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I cardinali, detti anche porporati, sono alti prelati nominati dal papa. Esistono sin dai primi secoli del Cristianesimo, ma il loro ruolo è cambiato in maniera significativa nel corso del tempo. Oggi i cardinali sono 252, ma solo 135 di loro partecipano all’elezione del papa: infatti coloro che hanno più di 80 anni sono esclusi dal voto. La maggior parte dei cardinali attuali è stata nominata proprio da papa Francesco; il Paese dal quale proviene il maggior numero è l’Italia. Alcuni porporati sono considerati “papabili”, cioè eleggibili per il pontificato. Non sempre, però, le previsioni della vigilia si rivelano fondate e attendibili.
Chi sono i cardinali
I cardinali sono alti ecclesiastici che affiancano il papa nell’amministrazione della Santa Sede. Vengono nominati dal pontefice durante apposite riunioni chiamate concistori. L’origine della figura del cardinale risale ai primi secoli del cristianesimo, quando con questo titolo si indicavano i parroci e i diaconi delle chiese di Roma, oltre ai vescovi delle diocesi suburbicarie, cioè le diocesi vicine a Roma, i quali collaboravano con il vescovo di Roma, il papa, nella gestione degli affari ecclesiastici. Il termine cardinale deriva dal latino cardo, "cardine", a indicare il loro ruolo fondamentale: sono infatti considerati i perni attorno ai quali ruota l’amministrazione della Chiesa. Nel corso dei secoli, le funzioni dei cardinali sono cambiate profondamente, anche in seguito all’evoluzione del ruolo del papa, che verso la fine del primo millennio d.C. ha assunto sempre più chiaramente la funzione di guida della Chiesa cattolica. Nel 1059, papa Niccolò II attribuì ai cardinali, in particolare a quelli che erano anche vescovi, il diritto esclusivo di eleggere il pontefice e solo in seguito, nel 1179, papa Alessandro III estese questo diritto a tutti i cardinali, anche a quelli che non erano vescovi. In passato, infatti, i cardinali non erano necessariamente vescovi, ma nel 1962 papa Giovanni XXIII stabilì che tutti i porporati, al momento della nomina, dovessero essere elevati alla dignità vescovile. Fino all’Ottocento, molti cardinali provenivano da famiglie nobili.
Dopo il 1870 e la fine del potere temporale dei papi, il numero di aristocratici nominati cardinali è progressivamente diminuito. In origine, il numero dei cardinali era compreso tra 20 e 40. Nel XVI secolo, papa Sisto V fissò il limite massimo a 70, ma nei secoli successivi questo numero è cresciuto ulteriormente. I cardinali indossano un abito di colore rosso porpora, da cui deriva il loro soprannome: "porporati".

I membri del collegio si dividono in cardinali di curia, che risiedono a Roma e partecipano al governo della Santa Sede, e cardinali residenziali, che vivono nelle loro diocesi.
Il cardinale considerato più importante al momento è il cosiddetto camerlengo, che presiede le finanze vaticane e assume il controllo della sede vacante nel caso di morte o dimissioni del papa. L'attuale camerlengo è, dal 2019, l'irlandese Kevin Joseph Farrell.

Come si scelgono i cardinali
I cardinali sono scelti dal papa. Non esistono regole precise per la nomina e, in teoria, ciascun pontefice può nominare cardinale chi vuole. Tuttavia, i papi rispettano alcune consuetudini. Per esempio, i vescovi delle diocesi più importanti sono sempre (o quasi sempre) nominati cardinali. In Italia hanno questo “privilegio” le diocesi di Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Torino, Venezia e il vicariato per la diocesi di Roma. Non mancano però eccezioni. Per esempio, l'attuale arcivescovo di Milano, Mario Delpini, non è cardinale.
Inoltre, i pontefici scelgono i cardinali tenendo conto di diversi fattori, come l’orientamento politico e la provenienza geografica, con l’obiettivo di garantire una rappresentanza equilibrata di tutti i territori cattolici. Papa Francesco, ad esempio, ha nominato in prevalenza cardinali provenienti da paesi extraeuropei.

Il collegio cardinalizio e i cardinali elettori
Il collegio cardinalizio è l'insieme di tutti i cardinali. In passato l’intero collegio era chiamato a eleggere il papa ma nel 1970 Paolo VI, con il motu proprio Ingravescentem Aetatem stabilì che potevano partecipare all’elezione solo i cardinali che non avessero compiuto ottant’anni d’età al momento dell’apertura del conclave. Di conseguenza, si è determinata una distinzione tra i cardinali elettori (che hanno meno di 80 anni) e gli altri. La norma è stata confermata dai pontefici successivi. Il numero dei cardinali elettori, stando a quanto stabilito dallo stesso Paolo VI nel 1973, non dovrebbe superare 120, ma gli ultimi pontefici, incluso Francesco, non hanno rispettato il limite e hanno nominato un numero maggiore di porporati.

Quanti sono i cardinali, da quando sono in carica e da dove provengono
Attualmente i cardinali elettori sono 135 e i non elettori 117, per un totale di 252. Di questi, 149 sono stati nominati da Francesco (108 elettori e 41 non elettori), 62 da Benedetto XVI (22 elettori e 40 non elettori) e 41 da Giovanni Paolo II (5 elettori e 36 non elettori). Questo significa che al prossimo conclave vi sarà una netta maggioranza di cardinali nominati da Francesco. La distribuzione geografica dei porporati è molto varia. Il continente dal quale proviene il numero maggiore è l’Europa, del quale sono originari 114 cardinali (53 elettori e 61 non elettori), seguito da Asia (37, dei quali 23 elettori), America del Sud (32, dei quali 17 elettori), Africa (29, dei quali 18 elettori), America del Nord (28, dei quali 16 elettori), America Centrale (8, dei quali 4 elettori) e Oceania (4, tutti elettori).

Il Paese dal quale proviene il maggior numero di cardinali è l’Italia: i porporati nati nella Penisola sono ben 51 (17 elettori e 34 non elettori), pari a circa un quinto del totale. Seguono gli Stati Uniti (17 cardinali, di cui 10 elettori) e la Spagna (13, dei quali 8 elettori).
Cosa rende alcuni cardinali “papabili”
Alcuni cardinali vengono considerati “papabili”, cioè potenziali candidati al ruolo di pontefice. Non esiste però una regola precisa per distinguere i porporati papabili da quelli che non lo sono, anche perché, in teoria, qualsiasi cristiano maschio e celibe potrebbe essere eletto papa. In pratica, però, vengono ritenuti papabili quei cardinali che possiedono alcune caratteristiche considerate importanti: carisma politico, età non troppo avanzata, non essere mai stato coinvolto in scandali o vicende poco chiare e, naturalmente, un ampio consenso tra gli elettori del conclave. Va detto, però, che il papa non è sempre scelto tra i candidati più quotati. Nel 1978, ad esempio, pochi avrebbero scommesso sull’elezione del cardinale polacco Karol Wojtyła, che divenne Giovanni Paolo II. Anche nel 2013, l’elezione del settantaseienne argentino Jorge Mario Bergoglio, divenuto papa Francesco, fu una sorpresa: molti lo ritenevano troppo anziano per salire al soglio pontificio.