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Quando laviamo i piatti può capitare che piccoli frammenti di cibo e altre impurità si accumulino nei tubi, formando ostruzioni che rallentano o bloccano completamente il deflusso dell’acqua. Spesso, in questi casi, ricorriamo a un disgorgante chimico, che, come per magia, libera le tubature in pochi minuti. Ma in quale modo funziona esattamente? Come fa lo sgorgante a fare “svanire nel nulla” l’otturazione? La risposta sta nella chimica: i disgorganti contengono sostanze altamente alcaline (basi forti, come soda caustica – idrossido di sodio – o candeggina – ipoclorito di sodio) o altamente acide (come l’acido solforico). Il loro pH estremo crea un ambiente corrosivo capace di dissolvere le ostruzioni perlopiù composte da materiale organico come residui di cibo, grasso e capelli. In pochi istanti, la reazione chimica, chiamata idrolisi, scompone in pezzetti più piccoli questi residui, ripristinando il normale flusso dell’acqua.
La forza di uno sgorgante sta nella sua aggressività chimica
Quando il lavandino si ottura, nella maggior parte dei casi possiamo risolvere il problema semplicemente utilizzando uno sgorgante. Le ostruzioni che si formano nelle tubature del lavandino sono principalmente costituite da residui di cibo, ovvero carboidrati, grassi e proteine. Anche i capelli, spesso presenti negli ingorghi, sono di natura proteica. Per sciogliere questi materiali, i disgorganti devono contenere sostanze capaci di creare un ambiente chimicamente aggressivo: la loro efficacia dipende infatti proprio dall'aggressività chimica, basata sull’uso di sostanze acide o basiche.

Un acido forte, grazie al pH molto basso, possiede proprietà corrosive in grado di dissolvere materiale organico come i residui di cibo. Lo stesso principio è sfruttato dal nostro corpo nella digestione: l’acido cloridrico presente nello stomaco crea un ambiente acido capace di degradare il cibo prima dell’assimilazione.
Ciò che spesso si sottovaluta, però, è che anche le basi (o sostanze alcaline) possono essere altrettanto corrosive. Con il loro pH elevato creano un ambiente aggressivo, simile a quello generato dagli acidi forti. Ovviamente, a livello chimico non stiamo parlando della stessa cosa. Quello che accomuna acidi e basi in questi casi però è il loro effetto! Se non dobbiamo eseguire una precisa reazione chimica, sia un acido che una base possono essere utili a liberarci di residui organici: a patto che si crei un ambiente sufficientemente corrosivo per le otturazioni, possono andare bene entrambi.
Come agisce un disgorgante
La reazione che permette di rompere e liberarci di residui organici come grassi e proteine è chiamata "idrolisi". Il nome stesso ne suggerisce il meccanismo: idro-lisi, dal greco “scissione tramite l’acqua”. Tuttavia, l’acqua da sola non basta per rompere queste sostanze (altrimenti non servirebbe neanche uno sgorgante!): senza un aiutino, l'acqua impiegherebbe talmente tanto tempo per scindere i residui organici, che in pratica la reazione non avverrebbe neanche .
Qui entra in gioco l'acido o la base contenuta nello sgorgante, che rende la reazione molto più veloce ed efficace. Grazie alla sua presenza infatti, i grassi e le proteine dei residui organici vengono spezzettati in molecole più piccole, che si dissolvono facilmente e possono essere eliminate con l’acqua. Quando utilizziamo sostanze alcaline questo processo si chiama idrolisi basica, perché avviene appunto in presenza di una base.
Perché si usano più spesso sostanze basiche
Anche se acidi e basi sono entrambi efficaci, purché il loro pH sia sufficientemente basso o alto, la maggior parte dei disgorganti contiene sostanze alcaline come la soda caustica o la candeggina (ipoclorito di sodio), perché risultano essere più efficaci nello sciogliere i composti derivati dal cibo. Per esempio, mentre le proteine vengono dissolte sia da acidi sia da basi forti, i grassi e i carboidrati sono in genere più resistenti agli acidi. Utilizzare un composto alcalino piuttosto che uno acido garantisce la completa rimozione dell’otturazione.

Nel caso dei grassi, la soda caustica ha un’azione particolarmente efficace: non solo li dissolve, ma li trasforma in sapone attraverso la saponificazione, una reazione chimica in cui la soda attacca i trigliceridi presenti nei grassi e negli oli e li trasforma in saponi (proprio come quelli che usiamo per lavarci!). Le proteine, come quelle della carne o dei capelli, invece, si degradano senza formare saponi, ma in entrambi i casi la base aiuta a eliminare i residui organici e a liberare lo scarico.
I prodotti a base di sostanze acide, invece, contengono acidi molto forti come l’acido solforico, capace di attaccare indistintamente grassi, carboidrati e proteine. Tuttavia, il loro utilizzo è più drastico e richiede maggiore cautela. In conclusione, i disgorganti sono formulati principalmente con sostanze altamente basiche, talvolta anche con acidi forti, entrambi estremamente corrosivi. Per questo, è fondamentale maneggiarli con attenzione. Se l’otturazione persiste, meglio evitare rischi e affidarsi a un professionista!