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12 Ottobre 2021
9:40

Perché l’America si chiama “America” (e non “Colombia”)?

Cristoforo Colombo "scopre" l’America il 12 ottobre 1492, compiendo un'impresa straordinaria al comando della Niña, la Pinta e la Santa María. Perché allora il nome assegnato al nuovo continente non è stato "Colombia", ma "America", in onore di Amerigo Vespucci, altro grande esploratore di quegli anni? Chi gliel'ha dato? Scopriamo insieme la storia che c'è dietro!

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Perché l’America si chiama “America” (e non “Colombia”)?
America

Cristoforo Colombo ha “scoperto” l’America il 12 ottobre 1492: è una delle nozioni che a scuola ci hanno ripetuto più volte… E quindi giustamente qualcuno di voi si sarà chiesto perché l’America si chiami America e non Colombia, in onore del suo scopritore. Ebbene, come alcuni sapranno, il nome America deriva da Amerigo Vespucci, altro grande navigatore di quegli anni.
Ma come mai il Nuovo Mondo ha preso il suo nome e non quello di Cristoforo? Andiamo per gradi e scopriamolo insieme.

Avete mai realizzato qualcosa di molto importante per voi o per altri, credendoci ciecamente, andando contro il parere di tutti e avendo infine successo, ma vedendo poi attribuire i risultati dei vostri sforzi a qualcun altro? Ecco, se vi è capitato, sappiate che fate parte di un club con numerosi soci di cui un illustre rappresentante del passato è proprio Cristoforo Colombo, l’uomo che, “scoprendo” l’America, ha semplicemente dato il via all’età moderna…

La "scoperta" delle Americhe e lo sterminio dei nativi

Prima di proseguire, chiariamo una cosa: sto usando “scoprire” tra virgolette perché il continente americano era già abitato da migliaia di anni, quindi la “scoperta” è tale solo dal punto di vista europeo. Anzi, la colonizzazione delle Americhe è un processo che, di fatto, ha portato allo sterminio di milioni di nativi americani, sia con le armi, sia a causa di malattie europee contro le quali i locali non avevano le giuste difese immunitarie…

indios

Colombo e la nuova via per le Indie

Partito da Palos (Spagna) il 3 agosto 1492 al comando delle famosissime Niña, Pinta e Santa María (non tre caravelle, ma due caravelle e una nau, al contrario di quanto generalmente raccontato), Colombo raggiunse l’America il 12 ottobre dello stesso anno, impiegando circa un mese nella traversata (un altro mese era servito inizialmente per raggiungere le Canarie dove le imbarcazioni avevano dovuto sostare per riparazioni e rifornimenti). Dopo quasi tre mesi di esplorazione, nel gennaio 1493, l’ammiraglio ripartì alla volta dell’Europa per confermare la riuscita della sua impresa e ottenere nuovi mezzi per proseguirla, cosa che in effetti gli riuscì.

Furono ben tre (1493, 1498, 1502) gli altri viaggi di Cristoforo in America e i nuovi territori scoperti aumentarono di numero, cosa che lascerebbe presupporre che il navigatore si fosse reso conto di essere di fronte a un territorio completamente nuovo… Eppure, dai documenti a nostra disposizione, questa convinzione non sembra trasparire, fatto che, come vedremo tra poco, pare essere stata determinante nell’assegnazione del nome “America”, invece di “Colombia”, al nuovo continente.

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In effetti, Colombo, come quasi tutti sanno, non era partito alla ricerca di nuove terre, ma per “buscar el levante por el ponente”, cioè per raggiungere le Indie (nome generico per indicare l’oriente) e le isole delle spezie, evitando di dover circumnavigare l’Africa, come invece stavano tentando di fare, con successo, i portoghesi.
È pertanto verosimile – anche se non ne avremo mai la certezza – che il navigatore genovese (e anche su “genovese” si potrebbe aprire una lunga discussione) sia rimasto convinto di essere riuscito nel suo intento iniziale.

Amerigo Vespucci: "America" e "Venezuela"

Perfetto: e Amerigo Vespucci? Fiorentino, grande navigatore, raggiunse il Nuovo Mondo a cavallo tra fine ‘400 e inizio ‘500 e – fatto determinante – fu il primo (o perlomeno il primo di cui siamo a conoscenza con un buon grado di certezza) che si accorse di non essere giunto in Estremo Oriente, ma di aver toccato un territorio completamente nuovo dal punto di vista europeo. È anche a partire dalle sue lettere (sulla cui veridicità si è a lungo discusso e si continua a discutere) e dalle convinzioni che contengono sul nuovo continente che, nel 1507, venne pubblicata nel comune francese Saint-Dié-des-Vosges la Cosmographiae Introductio, il primo libro – con mappa annessa – che contiene la denominazione “America” (scelta probabilmente dal cartografo tedesco Martin Waldseemuller). L’opera venne successivamente ricopiata, ripresa e riutilizzata per la redazione di numerose altre pubblicazioni e – semplificando – da quel momento il termine “America” si diffuse sempre di più e rimase nell’uso comune.

vespucci

Ad Amerigo Vespucci, peraltro, non si deve soltanto il nome “America”, ma anche il nome “Venezuela”. Nel corso dei suoi viaggi, infatti, il navigatore fiorentino trovò un insediamento di palafitte sull’acqua che gli ricordò Venezia e che definì affettuosamente “Veneziola”/”Venezziola”/”Venezuola” (“piccola Venezia”, cioè). La regione all’interno della quale sorgeva questo villaggio assunse per estensione tale denominazione che fu poi trasformata in “Venezuela” in lingua spagnola.

Colombo: premio di consolazione

A ben vedere, il povero Colombo è stato derubato del nome del continente che ha scoperto. Tuttavia, a posteriori, non è rimasto completamente a mani vuote. Nel 1819, infatti, durante il Congresso di Angostura (oggi Ciudad Bolívar, in Venezuela), il patriota e rivoluzionario venezuelano Simón Bolívar, su ispirazione del suo connazionale Francisco de Miranda e proprio in onore di Cristoforo Colombo, battezzò “Repubblica di Colombia” un neonato maxi-Stato indipendente dalla Spagna e comprendente Colombia, Venezuela, Ecuador e Panama (oggi conosciuto come Gran Colombia). La federazione di Stati ebbe vita breve (si sciolse nel 1831) ma, dopo una breve parentesi, il nome rimase almeno a indicare la Colombia che tutti noi oggi conosciamo. Insomma, una piccola consolazione.

colombo
Classe ‘88, sono laureato in Scienze Geografiche e prima di Geopop ho lavorato per lo sviluppo di progetti socio-ambientali, scritto un romanzo di viaggio, insegnato Geografia, Storia e Lettere alle superiori e fatto divulgazione su YouTube e RaiGulp. Viaggiare e raccontare il mondo è la mia passione: geopolitica, luoghi, usi e costumi, storie… Da bambino adoravo Piero Angela e Indiana Jones.
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