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29 Aprile 2025
18:30

Chi è il cardinale Pietro Parolin e perché è tra i papabili del Conclave per diventare il nuovo Papa

Pietro Parolin, 70 anni, vicentino, è l’attuale Segretario di Stato vaticano. Con una lunga carriera diplomatica alle spalle e una posizione equilibrata tra progressismo e conservatorismo, è il cardinale favorito a essere eletto Papa al Conclave. Uomo di fiducia di Papa Francesco, ha negoziato accordi cruciali, come quello con la Cina.

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Chi è il cardinale Pietro Parolin e perché è tra i papabili del Conclave per diventare il nuovo Papa
Pietro Parolin

Pietro Parolin è un cardinale nato il 17 gennaio 1955 a Schiavon in provincia di Vicenza che ricopre dal 2013 il ruolo di Segretario di Stato della Santa Sede scelto da Papa Francesco. Ha alle spalle una brillante carriera diplomatica: funzionario nelle nunziature apostoliche della Nigeria e del Messico, attivo presso la Segreteria di stato a Roma, nunzio apostolico in Venezuela. Oggi Parolin è considerato papabile in vista del Conclave del 7 maggio 2025 in virtù delle capacità diplomatiche e delle posizioni politiche, che potrebbero costituire un punto d’incontro tra cardinali progressisti e conservatori. Sarà proprio lui a presiedere il Conclave, sostituendo il Decano Giovanni Battista Re e il Sottodecano Leonardo Sandri, entrambi over 80 e quindi esclusi dall'assemblea. È per questo motivo che Re, durante la messa Pro Eligendo Pontifice, si è rivolto a Parolin facendogli i «doppi auguri».

Famiglia e istruzione del cardinale Parolin

Pietro Parolin è nato a Schiavon, in provincia di Vicenza, il 17 gennaio 1955. È figlio di un commerciante di ferramenta e di una maestra elementare, ha una sorella, Maria Rosa, di professione insegnante, e un fratello, Giovanni, che oggi è magistrato.

La chiesa parrocchiale di Schiavon (credits Pottercomuneo)
La chiesa parrocchiale di Schiavon, paese natale di Pietro Parolin. Credit: Pottercomuneo

Parolin ha avuto una vocazione molto precoce e già nel 1969, a soli quattordici anni, è entrato in seminario a Vicenza. Nel 1980 è stato ordinato sacerdote e tre anni più tardi si è iscritto alla Pontificia accademia ecclesiastica, l’istituzione che forma i diplomatici vaticani, intenzionato, in accordo con i suoi superiori, a intraprendere questa carriera.

La carriera diplomatica di Parolin

Nel 1986, dopo aver conseguito la laurea in Diritto Canonico presso la Pontificia Università Gregoriana, Parolin è entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede. Dal 1986 ha prestato servizio presso la Nunziatura Apostolica (una sorta di ambasciata) in Nigeria, esercitando un ruolo simile a quello dei funzionari diplomatici degli Stati; dal 1989 al 1992 ha lavorato presso la nunziatura in Messico, partecipando alle trattative per l’avvio delle relazioni diplomatico tra il Paese latino-americano e la Santa Sede.

Tornato a Roma nel 1992, Parolin ha prestato servizio presso la Segreteria di Stato, collaborando con i cardinali Angelo Sodano e Tarcisio Bertone, segretari rispettivamente dal 1990 al 2006 e dal 2006 al 2013. Come funzionario della Segreteria, Parolin si è occupato di varie questioni, tra le quali i rapporti della Chiesa con la Cina, un Paese dove fino a pochi anni fa esistevano due gerarchie ecclesiastiche: una riconosciuta dallo Stato e una fedele al Papa, ma clandestina e non riconosciuta dalle autorità civili.

Parolin nel 2006
Il cardinale Pietro Parolin nel 2006.

Nel 2009 Parolin fu nominato nunzio apostolico in Venezuela, Paese con il quale le relazioni della Santa Sede erano piuttosto tese, e consacrato vescovo.

La nomina a Segretario di Stato

Parolin prestò servizio a Caracas fino al 2013, quando Papa Francesco, poco dopo essere stato eletto, lo chiamò a Roma come nuovo Segretario di Stato, in sostituzione di Bertone (dal momento che il Segretario di Stato cessa di esserlo quando termine il pontificato del papa che lo ha nominato). L’anno successivo Francesco lo nominò cardinale e membro del Consiglio dei cardinali, un organismo che coadiuva il papa nella riforma della curia.

Parolin con Barack Obama
Parolin con Barack Obama.

Per Francesco, Parolin è stato un segretario di stato di grande utilità: il risultato più importante che ha ottenuto è stato l’accordo provvisorio con la Cina sulla nomina dei vescovi, siglato nel 2018 e da allora rinnovato due volte (sarà in vigore almeno fino al 2028). L’accordo prevede che le nomine dei vescovi delle diocesi cinesi debbano essere approvate dall’autorità civile, ma che l’ultima parola spetti al Papa. In tal modo si è superata, sia pure provvisoriamente e in maniera non completa, la scissione del cattolicesimo cinese.

Cattedrale del Sacro Cuore di Jinan (credits AlexHe34)
La Cattedrale del Sacro Cuore di Jinan, Cina. Credit: AlexHe34

Parolin si è occupato anche di molte altre questioni, offrendo la sua mediazione nel conflitto tra Russia e Ucraina. Tra le varie iniziative, nel 2022 si è recato a Kiev come rappresentante di Francesco e nel 2024 ha partecipato a una videoconferenza con il commissario ai diritti umani della Federazione russa per ottenere la liberazione di due preti ucraini.

Perché Parolin è considerato papabile

Parolin è considerato un possibile punto di incontro tra cardinali progressisti e conservatori. Ha espresso posizioni di relativa apertura a proposito delle riforme della Chiesa, non escludendo che si possano modificare le disposizioni sul celibato dei preti e ammettendo che la gestione ecclesiastica in futuro potrà basarsi su meccanismi più democratici. Non ha assunto una posizione esplicita sull’omosessualità e sulla dichiarazione Fiducia Supplicans del 2023, con la quale la Santa Sede ha “aperto” alla possibilità di benedire le persone che fanno parte di coppie omosessuali. Il cardinale ha infatti dichiarato che la Chiesa non rifiuta a priori il cambiamento, ma che deve essere sempre fedele al dettato del Vangelo. Ha invece condannato senza mezzi termini l’eutanasia.

Parolin durante una celebrazione del 2021 (credits Claude Truong-Ngoc)
Parolin durante una celebrazione del 2021. Credit: Claude Truong–Ngoc

Le posizioni politiche “intermedie” fanno sì che Parolin sia uno dei cardinali papabili: il prelato, del resto, è un “uomo di Francesco”, che lo ha chiamato alla Segreteria di Stato, e in Vaticano gode di grande prestigio, anche perché le sue capacità diplomatiche possono essere molto utili in una fase storica caratterizzata da numerosi conflitti.

Secondo indiscrezioni giornalistiche, Parolin entrerà in conclave con un “pacchetto” di 40 voti sicuri: non sono sufficienti per diventare Papa, ma molto numerosi per iniziare le trattative. Se fosse eletto, sarebbe il quarto segretario di Stato ad ascendere al soglio pontificio: l’ultimo è stato Eugenio Pacelli, diventato Pio XII nel 1939.

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