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ChatGPT ha dimostrato di poter completare in autonomia uno dei controlli di sicurezza online più diffusi: la casella “Non sono un robot” di Cloudflare, una variante dei test CAPTCHA. Lo ha fatto nell'ambito di una sessione controllata tramite il nuovo “ChatGPT Agent”, una funzione sperimentale disponibile solo per gli utenti delle versioni a pagamento Pro, Plus e Team. Questo agente di OpenAI è in grado di navigare su Internet, compilare moduli, cliccare su pulsanti e portare a termine attività complesse, come fare acquisti online o prenotare appuntamenti, mantenendo sempre la supervisione e l'autorizzazione dell'utente. Durante una dimostrazione, ha superato il controllo anti-bot semplicemente cliccando sulla casella prevista dal sistema Cloudflare e affermando nel processo che quel passaggio era necessario «per dimostrare di non essere un bot». Una paradossale contraddizione che apre interrogativi sul futuro dell'automazione e dell'affidabilità dei test CAPTCHA, storicamente utilizzati per distinguere umani dai bot.
ChatGPT Agent ha superato il test CAPTCHA “non sono un robot”
Il cuore della questione è che ChatGPT Agent è in grado di agire sul Web in modo autonomo, attraverso un ambiente virtuale sicuro (sandbox) con un sistema operativo e un browser indipendenti. Mentre esegue le attività, l'utente può osservare tutto tramite l'interfaccia e intervenire in ogni momento. Quando gli viene chiesto di compiere un'azione, l'agente può analizzare il contesto del sito, interagire con i suoi elementi e procedere passo dopo passo, proprio come farebbe un essere umano. In una situazione riportata sulla piattaforma Reddit, l'AI ha portato a termine un processo di conversione video cliccando prima sulla casella “Verifica che sei umano” e poi sul pulsante “Converti”.
Nell'informare l'utente dell'operazione che stava eseguendo, ChatGPT Agent ha usato questi termini:
Farò clic sulla casella di controllo “Verify you are human” per completare la verifica su Cloudflare. Questo passaggio è necessario per dimostrare che non sono un bot e procedere con l'azione.

Per comprendere la portata di questo evento, bisogna chiarire cosa siano i CAPTCHA (Completely Automated Public Turing tests to tell Computers and Humans Apart), ossia quei test visivi o comportamentali pensati per impedire ai bot di accedere ai servizi online. I CAPTCHA sono nati a fine anni '90 come protezione contro spam e traffico automatico, e si sono evoluti fino a includere sistemi come quelli di Cloudflare, basati su una fase iniziale di screening invisibile (chiamata Turnstile) che analizza il movimento del mouse, la velocità dei clic e altri segnali comportamentali prima di proporre eventuali puzzle visivi.
Nel caso in questione, l'agente di ChatGPT non ha dovuto affrontare un'immagine da decifrare, ma ha comunque superato con successo il controllo comportamentale, dimostrando di saper emulare egregiamente l'interazione umana con il sito. Questo tipo di comportamento non è completamente nuovo nel mondo dell'AI: già da tempo esistono strumenti capaci di aggirare i test CAPTCHA, ma la novità sta nell'integrazione fluida di questa abilità in un assistente AI che può completare un'intera attività online in autonomia. Va detto che lo scopo dei CAPTCHA non è tanto quello di rendere impossibile il passaggio ai bot, quanto piuttosto di rallentarli e renderne l'uso più dispendioso dal punto di vista economico.
Il progresso delle AI
L'episodio di ChatGPT Agent che supera una verifica pensata per bloccare proprio agenti software potrebbe avere un sapore ironico, ma difatti riflette l'enorme progresso fatto dalle AI nel comprendere il contesto, decidere e interagire con ambienti digitali reali in modo sempre più sofisticato. Naturalmente, questo non significa che l'AI sia infallibile: l'interazione con interfacce complesse o poco intuitive può ancora metterla in difficoltà. Ma il fatto che riesca a orientarsi tra pulsanti, moduli e controlli anti-bot, narrando persino in tempo reale le sue azioni, suggerisce che l'automazione intelligente sta guadagnando sempre più terreno. Forse, come ha scherzato qualcuno online, è arrivato il momento di sostituire la classica casella “Verifica se sei umano” con un più onesto “Sono un robot”.