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27 Febbraio 2023
12:30

Come si riduce il rischio di disastri? Ecco cos’è e come funziona il DRR – Disaster Risk Reduction

La gestione dei disastri viene effettuata tramite il DRR (Disaster Risk Reduction). Vediamo in cosa consiste esattamente, quali sono le azioni di riduzione del rischio disastro e qual è la situazione in Italia.

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Come si riduce il rischio di disastri? Ecco cos’è e come funziona il DRR – Disaster Risk Reduction
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Nella definizione più semplice e generale, un disastro rappresenta un evento che crea danni a cose e/o persone. A seconda del pericolo, possiamo distinguere i seguenti tipi di disastro: naturale (es. terremoto), ambientale (es. incidente nucleare), sanitario (es. pandemia) oppure tecnologico (es. attacco informatico). Se da un lato è difficile – se non impossibile – prevedere quando un disastro colpirà, ci sono azioni preventive per ridurne gli effetti, ossia salvare vite e denaro. Queste azioni, anche note come Disaster Risk Reduction(DRR), sono fondamentali per lo sviluppo sociale, economico ed umano della nostra società. Ma in cosa consiste esattamente la DRR?

Cos'è la DRR?

La riduzione del rischio, chiamata anche DRR (Disaster Risk Reduction) ha come obiettivo quello di identificare, valutare e ridurre i rischi associati alle catastrofi. Per farlo si concentra su quattro azioni principali: mitigazione, preparazione, risposta e recupero.

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Il ciclo di un disastro. Credit: United Nations

Mitigazione e preparazione

La mitigazione e la preparazione sono misure preventive che vengono attuate prima che il disastro avvenga. Mentre la mitigazione comprende misure di medio-lungo termine, come la caratterizzazione dei rischi e il manutenzione delle infrastrutture, la preparazione mira a sviluppare piani di azione che, prima del disastro, insegnino ad affrontarlo nel migliore dei modi: programmi di evacuazione, campagne di sensibilizzazione, sistemi di allerta precoce, assicurazione degli assets. L’Italia in questo senso ha investito circa 5.6 miliardi in mitigazione e prevenzione (fonte: Ref Ricerche).

Risposta

Le misure di risposta sono quelle che fanno notizia. Hanno come fine mettere in sicurezza le persone che, a seguito di un disastro, sono in immediato pericolo (evacuazione, controlli medici). L’Italia ha speso quasi 9 miliardi di euro in emergenze a causa del cambiamento climatico, quasi il doppio di quanto ha speso in mitigazione e preparazione. Il Giappone, un leader mondiale in DRR, riserva quasi l’80% del suo budget sui disastri in mitigazione e preparazione.

Ripresa

La ripresa riguarda invece attività non vitali che vengono portate avanti durante e dopo che il disastro è avvenuto. Questa fase e’ necessaria affinché i danni del disastro non si espandano nel lungo termine. Attività come la consulenza psicologica, la ricostruzione di case, misure fiscali ed economiche che possano aiutare le vittime ad uscire da un’ottica di emergenza e tornare “alla vita normale”. Il World Bank calcola che ogni anno si spendano quasi $200 miliardi di dollari in ripresa.

La mitigazione è la fase cruciale perché, se fatta correttamente, riduce i costi ed i morti. Secondo i dati raccolti dal National Institute of Building Sciences su disastri naturali negli Stati Uniti "per ogni dollaro investito in mitigazione se ne risparmiano 13 per la risposta e ripresa".

La gestione dei disastri in Italia

Al momento in Italia ci sono grandi differenze geografiche sulla capacità di gestire il DRR, ossia essere resilienti. Un recente studio pubblicato nel 2019 su Plos One conferma il divario Nord-Sud della nostra penisola, con il Nord più capace di gestire un disastro naturale (colori tendenti al verde) rispetto al meridione (colori tendenti al rosso). Questo vuol dire che lo stesso pericolo può potenzialmente creare più danni al Sud invece che al Nord.

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Credit: Marzi et al., 2019
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