
Il Día de los Muertos, letteralmente "il giorno dei morti", è una delle feste più emblematiche del Messico, celebrata tra l'1 e il 2 novembre. Resa sempre più famosa e conosciuta dal film animato targato Disney, "Coco", è una celebrazione gioiosa della vita e un omaggio ai familiari defunti, che si ritiene tornino temporaneamente nel mondo dei vivi per ricongiungersi ai cari proprio in quella notte. Pur coincidendo con il giorno degli Ognissanti, ha origini del tutto diverse e significato opposto.
Le antichi origini del Día de los Muertos
Il Día de los muertos, il cui significato letterale è “Giorno dei Morti”, affronta le sue radici nelle antiche credenze delle civiltà indigene precolombiane, in particolare degli Aztechi, Maya e Purépecha, che vedevano la morte come una transizione verso un'altra dimensione dell'esistenza: il mondo dei morti, degli spiriti. La celebrazione dei defunti occupava un posto centrale nella vita religiosa indigena: nel calendario Mexica, composto da 18 mesi, si organizzavano almeno sei feste dedicate ai defunti, alcune delle quali duravano per settimane. Con l'arrivo dei conquistadores spagnoli nel XVI secolo, questi riti ancestrali si fusero con la tradizione cattolica, in particolare con la festa di Ognissanti (1 novembre) e con la Commemorazione dei Defunti (2 novembre). Il Día de los muertos che conosciamo oggi è così una sintesi straordinaria di diverse influenze culturali, un momento in cui il passato precolombiano e la tradizione cattolica convivono in un'unica celebrazione. Il popolo messicano ha saputo mantenere vivo lo spirito di questa tradizione, mosso dalla credenza che finché un'anima è celebrata non scompare mai davvero.
Altari e travestimenti in onore della morte
In occasione del "giorno dei morti", le famiglie messicane organizzano diverse attività come l'allestimento di altari con ofrendas (offerte) in onore dei propri defunti, i travestimenti che riprendono figure storiche e mitologiche delle culture precolombiana, la celebrazione, lungo le vie delle città, di parate e sfilate. Le famiglie messicane allestiscono un altare dedicato ai loro defunti all'interno o all'esterno dalle proprie abitazioni, decorato con fotografie, candele, fiori di cempasúchil, incenso, teschi di zucchero e cibi amati dai defunti.

Questi alatari rappresentano un portale tra la vita e la morte, ed infatti le ofrendas (offerte), poste sugli altari stessi, servono proprio come punto di incontro tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Tra gli oggetti simbolici presenti nelle ofrendas troviamo, in particolare, il papel picado, ovvero decorazioni di carta colorata intagliata che rappresentano la fragilità della vita e il soffio del vento che guida le anime. Si possono trovare altari negli edifici pubblici come scuole e tempi, oppure nelle piazze delle città. Vestiti e travestimenti seguono tipologie il patrimonio storico e immaginario: l'iconico travestimento che subito associamo alla festività è quello della Calavera (teschio) di Catrina, risalente all'epoca atzeca, si ritiene fosse la dea Mictecacihuatl, regina degli Inferi e Signora della Morte, protettrice delle ossa dei defunti.

Nel 1910, il volto della dea venne raffigurato in un'opera di José Gauadalupe Posada, che creò un'immagine satirica che prendeva in giro i nativi messicani che si atteggiavano ad aristocratici europei durante la pre-rivoluzione, indossando abiti francesi. Oltre alle calaveras (teschi), sono comuni anche travestimenti legati agli spiriti della tradizione indigena, come figure mitologiche e animali simbolici. Ad esempio, gli Alebrijes, creature fantastiche e multicolori originarie dell'arte popolare messicana, vengono rappresentati nei costumi per evocare la protezione degli spiriti guida.
Differenze tra Halloween e il Día de los Muertos
Spesso si tende a confondere il Día de los Muertos con Halloween, ma al di là del fatto che le date non coincidono esattamente, le due festività hanno origini, simbolismi e significati completamente diversi. Seppure è vero che in entrambe le celebrazioni il tema della morte è centrale, l'approccio è opposto. Halloween affonda le sue radici nelle tradizioni celtiche di Samhain, un rito legato alla paura degli spiriti, percepiti come entità oscure e maliziose. Proprio per questo motivo, i simboli di Halloween (come le zucche intagliate, i fantasmi, le streghe) evocano l'idea di un mondo ultraterreno minaccioso, da esorcizzare con travestimenti inquietanti e scherzi.

Nel Día de los Muertos, invece, gli spiriti non sono temuti, ma attesi e onorati. In alcune comunità, questa accoglienza si traduce in veglie notturne nei cimiteri, dove i familiari trascorrono la notte accanto alle tombe, banchettando, suonando musica e raccontando storie. Anche l’uso del colore sottolinea la differenza: mentre Halloween si caratterizza per le tonalità scure e inquietanti (nero, viola, arancione), il Día de los Muertos è una celebrazione vivace e luminosa, in cui dominano il giallo e l’arancione dei fiori di cempasúchil, il rosso, il blu e il rosa.
Patrimonio culturale immateriale dell'umanità
Oggi, il Día de los Muertos non è solo una celebrazione messicana, ma viene riconosciuto e festeggiato in diverse parti del mondo, dalle comunità latinoamericane negli Stati Uniti fino a eventi culturali in Europa e Asia. Il suo valore è ufficialmente riconosciuto a livello mondiale dal 2008, con la nomina a essendo Patrimonio culturale immateriale dell'umanità, garantendone la tutela e la trasmissione alle future generazioni.