L’Islam è una religione monoteistica abramitica diffusa in tutto il mondo, con prevalenza in Medio Oriente e Nord Africa, fondata da Maometto nel VII secolo d.C. nella Penisola araba, ma anche un sistema socio-culturale e politico. Come numero di fedeli (circa 2 miliardi) il credo è secondo solo al cristianesimo. Si basa sul concetto della sottomissione dell’uomo alla volontà di Dio e prevede che i fedeli osservino cinque precetti fondamentali. A differenza del cristianesimo, la religione islamica non prevede che i sacerdoti fungano da “intermediari” tra l’uomo e Dio.
La storia dell’Islam ha avuto inizio nel VII secolo, quando Muhammad (Maometto), un mercante della città araba di Mecca, iniziò a divulgare il nuovo credo, sostenendo che gli fosse stato rivelato da Dio. Nel volgere di alcuni decenni i suoi seguaci conquistarono un vasto territorio in Medio Oriente e Nord Africa, ma il mondo musulmano si divise in numerosi Stati indipendenti. In Occidente l’Islam è a volte guardato con sospetto, ma in genere la paura nasce dalla mancanza di conoscenza.
Cos’è l’Islam
L’Islam è, insieme al cristianesimo e all’ebraismo, una delle tre grandi religioni rivelate. La parola Islam significa letteralmente “sottomissione”, sottinteso a Dio, e i fedeli sono definiti musulmani, cioè “sottomessi”. Il numero dei musulmani si aggira intorno ai 2 miliardi, pari a circa un quarto della popolazione mondiale. L’Islam è perciò la seconda religione con più fedeli dopo il cristianesimo (che ne conta circa 2,4 miliardi di credenti, divisi in diverse confessioni). I musulmani sono maggioritari in Medio Oriente, in Nord-Africa e in alcuni Paesi asiatici, ma sono presenti, come minoranza, in quasi tutto il mondo.
L’Islam è nato in Arabia e considera l’arabo come sua lingua sacra. Attenzione però a non confondere gli arabi con i musulmani. Gli arabi sono un popolo, non una comunità di fedeli, e costituiscono solo il 25% dei musulmani. Inoltre, sebbene tra di loro l’Islam sia maggioritario, esistono anche arabi che professano altre religioni.
La teologia islamica
I musulmani credono in un Dio unico e onnipotente (Allah è la traduzione della parola “Dio” in arabo). Dio, secondo i teologi dell’Islam, ha inviato sulla Terra venticinque profeti, tra i quali Abramo e Gesù. L’ultimo profeta è stato Muhammad, al quale Dio ha rivelato il Corano, che contiene il completamento della rivelazione iniziata con i profeti precedenti.
Come in altre religioni, anche nell’Islam Dio premia i giusti e punisce i malvagi. Dopo la morte agli uomini può toccare il paradiso (detto Janna) o un castigo simile all’inferno del cristianesimo.
I cinque pilastri dell’Islam e il jihad
I fedeli musulmani sono tenuti a rispettare cinque precetti:
- la Shahada, professione della fede in Dio e in Muhammad come suo profeta;
- la Salat, preghiera da effettuare cinque volte al giorno;
- la Zakat, elemosina da elargire ai poveri;
- il digiuno diurno nel mese sacro del Ramadan;
- l’Hajj, pellegrinaggio alla Mecca almeno una volta nella vita.
Naturalmente, il rispetto dei precetti varia a seconda delle persone: esistono musulmani osservanti e musulmani che, pur credendo in Dio, non praticano il culto. In media, però, i seguaci dell’Islam sono più rispettosi dei precetti religiosi rispetto a quelli delle altre confessioni.
