È una delle pratiche più naturali al mondo. Ogni volta che vogliamo spruzzarci del profumo lo facciamo automaticamente sui polsi, sul collo e dietro le orecchie. Ma chi ha deciso questa cosa? Non sono zone del corpo (completamente) a caso, perché si tratta dei cosiddetti "punti di impulso", ossia dei posti in cui le arterie scorrono più vicino all'epidermide. Non a caso per sentire i battiti del cuore, si tasta il polso. Ebbene, esiste una teoria per cui indossare il profumo su questi punti dovrebbe aiutarlo a farlo diffondere di più perché queste zone sono più calde rispetto al resto del corpo. Ma è proprio vero? Spoiler: no, non ci sono prove scientifiche che lo confermino, ma è principalmente una questione di praticità.
Il profumo si applica in alcuni punti per praticità
Secondo la teoria dei "punti di impulso" dovremmo mettere il profumo in zone in cui scorrono arterie particolarmente vicine alla superficie della pelle, come quella radiale nel polso, la brachiale nella fossa interna del gomito, quella carotidea nel collo, o anche altre zone più strane come l'arteria poplitea dietro al ginocchio o quella tibiale posteriore che si trova nella zona della caviglia.
Secondo la teoria dei punti di impulso, queste zone riscaldano la pelle perché i vasi sanguigni sono più vicini all'epidermide e il calore provocato aiuterebbe il profumo a diffondersi. In realtà, non è proprio così.
Sono stati fatti diversi test sulla temperatura superficiale cutanea regionale, per capire quali sono le parti della pelle più calde. Uno studio condotto nel 2019 ha rilevato la temperatura in 15 regioni del corpo, tra cui anche collo e avambraccio, su 30 partecipanti. Le zone con temperatura più alta effettivamente sono state registrate nella zona del collo, sulla fronte, sul palmo della mano, ma anche la zona perilabiale, e nasale dove di solito il profumo non si mette! Il test presenta inoltre dei limiti: uno tra tutti è che i partecipanti hanno mantenuto una posizione supina, non erano in movimento e questo può aver falsato i dati misurati.
Inoltre, dobbiamo considerare che alcuni di questi posti sono meno accessibili e pratici sia per chi indossa il profumo che per chi lo annusa. Insomma capita poche volte che qualcuno ci annusi le ginocchia! Infine, alcune di queste zone sono spesso coperte da indumenti, per cui sarebbe poco comodo mettere il profumo in queste aree. Possiamo quindi affermare che il motivo principale per cui il profumo si mette dietro al collo e sui polsi è prima di tutto la praticità.
La termoregolazione può influire sulla diffusione del profumo
Più dei punti d'impulso, la termoregolazione può effettivamente aiutare la diffusione del profumo. Il controllo della temperatura dipende anche dalle reazioni dell'ipotalamo dovute all'ambiente esterno. Ad esempio, se il corpo percepisce freddo invia un segnale al sistema nervoso che attiva i sistemi di termoregolazione, per riscaldarci in reazione alla variazione di temperatura dell'ambiente esterno.
L'aumento di temperatura aumenta la velocità di evaporazione delle molecole aromatiche volatili presenti nel profumo. Queste molecole sono infatti quelle che evaporano facilmente raggiungendo il nostro naso e sono responsabili dell'odore della profumazione che percepiamo . E siccome la persistenza di un composto olfattivo dipende dalla sua velocità di evaporazione, la temperatura della pelle inciderà sulla diffusione delle molecole.
Quindi il profumo potrebbe diffondersi meglio nelle aree in cui sudiamo (dove sono presenti le ghiandole sudoripare) in cui la temperatura aumenta maggiormente favorendo l'evaporazione delle molecole aromatiche. Il problema è che l'evaporazione del sudore aiuta a raffreddare la pelle, facendoci trovare nella circostanza opposta, con una temperatura corporea più bassa.
Quindi, per concludere, non ci sono prove scientifiche che avvalorino l'ipotesi dei punti d'impulso, e anche se la termoregolazione potrebbe avere un ruolo nella diffusione delle molecole volatili presenti nella formulazione, il profumo si indossa sui polsi e dietro le orecchie principalmente per praticità e convenzione.
Il profumo dura di più sui tessuti?
La risposta è: dipende. Le fibre del tessuto consentono alle molecole di profumo di rimanere intrappolate al loro interno e quest’effetto può durare per più o meno tempo, a seconda della tipologia di tessuto.
In uno studio pubblicato sull‘Industrial Textilia Journal, tramite l’utilizzo di alcuni sensori, degli scienziati hanno provato a misurare quanto tempo un profumo rimane sui vestiti. Secondo i dati dello studio, i tessuti con maggiore contenuto di cotone trattengono di più la fragranza grazie alla loro idrofilia e proprietà di assorbire l’acqua. Allo stesso tempo però i tessuti più intrecciati (come il twill, a trama diagonale) sono più porosi e trattengono meglio le molecole di profumo rispetto a filati intrecciati con altre trame.
Infine, la permanenza della fragranza aumenta all'aumentare della densità del tessuto o alla diminuzione del numero di filati. Questo ha a che fare con la proprietà di traspirazione del tessuto che, quando diminuisce, rallenta la diffusione del profumo.