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Robert Capa (pseudonimo di Endre Ernö Friedmann, Budapest 22.10.1913 – provincia di Thái Bình 25.5.1954) è stato il primo fotografo della storia specializzato in reportage di guerra, storico collaboratore della rivista Life e fondatore nel 1947 dell'agenzia Magnum-Photo. Iniziò a scattare fotografie da giovanissimo e nel 1936 prese parte come reporter alla guerra civile spagnola, realizzando la sua fotografia più famosa (e discussa): Morte di un miliziano. Negli anni successivi documentò alcuni momenti della Seconda guerra mondiale, tra i quali lo sbarco in Normandia, e la prima guerra arabo-israeliana. Nel 1954, mentre era al seguito delle truppe francesi impegnate nella guerra coloniale in Indocina, trovò la morte a causa dell’esplosione di una mina, lasciando dietro di sé a preziosa eredità delle sue fotografie.
Nascita e inizio della carriera di Robert Capa
Robert Capa nacque a Budapest, in Ungheria, il 22 ottobre 1913 in un’agiata famiglia di origini ebraiche. Il cognome con cui tutti lo ricordiamo arriva dal fatto che, essendo stato un bambino molto vivace e rissoso, i suoi genitori lo avessero rinominato Cápa, che in ungherese significa "squalo".
Da giovanissimo maturò simpatie comuniste, esponendosi a seri pericoli nell’Ungheria governata dal regime autoritario di Miklos Horthy, al potere dal 1920 al 1944. Proprio a causa di ciò, ad appena 17 anni fu arrestato per un breve periodo e non appena fuori di prigione abbandonò la sua stretta patria per trasferirsi a Berlino e studiare scienze politiche. Una volta lì, però, si appassionò però alla fotografia e nel 1932 pubblicò il suo primo servizio, con le fotografie scattate a una conferenza di Lev Trockij (il leader bolscevico nemico di Stalin) a Copenaghen.

L’anno successivo, l’ascesa al potere del nazismo lo costrinse a lasciare la Germania. Dopo aver trascorso un periodo a Vienna, si stabilì a Parigi, dove incontrò altri giovani fotografi, come David Seymour e Henri Cartier-Bresson, con i quali stabilì un rapporto di amicizia a collaborazione che sarebbe durato per molti anni. Nella capitale francese incontrò anche Gerta Pohorylle, meglio nota come Gerda Taro, giovane fotografa tedesca che divenne la sua compagna di vita e professione.
Robert Capa in Spagna
Nel 1936, allo scoppio della guerra civile spagnola, Endre e Taro si traferirono a Barcellona per documentare gli eventi bellici. Fu in questa occasione che la coppia iniziò a usare lo pseudonimo Robert Capa, dietro al quale in origine si celavano le immagini di entrambi i fotografi.
A settembre, Endre realizzò il suo scatto più famoso: la fotografia della Morte di un miliziano, in inglese nota come The falling soldier. La foto, scattata nel settembre del 1936, ritrae un soldato dell'esercito repubblicano ripreso nell'istante in cui è colpito a morte da un proiettile dei soldatai di Francisco Franco.

