo e, in forme e misure diverse, è presente anche in altre religioni, come l’ebraismo e l’Islam.

Nel cristianesimo il culto dei santi è molto antico: già nel I secolo d.C., poco dopo la nascita del nuovo credo, accanto al culto di Gesù si affermò quello degli apostoli. Nei secoli successivi si diffuse la venerazione dei martiri. Come sappiamo, nei primi secoli il cristianesimo era una religione “illegale” e i fedeli subirono numerose persecuzioni da parte delle autorità romane. Coloro che venivano uccisi per la loro fede, noti come martiri (che letteralmente significa "testimoni"), divennero oggetto di venerazione. Il culto si affermò a partire dal IV secolo, quando il cristianesimo fu legalizzato (dall'editto di Milano di Costantino, 313 d.C.) e in seguito proclamato unica religione dell’impero (editto di Tessalonica di Teodosio, 380 d.C.). Non essendo più necessario nascondere il culto cristiano, la Chiesa poté incentivare il culto dei martiri. Più specificamente, papa Damaso I, in carica dal 366 al 384, ordinò di restaurare le catacombe (cioè i luoghi sotterranei dove erano seppelliti i cristiani nei primi secoli) e di rintracciare le tombe dei martiri. Con il passare degli anni, si affermò anche il culto di santi che non erano stati martirizzati, ma si erano distinti per la professione della fede o per altre doti.

La Chiesa cattolica, però, ammette solo la venerazione dei santi, e non l’adorazione, che è riservata a Dio.
Perché Tutti i Santi si celebra il 1° novembre: le origini
La celebrazione di tutti i santi, anche nota come giorno di Ognissanti, cade il primo novembre ed è osservata nei Paesi cattolici e in quelli dove prevalgono alcune altre confessioni cristiane, come quella ortodossa. Non è riconosciuta nei Paesi protestanti. Celebra tutti i santi, sia quelli canonizzati (riconosciuti ufficialmente) sia quelli anonimi, che hanno vissuto nella santità quotidiana e sono già santi in Paradiso, anche se nessuno li conosce per nome. L’idea di dedicare un giorno alla celebrazione dei santi e dei martiri emerse già nel IV secolo: le prime celebrazioni della ricorrenza sono attestate ad Antiochia, una città della Siria, come riportato da due autori, San Giovanni Crisostomo e Sant’Efrem il Siro, secondo i quali la celebrazione si teneva la domenica successiva alla Pentecoste. La celebrazione si diffuse in misura maggiore nei secoli seguenti.
Il 13 maggio del 609 (o 610, secondo altre fonti) il Pantheon di Roma fu consacrato come chiesa cristiana dedicata alla Vergine e a tutti i martiri, con il nome di Sancta Maria ad Martyres. Nei decenni successivi, l’anniversario della consacrazione potrebbe essere diventato l’occasione per ricordare tutti i santi. In seguito, papa Gregorio III (731-741) spostò la festa al 1º novembre, data della consacrazione di un oratorio nella vecchia basilica di San Pietro che custodiva numerose reliquie. La scelta rispondeva anche al desiderio di sostituire antichi culti pagani: proprio quel giorno, infatti, si celebrava San Cesario di Terracina, figura associata agli imperatori romani e a tradizioni che il papa intendeva superare.

Fatto sta che, da allora, la celebrazione di Ognissanti ha guadagnato grande popolarità. Nel IX secolo il sovrano dei Franchi, Ludovico il Pio, dispose che fosse considerata una festa di precetto, cioè un giorno nel quale tutti i fedeli sono tenuti a partecipare alla messa, come è ancora oggi; nel XV secolo papa Sisto IV dotò la ricorrenza di una ottava, stabilì cioè che erano da considerare festivi gli otto giorni successivi. L’ottava è stata abolita dal Concilio Vaticano II, ma la celebrazione della ricorrenza non ha perso la sua importanza.
Come si celebra la festa di Ognissanti in Italia e nel mondo: le tradizioni
Oggi la festa di Ognissanti è popolare in tutto il mondo cattolico e anche in alcuni Paesi dove prevalgono altre confessioni cristiane. In diversi Paesi cattolici, tra i quali l’Italia, è considerata una festa civile, con scuole e uffici chiusi.
Le tradizioni del giorno di tutti i santi sono collegate alla Commemorazione dei defunti, che cade il 2 novembre. In Italia e in altri Paesi è tradizione fare visita ai defunti nei cimiteri, spesso occupandosi di abbellire le tombe con fiori e lampade votive. La tradizione è diffusa in tutta l’Europa cattolica e in molti Paesi del continente americano. In Messico, per esempio, il primo novembre è considerato il primo giorno della commemorazione dei defunti ed è dedicato ai bambini morti in tenera età (mentre il 2 novembre è dedicato alla commemorazione dei defunti adulti).

Negli Stati Uniti e in Canada, la celebrazione cristiana di Ognissanti ha in parte influenzato la nascita del nome della festa di Halloween, che però affonda le sue origini nella più antica festività celtica di Samhain, che segnava l’inizio dell’inverno. Col tempo, la ricorrenza ha assunto un carattere soprattutto laico e popolare. In Italia, il 1º novembre è anche l’onomastico di chi porta un nome adespota, cioè non legato a un santo del calendario.