Vi siete mai chiesti se le piste da sci sono scivoli naturali sui versanti delle montagne? Noi sì. E la risposta – come prevedibile – è che no, le piste da sci non sono naturali. Vengono costruite, proprio come si costruisce una strada. È un processo complesso, che prevede una vera e propria modifica del territorio, cercando però di mantenerne il più possibile la morfologia.
Come si crea un comprensorio sciistico
Analizziamo i passaggi necessari per realizzare un comprensorio sciistico, a partire dalla progettazione fino agli Ski Resort.
La progettazione del comprensorio
Prima di tutto, come sempre, bisogna studiare. I progettisti creano una mappa topografica – che ci dice cioè quanto è alta o ripida la montagna che stiamo guardando – per identificare gli ostacoli, cioè dove non si può costruire e per calcolare la pendenza e l’impatto dei raggi del sole sulla montagna prescelta. Questa parte è fondamentale, infatti se c’è troppo sole la neve fonde, ma se ce n’è troppo poco la neve artificiale si giaccia.
Una volta finito lo studio, viene progettato il comprensorio, cioè l’insieme di piste e impianti di risalita che collegate tra loro ci permettono di sciare. Si tratta di un processo complicatissimo, dobbiamo pensare per esempio che per ogni pista impegnativa, deve esserci sempre un’alternativa più semplice che permetta agli sciatori meno esperti di arrivare a valle. Solo che – ovviamente – le montagne sono ripide, quindi gran parte del processo di progettazione consiste nel lavorare per rendere le piste più facili, cioè più larghe, meno pendenti e con meno curve strette.
La preparazione del cantiere e la costruzione della pista
Una volta pronto il progetto, si inizia a costruire. Per prima cosa è necessario costruire le strade che consentono di portare in cima alla montagna macchinari, attrezzature e materiali per poter costruire. Quasi tutte queste “strade da lavoro” vengono poi destituite quando i lavori finiscono.
Negli anni i costruttori hanno cercato di rendere sempre più sostenibile la costruzione di piste da sci: si parla di Eco Design. Tuttavia come abbiamo detto, vanno create, non esistono. Sono strade nella montagna, quindi purtroppo è spesso necessaria una deforestazione e una modifica del terreno sottostante. Quindi vengono tolti gli alberi, sradicati e viene rimosso il terriccio – ma non buttato, perché verrà riutilizzato. A questo punto viene limata e scavata la roccia sottostante per togliere le imperfezioni e fino a che non si ottiene la pendenza desiderata.
Una volta concluso questo processo, viene ricollocato il terriccio che era stato tolto e concimato se necessario. Questo perché è molto importante mantenere la vegetazione che era presente prima della costruzione della pista. Sia per mantenere l’habitat naturale della fauna locale, sia perché la vegetazione è fondamentale per prevenire frane ed erosioni. Per lo stesso motivo nelle piste vengono costruiti dei canali e dei bacini sottosuolo per distribuire l’acqua ai lati della pista, dove appunto c’è la vegetazione che sa sopportare meglio la presenza di acqua nel suolo rispetto al terreno “nudo”.
Le linee di servizio e gli impianti
Una volta costruita la pista vanno create le linee di servizio di cui avrà bisogno, cioè linee d’acqua, le fognature e l’elettrificazione, e i servizi stessi per cui sono fondamentali, cioè gli impianti per l’innevazione artificiale e gli impianti di risalita, che possono essere seggiovie, ovovie, skilift che sono elettrificati grazie alle linee di servizio.
Per la costruzione degli impianti di innevazione – cioè i cosiddetti “cannoni sparaneve” – è necessario costruire anche dei bacini d’acqua artificiali che servono come riserva d’acqua per creare la neve artificiale e ricevono acqua grazie alle linee d’acqua che sono state costruite.
In alcune piste vengono costruiti anche i pali della luce per poter sciare di notte – succede per esempio per competizioni importanti come i Mondiali o le Olimpiadi – e le reti di protezione ai bordi delle piste più pericolose e per evitare frane.