Molte scuole religiose islamiche prevedono anche altre norme di comportamento, come il jihad. Letteralmente la parola significa “sforzo” ed è intesa come impegno per il miglioramento di sé (jihad superiore) e per la propagazione della fede (jihad inferiore). In Occidente in genere jihad è interpretato come “guerra santa”, perché in passato lo “sforzo” per la propagazione della fede ha incluso anche la guerra. Tuttavia, “guerra santa” non è il significato prevalente nel mondo islamico.
Le divisioni dell’Islam e l’assenza del clero
L’Islam è diviso in più confessioni. Le due più importanti sono il sunnismo, che è largamente maggioritaria, e lo sciismo.
La presenza di sacerdoti, intesi come coloro che “portano” la parola di Dio ai fedeli, non è prevista. Esistono però delle figure alle quali, per la loro competenza teologica, è riconosciuto un ruolo di guida della comunità. Tra loro vi sono gli imam, che “guidano” la preghiera nelle moschee, e gli ulema, i dotti che interpretano il Corano.
I musulmani dispongono di appositi edifici di culto, le moschee, ma possono pregare in qualsiasi luogo. La venerazione dei santi e delle immagini non è ammessa.
Le origini dell’Islam
L’Islam è nato nel VII secolo d. C. nella Penisola araba. Nell’anno 610 un mercante della città di Mecca, Muhammad, radunò un gruppo di seguaci, sostenendo di aver ricevuto da Dio la rivelazione della fede. Entrato in contrasto con altri clan di Mecca, nel 622 Muhammad si trasferì in un’altra città araba, Yathrib, poi chiamata Medina. La fuga, conosciuta come egira, è considerata l’inizio dell’era islamica ed è l’evento dal quale i musulmani contano gli anni. Dopo l’egira, infatti, Muhammad e i suoi seguaci si riorganizzarono e riuscirono a conquistare Mecca e tutta la Penisola araba, aggregando un numero sempre maggiore di fedeli.
Ma perché l’Islam ebbe successo? In sintesi, perché era un credo facilmente comprensibile alla gente comune e capace di fornire un superiore ideale di vita. Erano, almeno in parte, gli stessi fattori che alcuni secoli prima avevano permesso il successo del cristianesimo.
Il califfato e la frammentazione
Muhammad morì nel 632. Alla guida della comunità musulmana si susseguirono i califfi, cioè i suoi “vicari”, che continuarono l’espansione, conquistando il Medio Oriente, il Nord Africa e alcuni territori europei. I, genere, i musulmani non imponevano la loro fede ai popoli sottomessi, se questi erano di religione cristiana o ebraica (non accettavano invece i culti politeisti), ma esercitavano pressioni di vario genere per favorire le conversioni.
L’unità del mondo musulmano venne presto meno. Già durante il VII secolo gli sciiti si separarono dalla comunità. Nei secoli successivi il califfato si suddivise in numerosi Stati indipendenti, talvolta in guerra tra loro. Nel XVI secolo, il titolo di califfo fu assunto dal sultano dell’Impero ottomano, che però non controllava tutto il mondo musulmano. Nel 1924, dopo che l’impero era crollato, il titolo fu abolito e oggi non esiste un califfo universalmente riconosciuto.
Fondamentalismo e islamofobia
Negli ultimi decenni, e in particolare dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, in Occidente l’Islam è spesso associato agli attentati compiuti da fondamentalisti. Dal terrorismo è derivata una vera e proprio di paura dell’Islam, visto da alcuni cittadini come una religione che vuole “conquistare” il mondo occidentale.
Tuttavia il fondamentalismo, pur sfruttando argomenti religiosi, nasce da ragioni politico-sociali più che dalla fede. Il terrorismo, più specificamente, non è contemplato dalla dottrina musulmana e i dotti dell’Islam ritengono che sia non solo ingiusto, ma anche contrario alla volontà di Dio. Inoltre, sebbene il terrorismo islamista sia spesso rappresentato come un attacco contro l’Occidente, in realtà le sue vittime sono in larga maggioranza musulmani e gli attentati avvengono soprattutto in paesi islamici.