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10 Luglio 2022
7:30

Cosa è il pH, come si misura e come influenza la vita di tutti i giorni

Il pH è un parametro che ci permette di capire quanto una sostanza sia acida o basica. Vediamo insieme come si misura e quali sono i valori della sua scala.

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Cosa è il pH, come si misura e come influenza la vita di tutti i giorni
ph cos e scala

Il pH è un valore che indica quanto una sostanza sia acida (ricca in ioni H+) o basica/alcalina (povera in H+). Il suo valore si sviluppa su una scala logaritmica che va da 0 a 14, dove 0 indica la massima acidità e 14 la massima basicità. Ma chi ha introdotto questo termine? E che influenza ha il pH nella vita di tutti i giorni?

Che cos'è il pH e perché si chiama così

Il pH è una grandezza fisica identificata da un valore che va da 0 a 14, che sta a indicare se una sostanza è acida (pH<7), neutra (pH=7) o basica (pH>7). Questo valore indica quanto è la concentrazione di ioni H+ in una sostanza: maggiore è l’acidità, maggiore sarà la presenza di H+ e minore sarà il valore del pH. Conoscere quanto sia alta o bassa la concentrazione di H+ è essenziale dal momento che questi atomi sono in grado di interagire moltissimo con le altre sostanze che le circondano, permettendo addirittura reazioni chimiche e biologiche non possibili se non a quel preciso valore.

scala pH

Ma da dove arriva il termine pH? Letteralmente significa potenziale idrogenionico: questo termine e la relativa scala, oramai utilizzata globalmente per indicare la concentrazione di H+, venne introdotto dal chimico danese Søren Sørensen nel 1909.

La scala del pH e i metodi di misurazione

La scala del pH è una scala logaritmica: con questo termine si intende che tra un valore di pH e l’altro (per esempio pH 5 e pH 4) c’è una differenza di concentrazione di ioni H+ di 10 volte. Come detto, questa scala si sviluppa da un valore di zero, massima acidità, ad un valore di 14, massima basicità (o alcalinità). Il motivo per il quale si usa una scala logaritmica e non il valore diretto della concentrazione di H+ è di ordine pratico, si ha una semplificazione nella lettura e condivisione dei risultati, oltre che nello svolgimento dei calcoli.

Come si misura il pH?

I principali metodi per misurare il pH di una soluzione si basano sulle proprietà elettriche o chimiche degli ioni H+.

Nel primo caso si usa un piaccametro. Questa metodologia è la più precisa e più pratica, si basa sulla differente capacità di condurre l’elettricità da parte di una soluzione a seconda del pH. Questa metodologia richiede una calibrazione, ovvero un aggiustamento dello strumento che viene tarato su una soluzione a pH noto per essere certi dell’attendibilità del risultato.

piaccametro

Il secondo metodo si basa sulla capacità degli ioni H+ di far variare il colore di alcune sostanze, cosa che succede anche in natura come, ad esempio, nelle ortensie che variano il loro colore a seconda del pH del suolo. Questa tecnica, meno precisa della prima, viene effettuata usando kit o cartine tornasole: queste ultime sono costituite da un supporto di carta sul quale sono applicate diverse sostanze in grado di virare di colore a seconda del pH.

cartina tornasole

Cosa influenza il pH

Il pH ha importantissime implicazioni non solo in ambito chimico ma anche agricolo, industriale, alimentare e nella cosmesi.

scala ph esempi

In ambito agricolo, ad esempio, il pH è strettamente collegato con la biodisponibilità di alcuni elementi nutritivi – biodisponibilità sta a significare che alcuni nutrienti possono essere presenti nel suolo ma non disponibili per le piante se varia il pH oltre un certo intervallo.
In ambito alimentare il pH è un importantissimo parametro per la conservazione di prodotti in barattolo come conserve e alimenti sott’olio. Sotto il pH 4,5 infatti la stragrande maggioranza dei microorganismi non riesce a crescere. Ecco perché nella lista degli ingredienti di questi prodotti troviamo spesso l’acido ascorbico, l’acido citrico o acetico: essi abbassando il pH aumentano la conservabilità del prodotto.

Anche nella biologia il pH è un parametro importantissimo perché molte proteine infatti sono degradate da pH acido o basico. Questo, ad esempio, è quello che succede quando mettiamo il limone sulla carne cruda: quello che succede è che iniziamo a degradare le proteine grazie agli ioni H+. In alcuni casi troviamo invece proteine che sono attive solo a pH acido, è quello che succede ad esempio nel nostro stomaco, ricco in acido cloridrico, che permette alla pepsina (proteina che degrada altre proteine) di lavorare correttamente.

Infine, conosciamo tutti l’importanza del pH nei prodotti per l’igiene personale. Essi non devono avere pH eccessivamente alti o bassi e non devono variare il pH della cute.

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