Lo scatto guadagnò grande popolarità l’anno successivo, quando venne pubblicato negli Stati Uniti dalla rivista Life, ma la sua autenticità è stata messa sin da subito in discussione: secondo alcuni, infatti, la scena sarebbe stata una finzione realizzata ad arte da Capa. Per altri, lo scatto sarebbe autentico e ritrarrebbe la reale morte in battaglia del miliziano anarchico Federico Borrell García in uno scontro a fuoco con i franchisti a Cerro Muriano (Cordova). Nel 1947, durante un'intervista radiofonica, il fotografo disse a riguardo:
Ho scattato la foto in Andalusia, mentre ero in trincea con 20 soldati repubblicani, che avevano in mano dei vecchi fucili e morivano ogni minuto. La foto è stata scattata mentre i soldati con cui viaggiava correvano ad ondate verso una mitragliatrice fascista per abbatterla. Al terzo o quarto tentativo di assalto dei miliziani ho messo la macchina fotografica sopra la mia testa – continua nell'intervista – e, senza guardare, ho fotografato un soldato mentre si spostava sopra la trincea, questo è tutto. Non ho sviluppato subito le foto, le ho spedite assieme a tante altre. Sono stato in Spagna per tre mesi e al mio ritorno ero un fotografo famoso, perché la macchina fotografica che avevo sopra la mia testa aveva catturato un uomo nel momento in cui gli sparavano. Si diceva che fosse la miglior foto che avessi mai scattato, e io non l'avevo nemmeno inquadrata nel mirino perché avevo la macchina fotografica sopra la testa.
La verità a riguardo non si saprà mai, ma è certo che, con le sue fotografie, Capa ha offerto una documentazione eccezionale della guerra di Spagna, emozionando milioni di persone. Il conflitto in terra iberica, però, per quanta fama gli portò, fu quello che lo privò dell'amata compagna, schiacciata da un carro armato guidato dai fascisti spagnoli a Brunete (Madrid) nel 1937. L'anno dopo, allontanandosi da tutto, Capa si recò in Cina per documentare la resistenza all’invasione giapponese.
Fotografare la Seconda guerra mondiale
Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, il fotografo si trovava a New York, ma decise di tornare in Europa per documentare il conflitto, lavorando prima per il Collier’s Magazine e poi per Life.
Nel luglio del 1943 seguì le truppe americane sbarcate in Sicilia: si lancia di notte col suo paracadute, atterra su un albero, e rimane lì fino alla mattina dopo, quando altri paracadutisti lo aiutano a scendere. Poi è un contadino ad accoglierli e ad ospitarli, nell'attesa dei militari della prima divisione americana a cui unirsi e fotografare gli obiettivi militari della campagna di Sicilia. Tra tutte le avventure immortalò la battaglia di Troina e scattò una celebre fotografia, ritraendo un contadino siciliano nell’atto di dare informazioni a un soldato americano.

Ad Agrigento, mentre stava fotografando il Tempio della concordia, conobbe un giovane siciliano destinato a diventare famoso: Andrea Camilleri. Mentre Capa scattava fotografie al monumento, gli si avvicinò un giovanissimo Camilleri, e iniziarono a parlare in una sorta di mescolanza di spagnolo e dialetto siciliano. Proprio allora, assistettero a uno scontro nei cieli tra un aereo tedesco e uno americano, prontamente ripreso dal fotografo. Qualche anno dopo, osservando le fotografie, un esterrefatto Camilleri si rese conto di chi era quel giovane con cui aveva chiacchierato.
Nel 1944 partecipò allo sbarco in Normandia, giungendo sulla spiaggia “Omaha” insieme ai soldati americani. Gran parte delle foto realizzate allora fu accidentalmente distrutta dal tecnico di laboratorio addetto allo sviluppo, ma per fortuna sono sopravvissuti undici scatti, noti come “The magnificent eleven” (i magnifici undici), che documentano l’arrivo delle truppe sulle coste francesi.

L’agenzia Magnum Photos e la morte
Dopo la guerra, Capa visitò l’Unione Sovietica insieme allo scrittore John Steinbeck e nel 1947, insieme con Cartier-Bresson, Seymour e altri colleghi, fondò a New York l’agenzia Magnum Photos, che divenne presto nota in tutto il mondo.
Continuò il suo lavoro di reporter di guerra e nel 1948 raggiunse la Palestina, fotografando la fondazione dello Stato di Israele e la Prima guerra arabo-israeliana. Nel 1954, nonostante avesse deciso di non realizzare più servizi di guerra, accettò di seguire le truppe francesi impegnate in Indocina, nel conflitto che si sarebbe concluso con la fine del dominio coloniale della Francia. Il 25 maggio la sua audacia, che gli aveva garantito fama e prestigio, lo condusse alla morte. Mentre stava attraversando la provincia di Thái Bình al seguito di soldati francesi, Capa scese dalla jeep sulla quale viaggiava per fotografare l’avanzata delle truppe, ma calpestò una mina antiuomo, che esplose e lo uccise sul colpo. Morì così, a soli 40 anni, il più celebre reporter di guerra della storia.