
I Maya sono uno dei popoli precolombiani mesoamericani, nato tra il III e il IX secolo d.C. e ancora oggi esistente, noti per la loro arte e le loro conoscenze astronomiche e matematiche. La loro storia è in genere suddivisa in tre grandi fasi: l'epoca preclassica, dal II millennio a. C. al III secolo d. C., nel corso della quale il popolo Maya si formò e diede inizio al suo sviluppo; l'epoca classica, dal III al IX secolo d. C., durante la quale i Maya raggiunsero il massimo splendore dal punto di vista politico e culturale; il declino: dal IX secolo d.C. in avanti, si tratta di un periodo caratterizzato prima dal dominio di altri popoli amerindi, poi dalla conquista spagnola.
In passato i Maya si dotarono di un sistema di scrittura geroglifica e furono capaci di sviluppare proficuamente le arti e le scienze. Gli attuali Maya, pur essendo in larga parte assimilati agli stili di vita moderni, conservano alcuni elementi della loro cultura originaria.
Chi sono i Maya e dove vivono oggi
Il popolo Maya oggi è composto da circa sei milioni di individui, in maggioranza poveri e dediti all’agricoltura, stanziati in larga parte in Guatemala e, in misura minore, nel Messico meridionale. In passato, il popolo occupava grosso modo gli attuali Stati di Chiapas, Tabasco, Campeche, Yucatan e Quintana Roo e i territori oggi appartenenti ad alcuni Stati centroamericani: Guatemala Belize, Honduras.

Oggi i Maya professano la religione cattolica e parlano la lingua spagnola, ma conservano alcuni tratti culturali ancestrali, soprattutto nell’ambito della cultura orale, delle credenze magico-religiose e dell’artigianato. Inoltre, accanto allo spagnolo parlano le loro lingue tradizionali.
Le origini della civiltà Maya: etnogenesi ed epoca preclassica
Le origini dei Maya vanno rintracciate, con ogni probabilità, nel più vasto ceppo della popolazione olmeca, emersa in America centrale nel II millennio a. C. In un’età collocabile intorno a 2000-1500 anni prima di Cristo questo popolo si differenziò dagli altri olmechi, dando così inizio al periodo preclassico della storia maya, durato all’incirca fino al III secolo d. C. Nel corso di questa epoca i Maya fondarono prima dei villaggi e, in seguito, vere e proprie città; svilupparono, inoltre, un sistema di scrittura sillabico, basato sui geroglifici; dal punto di vista economico, si rivelarono dediti all’agricoltura: la coltura più importante era il mais, elemento fondamentale non solo dell’alimentazione, ma anche della loro cultura.

L’epoca classica dei Maya
Nel III secolo d.C. la Civiltà Maya andò in contro a un florido sviluppo: i centri urbani divennero più estesi e furono costruite grandi piramidi a gradoni, che avevano funzione di tempio e, talvolta, di sepolture per i sovrani e altre persone potenti. La maggior parte degli edifici, però, non era costruito in pietra ma con legno e terra, perciò non è sopravvissuta al trascorrere dei secoli. La città più grande era Tikal, situata nell’attuale Guatemala, della quale oggi sono visitabili i resti archeologici.

In epoca classica, i Maya perfezionarono l’agricoltura, che divenne più produttiva, e svilupparono i commerci con altri popoli mesoamericani. Dopo un breve periodo di declino intorno al VI secolo, la civiltà tornò allo splendore e, accanto a Tikal, si affermarono nuove città, tra le quali Palenque in Chiapas (Messico), Chichén Itzá nello Yucatan (Messico) e Copán in Honduras. Le città maya erano indipendenti le une dalle altre e non venne mai costituito un impero o un regno unificato, a differenza di altri popoli precolombiani come gli aztechi e gli inca, che invece riuscirono a strutturare i loro regni secondo questi modelli politici. Nelle città maya, il potere era detenuto da un sovrano, considerato un essere di natura divina e, di conseguenza, dotato di un’autorità pressoché assoluta.
Il declino del popolo Maya: la conquista spagnola
Il declino dei Maya iniziò intorno al IX secolo d.C. Le ragioni non sono chiare e gli studiosi hanno avanzato diverse spiegazioni: l’eccessivo sfruttamento delle risorse naturali, che avrebbe provocato un “collasso ecologico”; fattori sociopolitici, come il rafforzamento delle oligarchie a discapito dell’autorità dei monarchi; invasioni da parte di popoli del Messico centrale. Quel che è certo è che a partire dal IX secolo i Maya abbandonarono una parte del territorio nel quale vivevano: nel ‘500, quando giunsero gli spagnoli, subirono la conquista senza riuscire a opporre una resistenza significativa. L’ultima città indipendente, Itza Tayasal, fu conquistata nel 1697.

La cultura dei Maya: astronomia, matematica, sport, religione
I Maya si dotarono di una cultura molto raffinata, che fiorì soprattutto nell’età classica. Anzitutto, erano attenti osservatori del cielo e per misurare il tempo elaborarono un calendario di 365 giorni. Oltre a contare gli anni, sostenevano la teoria dei cicli della civiltà: il ciclo che era in corso durante la massima fioritura dei Maya era iniziato nel 3114 a.C. e sarebbe terminato il 21 dicembre 2012 (data nella quale, come ricordiamo, alcune persone temevano davvero la “fine del mondo”). I Maya eccellevano anche in matematica e svilupparono un sistema di calcolo vigesimale, erano inoltre grandi architetti, artisti e musicisti.
Come altri popoli precolombiani, i maya svilupparono alcune attività ludico-sportive, tra le quali un gioco con la palla che probabilmente era simile, almeno per certi aspetti, alla pallacanestro (ma le regole esatte non sono note). Dal punto di vista della religione, erano politeisti: il culto era amministrato da appositi sacerdoti e prevedeva anche i sacrifici umani.