Alberi di Natale veri o finti? Ecco la scelta da acquistare più sostenibile e con il minor impatto ambientale

Meglio un albero di Natale vero o uno finto? Alberi naturali e alberi artificiali hanno un diverso impatto ambientale: qual è la scelta più sostenibile da acquistare? La risposta è tutt'altro che scontata.

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1 Dicembre 2022
13:19
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Alberi di Natale veri o finti? Ecco la scelta da acquistare più sostenibile e con il minor impatto ambientale
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Si avvicina il Natale ed è il momento di comprare l'albero, uno tra i principali simboli di questa festa. Spesso, però, in questo periodo si accende una discussione in merito ad alberi veri contro alberi finti: qual è la soluzione di acquisto relativamente più sostenibile da un punto di vista ambientale? La risposta non è semplice come potrebbe sembrare e per riuscire a darla dobbiamo basarci sugli LCA, cioè sui Life Cycle Assessment (ciclo di vita), come abbiamo visto anche nel caso del confronto tra auto elettriche e auto a benzina. Si tratta di studi che valutano l'impatto ambientale di un prodotto (in questo caso dell'albero) dalla sua creazione fino al suo smaltimento. Andiamo quindi quali sono i pro e i contro di queste due tipologie di abete natalizio, andando a vedere la quantità di emissioni, l'utilizzo di acqua e la durata di utilizzo.

Il confronto tra alberi naturali e artificiali

abeti fraser
Abeti di Fraser.

Tra i vari studi effettuati sull'argomento nel corso degli anni, abbiamo preso come principale riferimento quello del WAP Sustainability Consulting pubblicato nel 2018. Si tratta di uno degli LCA più completi sull'argomento che considera un albero naturale e uno sintetico, entrambi alti 1,98 m. L'albero artificiale considerato nello studio pesa 4,93 kg, compreso di base d'appoggio ed è costituito in prevalenza da plastiche (perlopiù PVC) e metallo (per la struttura di rami e tronco). Per l'albero naturale, invece, è stato considerato un abete di Fraser (Abies fraseri), cioè la tipologia di pianta più utilizzata negli Stati Uniti per questo scopo.

Nota bene: in questo studio non viene preso in considerazione l'impatto legato alle decorazioni e alle luminarie natalizie.

Utilizzo dell'albero

Prima ancora di vedere le singole componenti che possono impattare sulla vita di un albero, dobbiamo considerare il tempo di utilizzo. Un abete sintetico, infatti, può essere riutilizzato per molti anni consecutivi mentre quelli naturali, nella maggior parte dei casi, necessitano di essere sostituiti ogni anno. Se ad esempio consideriamo un periodo di 10 anni, non dobbiamo confrontare un singolo albero sintetico con un singolo albero naturale, ma uno sintetico con ben 10 naturali! Questo, come vedremo, è un elemento fondamentale: il vantaggio di un albero sintetico rispetto ad uno naturale dipende quasi esclusivamente dal suo tempo di utilizzo.

Emissioni di gas serra

Uno degli aspetti più sensibili è senza dubbio rappresentato dalle emissioni di gas serra. Per confrontare i diversi valori, utilizzeremo un grafico a barre. Ciascuna barra colorata (come si vede nell'immagine sottostante) è rappresentativa dell'intero ciclo di vita di un albero, quindi fornisce un valore relativo alle emissioni nette, considerando produzione/crescita, trasporto, utilizzo e smaltimento.
Come riportato dall'immagine sottostante, il ciclo di vita di un albero artificiale, rappresentato dalla barra color ciano, emette una quantità di gas serra il cui impatto è pari a 17,9 kg di CO2 eq. Per gli alberi naturali la situazione varia molto, sia a seconda del range temporale che consideriamo (1, 5 o 10 anni), sia a seconda della loro tipologia di smaltimento: essendo gettati dopo ogni utilizzo, proprio la dismissione è il fattore che più incide nel loro ciclo di vita. Nel particolare i tre possibili "finali" sono compost, incenerimento e discarica.

Emissioni Gas Serra nel ciclo di vita

Se consideriamo un anno di tempo (quindi un albero sintetico contro uno naturale), indipendentemente dal tipo di smaltimento, quello naturale ha un vantaggio non indifferente. Se però consideriamo già i 5 anni (quindi un albero sintetico contro cinque naturali), vediamo come le due modalità di smaltimento, compost o Incenerimento emettano rispettivamente 24,4 kg CO2 eq e 38,9 kg CO2 eq , superando quindi i 17 kg del sintetico. L'impatto del compost e dell'incenerimento dell'albero naturale aumentano notevolmente se consideriamo un periodo di tempo pari a 10 anni, raggiungendo valori pari a 48,7 kg CO2 eq e 77,7 kg CO2 eq.

