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I profumi sono una miscela di essenze odorose naturali o sintetiche, dosate tipicamente con alcool oppure acqua e oli vegetali in percentuali variabili. Gli ingredienti che li compongono sono scelti da una libreria di oltre 3 000 oli essenziali, sostanze naturali e molecole complesse. L'estrazione delle sostanze odorose dalle materie prime (animali, come l'ambra grigia, o più comunemente vegetali) avviene attraverso vari processi, a seconda della delicatezza e natura della materia stessa: dalla distillazione, alla spremitura (come per le bucce d'arancia), fino all'estrazione con appositi solventi.
Come si crea un profumo
La figura professionale che formula un profumo per la prima volta combinando le fragranze è il cosiddetto "naso". I nasi sono profumieri che, dopo una specifica formazione e tanta pratica, riescono ad essere estremamente sensibili alle varie molecole odorose e a sviluppare una forte memoria olfattiva. In tutto il mondo ci sono circa 900 nasi!

Nella composizione di un profumo, il profumiere tiene conto della volatilità delle molecole e della persistenza delle materie prime. Per realizzare un profumo si utilizza infatti la famosa piramide olfattiva, con 3 livelli:
- Note di testa, le prime molecole ad essere percepite quando spruzziamo il profumo, ma anche le più volatili;
- Note di cuore: sono quelle che restano anche dopo un po' di tempo, tra le 2-3 ore circa;
- Note di fondo, che hanno persistenza maggiore e sono la base del profumo.
Dalla formula degli ingredienti scelta dal naso si preparano gli oli essenziali, miscugli di numerosi composti organici che sono proprio l'essenza di un profumo. Gli oli essenziali sono delle sostanze odorose che vengono estratte naturalmente (da vegetali o animali) oppure sintetizzate in laboratorio.
L'estrazione delle materie prime
Gli oli essenziali vengono ricavati con diverse tecniche, a seconda delle caratteristiche della materia prima. Le materie prime naturali possono essere fiori, frutti, piante, alberi, semi e così via. Sono diffuse diverse tecniche di estrazione, ma le più comuni sono: distillazione, enfleurage, spremitura, estrazione e infusione.
Distillazione
La materia prima – per esempio petali di rose – viene messa in una caldaia con dell'acqua che viene portata ad ebollizione e diventa vapore. Acqua calda e vapore fanno sì che i tessuti vegetali liberino l'olio essenziale contenuto naturalmente nelle loro ghiandole sebacee. Quando le molecole di vapore passano tra la materia prima, si caricano di sostanze odorose fino a diventarne sature. Si crea una miscela profumata di vapore acqueo e olio che viene convogliata fino ad arrivare in un ambiente refrigerante, dove condensa per raffreddamento. Per la naturale differenza di densità si formano uno strato d'acqua profumato e, sopra, uno strato di vero e proprio olio essenziale. Entrambi vengono raccolti e riutilizzati. Esempi di piante da cui si estraggono gli oli essenziali in questo modo sono la lavanda e la rosa.

Enfleurage
Si usa per estrarre il profumo dai fiori come il gelsomino e la tuberosa, che continuano a rilasciare profumo anche dopo essere stati raccolti. I petali vengono posizionati su un telaio e ricoperti di grasso in modo da fargli assorbire l'odore, fin quando il grasso non è completamente saturo di oli floreali. Si ottiene quindi una pomata profumata che si lava in alcool, per ottenere un olio profumato che viene poi filtrato. Il processo avviene tipicamente a freddo, ma ne esiste una variante a caldo in cui il grasso viene portato a temperature fino a 60°C; in questo caso si parla più comunemente di macerazione.
Spremitura
Si utilizza per gli agrumi, la cui buccia presenta delle ghiandole sebacee che contengono una quantità di circa 0,5%-0,7% di olio naturale. Il processo in questo caso è meccanico: le bucce vengono compresse da un torchio in modo da liberare naturalmente l'olio essenziale.
Estrazione con solventi volatili
La materia prima viene unita ad un solvente volatile in grado di far sciogliere facilmente le molecole odorose. Il solvente penetra nella materia prima e ne dissolve il profumo. Si forma una soluzione che viene portata a condizioni di bassa temperatura e allo stato di vuoto, dove il solvente viene isolato e si ottiene un olio concentrato.
Di solito per questo tipo di estrazioni si utilizza come solvente l'etere di petrolio. Una variante del processo è la tecnica di estrazione supercritica con anidride carbonica (CO2) come solvente, utilizzata per sostanze poco volatili o particolarmente sensibili alla temperatura. Lo stato supercritico necessario per l'estrazione viene raggiunto portando la CO2 ad alte pressioni e basse temperature.
Infusione (o estrazione solido-liquido)
L'infusione (come avviene per i liquori) permette di trasferire l'aroma da un solido a un liquido grazie ad un solvente che spesso è proprio l'etanolo. Il principio con cui avviene l'infusione è quello della lisciviazione, il processo di separazione di componenti solubili da una massa solida attraverso un solvente.
La materia prima viene fatta macerare in un recipiente chiuso con il solvente scelto per diversi giorni, mescolando di tanto in tanto. A processo terminato il residuo solido viene pressato per recuperarne quanto più liquido possibile e il tutto viene filtrato.
Molecole sintetiche
Spesso gli aromi naturali non sono facili da ottenere perché devono essere ricavati da sostanze particolari, come per l'ambra grigia ottenuta dal vomito di balena. Anche e soprattutto per questo motivo, per produrre gli aromi oggi si usano quasi sempre molecole sintetiche fatte in laboratorio a imitazione di quelle naturali. Questo processo è iniziato dalla metà dell'800 in cui si è scoperto come isolare le molecole olfattive dalla sostanze naturali. Un esempio è la vanillina, usata dagli Aztechi fin dal XVI secolo ma isolata solo nel 1858 dall'estratto di vaniglia e sintetizzata per la prima volta nel 1874 dalla coniferina, un componente della corteccia di pino.

Dagli oli essenziali all'imbottigliamento
Dopo aver definito gli ingredienti di una fragranza, lo step successivo è la diluizione. Tutti i profumi sono diluiti, altrimenti sarebbero troppo forti da annusare. Nella stragrande maggioranza dei profumi si usa un alcol come solvente. In base alla quantità di alcol avremo eau de toilette, de parfum o gli estratti, in ordine dal più diluito al meno diluito. Oltre all'alcol, vengono aggiunti anche tutti gli stabilizzanti, coloranti e filtri UV che servono.
A questo punto il profumo deve maturare, o meglio macerare, per un tempo che varia da settimane a mesi. In questo modo le molecole dell'olio essenziale hanno il tempo di legarsi all'alcol. Durante questo periodo di tempo si possono anche verificare variazioni di concentrazione di alcuni componenti che possono influire sulle caratteristiche organolettiche del profumo finale.
Una volta terminata la macerazione, la miscela viene raffreddata e filtrata per togliete gli ultimi sedimenti. Gli ultimi step prevedono finalmente l'imbottigliamento e il confezionamento.