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Se la Terra fosse colpita oggi dalla tempesta geomagnetica più violenta mai registrata, cosa accadrebbe?

Una tempesta geomagnetica estrema, come il cosiddetto "evento di Carrington" del 1° settembre 1859, causerebbe la distruzione delle reti elettriche, di telecomunicazioni, idriche e dei sistemi di trasporto in moltissime zone del mondo.

3 Gennaio 2024
18:30
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Se la Terra fosse colpita oggi dalla tempesta geomagnetica più violenta mai registrata, cosa accadrebbe?
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Se oggi, nel 2024, si verificasse sulla Terra una tempesta geomagnetica come l'evento di Carrington, la tempesta solare più intensa mai registrata, cosa accadrebbe e quali sarebbero gli effetti sull'uomo?

L'evento di Carrington colpì la Terra nella notte tra il 1° e il 2 settembre 1859. Provocò danni alla rete dei telegrafi (con diversi tecnici fulminati dai loro apparecchi), campanelli elettrici che suonavano da soli e luminosissime aurore boreali visibili anche a latitudini tropicali, con avvistamenti ai Caraibi, in Messico, in Cina e anche a Roma. Ma era il 1859, e l'elettricità non aveva il ruolo preponderante nella società che ha oggi. Se succedesse oggi, invece, i danni potrebbero essere devastanti.

Le tempeste geomagnetiche sono disturbi del magnetismo terrestre provocati da un intenso flusso di particelle cariche provenienti dal Sole. Il campo magnetico della nostra stella può accumulare enormi quantità di energia e rilasciarle improvvisamente sotto forma di brillamenti solari (intensi lampi di radiazione) o espulsioni di massa coronale (plasma sparato ad alta velocità). Questo rilascio di energia si chiama tempesta solare. Se un'espulsione di massa coronale investe la Terra, ne perturba sensibilmente il campo magnetico: ecco una tempesta geomagnetica. Più è intensa la tempesta solare, più è intensa la tempesta geomagnetica.

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Un intenso brillamento solare avvenuto nel 2012. Credits: NASA/SDO/AIA.

Una tempesta come quella di Carrington del 1859 metterebbe fuori uso le reti di satelliti artificiali in orbita attorno alla Terra, e sarebbe solo l'inizio. Il disturbo del magnetismo terrestre genererebbe infatti enormi correnti elettriche indotte attraverso la crosta terrestre. Queste correnti si incanalerebbero lungo ogni rete di distribuzione metallica, distruggendo i cavi del sistema elettrico, i tubi di acquedotti, oleodotti e metanodotti, e i cavi sottomarini che trasportano internet. Nel giro di mezza giornata, miliardi di persone rimarrebbero senza elettricità, acqua e mezzi di comunicazione. Avremmo vastissimi blackout in molte parti del mondo, che potrebbero durare anche mesi o addirittura anni: cesserebbe l'attività di ospedali e banche, con danni enormi in termini di vite umane e sulla finanza mondiale.

Secondo uno studio congiunto di Lloyd’s e dell’Atmospheric and Environmental Research, soltanto negli Stati Uniti si avrebbero 40 milioni di persone senza elettricità né mezzi di comunicazione e danni tra i 1000 e i 3000 miliardi di dollari, con tempi di oltre 10 anni per il completo ripristino delle reti distrutte. Le vittime stimate in tutto il mondo si aggirano sull'ordine dei milioni. Si tratterebbe senza dubbio del peggior disastro naturale nella storia.

Al momento non siamo in grado di prevedere quando potrebbe ricapitare un evento come quello di Carrington, e non abbiamo la tecnologia per difenderci. Per farlo, occorrerebbe realizzare sistemi per proteggere le varie infrastrutture dai sovraccarichi elettrici. La consapevolezza di questa possibilità ci fa però riflettere sull'importanza della prevenzione. La strategia migliore che abbiamo è progredire nella ricerca eliofisica per comprendere sempre meglio il nostro Sole in modo da riuscire un giorno a prevedere con il dovuto anticipo una tempesta geomagnetica come quella di Carrington.

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Filippo Bonaventura
Content editor coordinator
Laureato in Astrofisica all’Università di Trieste e ha conseguito un Master in Comunicazione della Scienza presso la SISSA di Trieste. È stato coordinatore della rivista di astronomia «Le Stelle», fondata da Margherita Hack. Insieme a Lorenzo Colombo e Matteo Miluzio gestisce il progetto di divulgazione astronomica «Chi ha paura del buio?». Vive e lavora a Milano.
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