L'unico metodo di smaltimento che effettivamente risulta vantaggioso per gli alberi naturali è quello della discarica, che fa registrare addirittura valori di emissioni negativi: -0.10 kg CO2 eq (1 anno), -0.52 kg CO2 eq (5 anni) e -1.04 kg CO2 eq (10anni). Come è possibile? Semplicemente i biogas che vengono prodotti dal legno in discarica durante la sua decomposizione possono essere utilizzati per produrre energia elettrica, andando quindi a creare complessivamente un risparmio in termini di emissioni.

Inquinamento

Inquinano meno gli alberi naturali o quelli sintetici? Anche questa è una domanda estremamente comune. Esistono diversi parametri che permettono di quantificare questo valore, ma abbiamo deciso di iniziare con uno dei principali: il potenziale di acidificazione.

Il potenziale di acidificazione è un parametro che misura le emissioni (principalmente SO2 e NOx) che possono dar vita a fenomeni come quelli delle piogge acide. Nel caso degli alberi artificiali circa il 50% di queste emissioni dipendono dalla fase produttiva, il 40% dal trasporto (visto che nella maggior parte dei casi vengono prodotti in Cina) e un 10% circa dalla dismissione in discarica. Nel complesso gli artificiali emettono circa 0,088 kg SO2 eq. Come per le emissioni di gas serra, questo parametro è sicuramente molto più alto rispetto ai naturali se consideriamo un anno di vita ma diventa mano a mano più vantaggioso con il passare del tempo. È interessante anche notare come per gli alberi naturali i valori siano molto diversi tra loro a seconda della tipologia di smaltimento: in questo caso quella nettamente più svantaggiosa è la discarica.

Potenziale di acidificazione nel ciclo di vita

Per parlare di inquinamento si potrebbero tenere in considerazione anche altri parametri, come la produzione di smog oppure l'eutrofizzazione delle acque. Questi valori (riportati nel report in questione) hanno lo stesso trend dell'acidificazione: l'albero naturale diventa sempre più svantaggioso con il passare del tempo.

Utilizzo dell'acqua

Anche in questo caso, la situazione è molto simile alle precedenti. Se consideriamo il consumo di acqua nel ciclo di vita dei due alberi, il confronto di un solo anno vede come vincitori i naturali ma basta andare sui 5-10 anni per osservare come l'albero artificiale sia la scelta migliore. Per dare un po' di numeri, se consideriamo un decennio di utilizzo si avranno 0,142 m3 di acqua per un albero artificiale contro un valore medio di 1,06 m3 per gli alberi naturali. Circa 7 volte di meno!

Utilizzo dell'acqua nel ciclo di vita

Qual è il migliore da comprare per ridurre l'impatto sull'ambiente?

Quindi, alla luce di tutto quello che abbiamo visto, cosa conviene comprare??

La risposta è quella apparentemente quella più contro-intuitiva: l'albero artificiale. Ovviamente, come abbiamo visto, il suo utilizzo è vantaggioso solo nella misura in cui venga utilizzato per più anni, perché in caso contrario le piante naturali hanno un netto vantaggio. Nel caso delle piante naturali, poi, è possibile minimizzare l'impatto acquistandole da produttori locali che siano in grado di certificare la sostenibilità dei loro prodotti.

albero artificiale

Mediamente comunque si stima che un albero finto possa avere un impatto sull'ambiente minore rispetto ad uno naturale, purché venga utilizzato per almeno 5 anni. Questo valore è da prendere con le pinze: alcuni studi considerano come tempo ideale cinque anni (come quello che abbiamo analizzato in questa sede), mentre altri lo spostano ad nove e altri ancora a venti. Questo dipende strettamente dai parametri che vengono presi come premesse per lo studio: il tipo di albero, la distanza tra luogo di produzione e di vendita, il tipo di impianto utilizzato per produrre energia elettrica ecc.
Nel complesso però quello che emerge da tutti questi lavori è che generalmente un albero artificiale sarà una scelta tanto migliore quanto più a lungo lo terremo in casa senza buttalo in discarica. Come spesso accade, la soluzione migliore sta nel tenere a bada il nostro consumismo sfrenato e far durare gli oggetti quanto più possibile.

Sono un geologo appassionato di scrittura e, in particolare, mi piace raccontare il funzionamento delle cose e tutte quelle storie assurde (ma vere) che accadono nel mondo ogni giorno. Credo che uno degli elementi chiave per creare un buon contenuto sia mescolare scienza e cultura “pop”: proprio per questo motivo amo guardare film, andare ai concerti e collezionare dischi in vinile.
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