Lo Ski Resort
La costruzione di un comprensorio non comprende solo piste e impianti di risalita. I comprensori infatti sono pensati in modo olistico, cioè quando vengono progettati vengono pensate anche tutte le altre strutture che possono servire, come baite, rifugi, strade per raggiungere gli impianti, parcheggi per poter parcheggiare le auto oppure hotel per alloggiare. Insomma, non si tratta solo di piste, ma di un vero e proprio Ski Resort.
Quanto costa costruire un comprensorio
Rispondiamo con degli esempi. Secondo uno studio della Universidad Pontifica de Madrid in cui viene progettato un comprensorio che ne lega due già esistenti (17 piste per un totale di 50 km, 5 impianti di risalita e uno skilift), il progetto ha un costo totale di 45 milioni di euro. La Via Lattea, l’impianto sciistico italiano più grande, ha 400 km di piste e 71 impianti. Cioè è grande 8 volte quello dell’esempio dello studio, quindi con un calcolo approssimativo è costato 360 milioni di ero.
L'importanza dell'ecosistema
Come per ogni cosa, c’è sempre un prezzo da pagare. Le moderne piste da sci e impianti sono sempre più sostenibili, ma non significa che non abbiano un impatto. Come per molte tecnologie, cerchiamo di renderle il “meno peggio” possibile, ma ci sono delle conseguenze ed è importante esserne consapevoli.
La quantità d'acqua
L’impatto forse più grande della creazione di un comprensorio è la quantità immensa d’acqua che serve per fare la neve artificiale in inverno e irrigare i campi d’estate. Per capire di quanta acqua di tratta, teniamo presente che con 1 m3 d’acqua si producono 2,5 m3 di neve. Quindi per innevare con uno strato di 30 cm di neve una pista – che in media è lunga 3.5 km servono circa 35.000 m3 d’acqua, che – per fare un paragone – corrispondono a 14 piscine olimpioniche.
La qualità dell'acqua
Anche la qualità dell’acqua subisce ripercussioni. La creazione di nuove linee d’acqua e la deviazione dei corsi già esistenti va a scontrarsi con la presenza di un cantiere, che produce detriti, e la qualità dell’acqua ne risente.
Uno studio dell’Università di Cracovia ha riscontrato che, durante la costruzione di un nuovo comprensorio, le acque dei torrenti circostanti hanno subito un aumento del livello batterico. Lo studio poi rassicura: una volta terminati i lavori, i batteri tornano al livello ordinario. Va però considerato che i lavori possono durare fino a 10 anni, e questo comporta grandi costi per depurare l’acqua, oltre che danneggiare l’habitat dei pesci.
Il danneggiamento dell'habitat
Parlando di fauna, non solo i pesci subiscono danni all’habitat. Per esempio, in Kazakistan, ad Almaty, l’azienda incaricata di costruire il nuovo comprensorio sciistico era stata molto criticata dalla gente del posto perché andava a toccare un parco nazionale, portando inquinamento atmosferico e la messa in pericolo dell’habitat di un rarissimo leopardo delle nevi.
Le condizioni ambientali
Quando ci sono le grandi competizioni – come le Olimpiadi – può capitare che gli impianti vengano costruiti da zero in tempi record. Per le Olimpiadi di Pechino 2022, non solo sono state create piste e impianti su montagne intonse, ma la neve era solo e unicamente artificiale. Questo purtroppo è un fenomeno diffuso. Continuiamo a costruire comprensori, anche in zone assurde, come in Arabia Saudita in mezzo al deserto, ma non sempre ci sono le condizioni ambientali.
Le modifiche al suolo
Uno dei più importanti costruttori di comprensori sciistici, Paul Mathews, afferma che solo il 5% della superficie totale della montagna viene modificato ed è nell’interesse di tutti modificare il meno possibile: più sono naturali le piste, più sono godibili.
Questo comunque non significa che queste modifiche non ci siano. Nonostante l'aspetto degli Ski Resort sia migliorato dagli anni '70 ad oggi, l’impatto sull'ecosistema è comunque grande. È importante avere una buona consapevolezza.