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28 Agosto 2024
16:35

Contaminazione da salmonella: cos’è, in quali alimenti potrebbe essere presente e i rischi per la salute

La salmonella è un batterio che potrebbe essere presente in vari alimenti, come uova, latte crudo e carne, causando sintomi gastrointestinali. Per prevenire l'infezione, è fondamentale seguire buone pratiche igieniche e cuocere completamente i cibi di origine animale.

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Contaminazione da salmonella: cos’è, in quali alimenti potrebbe essere presente e i rischi per la salute
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Le analisi condotte dagli operatori del Ministero della Salute hanno rilevato una sospetta contaminazione microbiologica su diverse partite di uova. Sebbene non sia ancora certo quale microrganismo sia coinvolto, la presenza della salmonella è fortemente sospettata. L'indicazione è quella di "non consumare le uova e restituirle al punto vendita in cui sono state acquistate". Per sapere quali sono i lotti con sospetta contaminazione, visitate il sito del Ministero della Salute dove sono riportati i richiami. Ma che cos'è la salmonella di preciso? Quali sono i sintomi della salmonellosi? E come fare per ridurre i rischi di intossicazione alimentare da salmonella?

Cos'è la salmonella e in quali alimenti potrebbe essere presente

La salmonella è un batterio comunemente associato alle infezioni alimentari, sia in forma sporadica che epidemica. Il batterio è stato identificato per la prima volta nel 1886 dal medico americano Daniel Elmer Salmon, e da allora sono state individuate oltre 2.500 varianti (chiamati sierotipi). Tra questi, i più frequentemente riscontrati nell'uomo sono S. enteritidis e S. typhimurium.

Il batterio può essere trasmesso all'uomo attraverso il consumo di alimenti contaminati, i quali rappresentano uno dei principali mezzi di trasmissione dell'infezione agli esseri umani. Esistono anche altri mezzi di trasmissione, come per esempio attraverso l'acqua non potabile, oppure tramite piccoli animali domestici. La contaminazione degli alimenti può avvenire in vari momenti: durante la produzione, la preparazione o persino dopo la cottura, a causa di procedimenti non corretti (vedi più avanti come ridurre il rischio).

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Salmonella typhimurium al microscopio. Credit: Volker Brinkmann, Max Planck Institute for Infection Biology, Berlin, Germany

C'è da dire però che per provocare la malattia, è necessaria una proliferazione del patogeno significativa nel cibo prima che venga consumato. Quindi ci devono essere un numero relativamente grande di batteri per causare la malattia. Ad ogni modo, i cibi contaminati spesso non mostrano alcun cambiamento evidente nelle loro proprietà organolettiche, come colore, odore, sapore o consistenza.

In particolare, come anche riportato sul sito del Ministero della Salute, gli alimenti a rischio includono:

  • uova crude o poco cotte e prodotti a base di uova,
  • latte crudo e derivati del latte crudo, incluso il latte in polvere,
  • carne e suoi derivati, specialmente se non ben cotti,
  • salse e condimenti per insalate,
  • preparati per dolci e creme,
  • gelato sia artigianale che commerciale,
  • frutta e verdura, come angurie, pomodori, germogli di semi, meloni e insalate contaminati durante il taglio
  • succhi non pastorizzati come sidro e succo d’arancia.

Anche superfici e utensili contaminati, così come alimenti manipolati da persone infette con scarsa attenzione all'igiene personale, possono essere veicoli dell'infezione.

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Quali sono i sintomi da tossinfezione da salmonella

Le infezioni causate da Salmonella possono essere suddivise in due categorie principali: le forme tifoidee, che includono malattie gravi come la febbre tifoide, e le forme non tifoidee, che sono più comuni e tipicamente provocano sintomi gastroenterici. Le salmonelle non tifoidee, che sono responsabili di oltre la metà delle infezioni gastrointestinali totali, rappresentano una delle cause più comuni di tossinfezioni alimentari nei paesi industrializzati.

I sintomi dell'infezione da salmonella, quindi, variano in gravità, ma generalmente includono febbre e disturbi gastrointestinali come dolori addominali, nausea, vomito e diarrea. Questi sintomi possono manifestarsi tra le 6 e le 72 ore dopo l'ingestione di alimenti contaminati, con una durata media di 4-7 giorni. Nella maggior parte dei casi, l'infezione ha un decorso benigno e si risolve senza necessità di andare in ospedale. Tuttavia, in individui più vulnerabili, come anziani, bambini e persone con un sistema immunitario compromesso, l'infezione può aggravarsi, portando a condizioni più gravi come batteriemie o infezioni focali che possono richiedere un trattamento ospedaliero.

Come ridurre il rischio di salmonellosi

Prevenire l'infezione da Salmonella richiede l'adozione di semplici, ma efficaci misure igieniche. Ecco alcune raccomandazioni chiave riportate sul sito del Ministero della Salute:

  • lavarsi le mani prima, durante e dopo la preparazione degli alimenti;
  • cuocere completamente tutti i cibi di origine animale, in particolare il pollame, il maiale e le uova;
  • evitare o ridurre il consumo di uova crude o poco cotte (come quelle all’occhio di bue), gelati e zabaioni fatti in casa, o altri alimenti preparati con uova sporche o rotte;
  • consumare esclusivamente latte pastorizzato;
  • prevenire la contaminazione tra cibi, mantenendo separati i prodotti crudi da quelli cotti.

Seguendo queste linee guida, è possibile ridurre significativamente il rischio di infezione da salmonella, contribuendo a una maggiore sicurezza alimentare sia a livello domestico che nella ristorazione collettiva.

Sono un appassionato del mondo microscopico, a partire dalle molecole fino agli artropodi. La laurea magistrale in chimica mi ha permesso di avere gli strumenti necessari per comprendere il funzionamento del mondo, ma soprattutto ha saziato la mia fame di risposte. Curioso, creativo e con idee folli: date una videocamera, un drone o una chitarra al DeNa e lo renderete felice.
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