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15 Aprile 2025
14:14

Come hanno fatto a San Diego in California a sapere del terremoto prima della scossa? Come funziona ShakeAlert

Il sistema ShakeAlert dell'USGS ha permesso agli abitanti di San Diego di ripararsi 14 secondi prima dell'arrivo del terremoto M5.2. Si basa su sismografi e sensori GPS che inviano i dati a centri di calcolo per poi emettere allerte via smartphone in tempo quasi reale nelle zone non ancora raggiunte dal sisma.

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Come hanno fatto a San Diego in California a sapere del terremoto prima della scossa? Come funziona ShakeAlert
shakealert california

Uno degli aspetti che ha colpito del terremoto di magnitudo 5.2 che ha scosso ieri il sud della California (è stato avvertito fino a Los Angeles), con epicentro a Julian e ipocentro a 13 km di profondità, è il fatto che gli abitanti di San Diego (a 64 km dall'epicentro) sono stati avvisati tramite notifiche sugli smartphone circa 14 secondi prima dell'arrivo del sisma. Questo è stato possibile grazie al sistema ShakeAlert, sviluppato dall'USGS, il servizio geologico statunitense. Ma come funziona questo sistema, e come è in grado di inviare notifiche prima che arrivi un terremoto?

Chiariamo subito una cosa: ShakeAlert non è in grado di prevedere i sismi (nessuno è ancora in grado di prevedere i terremoti), ma è semplicemente molto rapido nell'elaborare i dati e inviarli alla popolazione. Il sistema è attivo nella West Coast statunitense e si basa su una rete di oltre 2000 sismografi e sensori GPS distribuiti negli Stati della California, dell'Oregon e di Washington. Questi strumenti rivelano le onde P, le più rapide generate da un sisma e generalmente meno intense. Quando almeno 4 di questi sensori rilevano il passaggio di una stessa onda, i dati sismici e di posizione vengono immediatamente inviati via wireless al più vicino centro di calcolo che stima pressoché in tempo reale la posizione dell'epicentro e l'intensità del sisma. Se si superano determinate soglie di magnitudo stimata, il sistema invia istantaneamente messaggi di allerta via smartphone alla popolazione dei centri urbani non ancora raggiunti dalle onde sismiche.

In questo modo, se le distanze sono sufficienti, gli abitanti possono sapere con qualche secondo di anticipo che sta per arrivare una forte scossa e proteggersi. Questo sistema è in grado di evitare conseguenze estreme e potenzialmente salvare vite, ma per farlo deve essere estremamente rapido. Nel caso del terremoto M5.2 in California, per esempio, i messaggi sono stati inviati quando le onde sismiche in superficie avevano percorso appena 9 km. In questo modo gli abitanti di San Diego, che si trova a 64 km dall'epicentro del sisma, sono stati notificati da ShakeAlert circa 13,9 secondi prima dell'arrivo delle onde sismiche. La città di Escandido (47 km dall'epicentro) è stata avvisata circa 9,2 secondi prima di essere colpita e Santee (42 km) con un anticipo di 7,9 secondi circa.

I messaggi vengono trasmessi tramite sistema Wireless Emergency Alert per magnitudo superiori a 5.0, oppure tramite le app del proprio telefono cellulare o come notifiche push su dispositivi Android per magnitudo superiori a 4.5, un po' come fa il sistema IT-Alert qui in Italia. Qui sotto potete vedere un alert visualizzato su un dispositivo Android durante il terremoto M5.2 in California.

alert shakealert
Alert emesso da ShakeAlert. Credit: Brik Suit, via X

Oltre alle notifiche dirette alla popolazione, il sistema ShakeAlert permette anche di attivare reazioni automatizzate alle infrastrutture, come lanciare avvisi audio attraverso altoparlanti pubblici, fermare o rallentare treni e spalancare le porte delle caserme dei Vigili del Fuoco per facilitare l'uscita delle autobotti.

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Filippo Bonaventura
Content editor coordinator
Ho una laurea in Astrofisica e un Master in Comunicazione della Scienza alla SISSA di Trieste. La prima mi è servita per imparare come funziona ciò che ci circonda, la seconda per saperlo raccontare. Che poi sono due cose delle tre che amo di più al mondo. Del resto, a cosa serve sapere qualcosa se non la condividi con qualcuno? La divulgazione per me è questo: guidare nel viaggio della curiosità e del mistero. Ah, la terza cosa è il pianoforte e la musica in ogni sua forma.
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