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Un studio pubblicato pochi giorni da sulla rivista Nature Human Behaviour sembra confermare il vecchio adagio "Chi si somiglia si piglia", almeno per quanto riguarda la somiglianza dei disturbi psichiatrici tra partner. Sembrerebbe infatti che chi soffre di un certo disturbo psichiatrico abbia una maggiore probabilità di fare coppia con chi è portatore dello stesso disturbo, rispetto alla media. Questo singolare studio, pubblicato su Nature, riguarda condizioni e disturbi psichiatrici dalla depressione all'abuso di sostanze, e coinvolge una scala geografica che mai era stata così ampia. Secondo i ricercatori, la spiegazione potrebbe derivare da un mix di fattori: si è attratti da chi vive e capisce la stessa condizione; può esserci la tendenza a sviluppare comportamenti (e disturbi) simili a quelli del partner; o infine, l'isolamento creato dallo stigma sociale verso chi soffre di questi disturbi può restringere le possibilità di scelta di un compagno o compagna di vita.
La scelta del partner non è casuale
Questo recentissimo studio ha preso in esame ben nove disturbi e condizioni psichiatriche: depressione, disturbo bipolare, disturbi dello spettro autistico, schizofrenia, disturbi da uso di sostanze, disturbi d'ansia, anoressia nervosa, disturbo da Deficit dell'Attenzione e dell'Iperattività (ADHD) e disturbo ossessivo-compulsivo (OCD). Analizzando oltre 14,8 milioni di persone provenienti da Danimarca, Svezia e Taiwan di diverse generazioni (dal 1930 al 1990): dai dati emerge che la probabilità che i partner di una coppia abbiano la stessa diagnosi è maggiore di quanto si potrebbe pensare.
Cerchiamo di capire meglio cosa significa con un esempio: immaginiamo che in una certa popolazione il 5% delle persone soffra di depressione. Questo significa che, scegliendo una persona a caso come partner, avremmo il 5% di probabilità di scegliere una persona con diagnosi di depressione. Questo vale anche per chi soffre di depressione: ha una probabilità del 5% di incontrare e scegliere un partner con la stessa diagnosi. Se le coppie si formassero in modo casuale, quindi, la probabilità di scegliere un partner che soffre di depressione dovrebbe essere sempre la stessa.
In realtà, lo studio ha osservato percentuali maggiori, sia per la depressione (che abbiamo usato come esempio), sia per gli altri disturbi presi in esame, e in particolare per l'autismo, la schizofrenia, l'ADHD e il disturbo da uso di sostanze. Questo significa che le coppie formate da persone con la stessa diagnosi sono più frequenti di quanto accadrebbe se la scelta del partner fosse del tutto casuale. Per visualizzare meglio queste dinamiche complesse, qui sotto riportiamo una matrice di correlazione. Questo strumento statistico evidenzia la forza della relazione tra diverse variabili; nel nostro caso, mostra l'associazione tra i nove disturbi psichiatrici esaminati nello studio. È possibile notare come le correlazioni più forti si osservino proprio tra partner che condividono lo stesso disturbo.

Una tendenza condivisa da generazioni, Paesi e culture diverse
Questo tendenza di coppie con stessa diagnosi si ripete in media per tutti i disturbi analizzati, anche se ci sono delle differenze. Per esempio, la condivisione di diagnosi di depressione, ansia o disturbi da uso di sostanze è risultata particolarmente frequente, e in lieve aumento col passare dei decenni nelle generazioni più recenti. Al contrario, per condizioni come anoressia nervosa, disturbo bipolare e disturbo ossessivo-compulsivo, i dati mostrano variazioni più forti da un paese all’altro: in Taiwan le coppie con diagnosi comune di disturbo ossessivo-compulsivo erano più numerose che nei paesi nordici.
Ciò che rende importante questo non è tanto il dato in sé, già emerso in ricerche precedenti, ma l'emergere della dimensione cross-generazionale e la diffusione cross-culturale di questo singolare fenomeno: si verifica cioè in tutte le generazioni e anche in Paesi e culture molto diverse tra loro.
Lo studio ha anche evidenziato che i figli di coppie che condividono lo stesso disturbo sono maggiormente a rischio di svilupparlo a loro volta.
Perché accade? Le possibili cause di questa tendenza
Secondo il principale ricercatore dello studio in questione, Chun Chieh Fan del Center for Population Neuroscience and Genetics, dietro a questo fenomeno potrebbero esserci molteplici dinamiche sia psicologiche che ambientali. Una prima e semplice spiegazione è che le persone potrebbero essere attratte da chi capisce, vivendola in prima persona, la propria sofferenza.
Parallelamente a questa dinamica di attrazione, il ricercatore ipotizza che condividere per molto tempo un ambiente e convivere con un partner in maniera stretta, può portare a un fenomeno noto come "convergenza", ovvero la progressiva tendenza dei partner a diventare più simili con il passare del tempo.
Infine, la pressione sociale che diventa talvolta "stigma" nei confronti di certe patologie o condizioni può finire per far isolare chi ne soffre. I pazienti si ritroverebbero così ad avere una ridotta possibilità di scelta, che si dirige con più facilità verso chi vive la stessa condizione di esclusione.