
Nella canzone I Watussi di genere hully gully, che al giorno d'oggi percepiamo effettivamente come stereotipata e a tratti razzista, Edoardo Vianello ci presenta in musica una specifica popolazione dell’Africa, chiamata appunto i Watussi, famosi per la loro altezza e per vivere alle falde del Kilimanjaro. I "veri" Watussi, noti come Tutsi, vivono però lontano dal Kilimanjaro, non sono altissimi ma, in compenso, hanno effettivamente inventato nel tempo molti balli e danze tradizionali come l'intore e l'amaraba, dal grande valore culturale. Questa popolazione è inoltre nota per essere stata la principale vittima del genocidio del Ruanda del 1994 ad opera di un altra (presunta) etnia africana, gli Hutu.
Perché li chiamiamo Watussi se il loro nome è Tutsi?
Anzitutto soffermiamoci un attimo sul nome "Watussi": perché i Tutsi sono stati chiamati così nella canzone di Vianello? Tutto dipende dal nome che questa popolazione si attribuisce come gruppo: in varie lingue africane (senza entrare nel merito di quali) il prefisso "Wa/Ba/Aba", posto prima del nome di qualcosa, indica una pluralità di individui/oggetti riferiti a quel qualcosa. Questo significa che "Wa-tussi" ("tussi" è una semplificazione di "Tutsi") significa un insieme di individui Tutsi; il prefisso singolare "Mu/Umu" è usato invece per indicare un singolo individuo del gruppo di riferimento: "Mu-Tutsi" indica cioè una singola persona Tutsi.
I Tutsi non vivono alle falde del Kilimangiaro
I Tutsi sono una popolazione che abita le terre del Burundi, del Ruanda e parte della Repubblica Democratica del Congo. Anche se nella canzone di Vianello vengono descritti come abitanti delle falde del Kilimanjaro, questa informazione non è del tutto accurata. Infatti, il monte e vulcano Kilimanjaro si trova in Tanzania nordorientale, al confine con il Kenya, lontano dalle regioni abitate dai Watussi.
I Tutsi sono davvero alti?
Se volessimo approfondire il mito dell’altezza dei Watussi, scopriremmo una realtà più sfumata. La letteratura coloniale effettivamente ha dipinto i Tutsi come una popolazione alta, al contrario di altre presunte etnie che vivono nei medesimi territori, in particolare gli Hutu e i Twa. Tuttavia queste etnie sono appunto "presunte", perché oggigiorno la differenza tra questi gruppi viene attribuita storicamente dagli antropologi più all'estrazione socio-politica ed economica che all'etnia: all'interno dei gruppi umani di queste zone dell'Africa, i Tutsi sarebbero stati la classe sociale più elevata, dedita all'allevamento, gli Hutu, invece, la classe sociale degli agricoltori.
In effetti un tempo questa divisione socio-economica potrebbe aver determinato una differenza di altezza motivata dal tipo di alimentazione (il maggior o minor apporto proteico dato dalla carne), ma oggi è pressoché impossibile distinguere tra un Tutsi e un Hutu, anche per gli individui che si auto-assegnano a uno dei due gruppi, soprattutto nei contesti urbani. A questo proposito, uno studio sulla variazione di altezza, pubblicato sulla piattaforma scientifica eLife e condotto su 200 paesi nel mondo, classifica il Ruanda solamente al 194° posto per altezza media mondiale e il Burundi al 160° posto. Insomma, quantomeno al giorno d'oggi i Tutsi non risultano "altissimi".
La verità nella canzone "i Watussi": balli e danze
Al di là della rappresentazione macchiettistica e, ai nostri occhi, un po’ razzista che ne viene fatta nella canzone di Vianello (figlia, d’altro canto, dei suoi tempi), i Tutsi hanno effettivamente "inventato tanti balli” nel corso della loro storia. Musiche e danze tradizionali, infatti, sono parte integrante delle cerimonie e dei riti dei Tutsi fin dai tempi pre-coloniali. Le loro danze tradizionali più conosciute sono l'intore (danza maschile) e l'amaraba (principalmente femminile), e sono spesso descritte come energiche e aggraziate.
Questi balli non sono solo espressioni artistiche, ma per i Tutsi rappresentano delle testimonianze vive delle loro radici culturali. I balli sono infatti accompagnati da tamburi e canti tribali in cui sono narrate storie di dinastie, vita, amore e coraggio. I ballerini dell'intore si presentano con lunghe criniere bianche e decorazioni di perline, brandendo bastoni dipinti a mano (come si vede nella copertina di questo articolo), mentre le ballerine dell'amaraba indossano l'umushanana, un abito lungo e drappeggiato che sottolinea la loro eleganza nei movimenti.
Queste danze hanno un notevole impatto sociale. Sono infatti spesso eseguite durante cerimonie significative, come matrimoni, riti di passaggio e celebrazioni di festività, riflettendo un profondo senso di comunità e appartenenza che rispecchia il concetto di pluralità insito nel nome “Watussi”.
Negli ultimi anni, l'aumento del turismo di massa e la globalizzazione hanno reso queste danze sempre più conosciute, attirando spettatori da tutto il mondo. Questi vengono affascinati dalla maestria dei movimenti, dalla sincronia perfetta e dalla passione palpabile che permea ogni battito del tamburo e ogni passo di danza. Tuttavia, è importante interrogarsi se l'aumento della visibilità di queste danze comporta anche rischi di sfruttamento culturale. C'è il rischio che i Tutsi, come alcune altre popolazioni africane, si ritrovino intrappolati in ruoli stereotipati, ridotti a semplici esperienze folkloristiche per il divertimento di turisti e spettatori.
I Tutsi sono inoltre le vittime del genocidio del Ruanda
Per concludere, se finora abbiamo parlato di caratteristiche culturali del popolo dei Tutsi, qualcuno potrebbe averne già sentito il nome, al di là della canzone di Edoardo Vianello, a proposito di un evento storico drammatico: il genocidio del Ruanda del 1994. Il genocidio del Ruanda fu un massacro sistematico di circa 800.000 persone, avvenuto in poco più di 100 giorni, tra aprile e luglio del 1994. Le tensioni tra i Tutsi e gli Hutu, che costituivano la (presunta) maggioranza etnica in Ruanda (quantomeno in termini di auto-assegnazione degli individui ai due gruppi), culminarono in un'ondata di violenze. I Tutsi furono le principali vittime di questo genocidio, orchestrato da estremisti Hutu. Questo tragico evento ha segnato profondamente la storia dei Tutsi e ha avuto ripercussioni significative anche sull’intera comunità internazionale e sulla percezione globale delle tensioni etniche e dei crimini contro l'umanità.