
Quando parliamo di “durezza dell’acqua”, intendiamo quanto l’acqua che beviamo o usiamo ogni giorno è ricca di (ioni) minerali, tra cui calcio (Ca²⁺) e magnesio (Mg²⁺). Ovviamente, il termine “durezza” è utilizzato in modo figurativo: l’acqua, anche se ricca di ioni calcio e magnesio, non è fisicamente dura, ma qualcosa può cambiare dal punto di vista chimico. Secondo l'OMS la durezza dell'acqua non rappresenta un rischio diretto per la salute, ma tra le varie cose, l’acqua dura tende a rilasciare i noti depositi bianchi di calcare che ritroviamo sulle superfici bagnate dal flusso acquoso, come le pareti del water, i fondi delle pentole, il soffione della doccia. In base alla concentrazione di questi ioni, l'acqua può essere definita dura, dolce o media, ma ora, la domanda che ci poniamo è: “a cosa mi serve saperlo?”. Risposta breve: serve per capire l'effetto di quell’acqua nell'uso quotidiano che ne facciamo in casa, permettendoci di adottare soluzioni che permettano di migliorare l'efficienza e, in alcuni casi, ridurre le spese.
Cosa significa “durezza dell’acqua”
La durezza dell’acqua si riferisce alla quantità di ioni calcio e magnesio disciolti in essa (e in misura minore altri ioni). In parole povere: più calcio e magnesio disciolti, più “dura” è l’acqua. Anche se le normative ufficiali (come quelle della World Health Organization) non stabiliscono una sorta di “limite massimo” per la durezza, perché non è considerata un problema sanitario diretto, essa rimane un parametro utile che descrive l’acqua che usiamo. In realtà, esiste una distinzione della durezza dell’acqua:
- Durezza temporanea: legata a composti chimici come bicarbonati di calcio o magnesio che si possono in parte rimuovere con l'ebollizione. Se cuciniamo un piatto di pasta, possiamo stare certi che la gran parte della durezza temporanea se n’è andata;
- Durezza permanente: legata a composti chimici più ostinati, come solfati, cloruri, nitrati di calcio o magnesio, che non si eliminano con la semplice ebollizione. Insomma, questi ce li mangiamo insieme alla nostra pastasciutta!
Come si misura la durezza dell'acqua
Per quantificare la durezza dell'acqua esistono delle vere e proprie unità di misura che possono variare tra i vari Paesi. Tra queste, in Italia e in altri paesi europei, le più famose sono i gradi francesi (°F) oppure il milligrammo di carbonato di calcio (CaCO3) equivalente per litro (mg/L CaCO3); 1 °F corrisponde a 10 mg/L di CaCO3 per ogni litro di acqua. Sulla base dei gradi francesi, l'unità di misura più usata, l'acqua viene classificata come:
- leggera o dolce: durezza inferiore a 15 °F;
- mediamente dura: durezza compresa tra 15 e 30 °F;
- dura: durezza superiore a 30 °F.
In pratica: se sulla tua bolletta o sul rapporto di analisi trovi per esempio “durezza totale = 25 ° F”, secondo la classificazione significa che l’acqua è “mediamente dura”. Sapendolo puoi valutare, per esempio, se usare detergenti specifici per acqua dura e se controllare periodicamente i rubinetti (o addirittura pensare a un sistema di addolcimento).
A cosa serve conoscere la durezza dell’acqua?
Al di là delle definizioni, dal punto di vista pratico/domestico, come possiamo capire se la nostra acqua è dura? Basta guardarsi intorno! Strisce di calcare sulle pareti del water, rubinetti con depositi, residui sui rubinetti o sui soffioni della doccia. Non solo, anche le azioni più piccole, come lavarsi le mani, possono suggerirci indizi riguardo la durezza dell’acqua di casa nostra: il sapone, se l’acqua è particolarmente dura, formerà molta meno schiuma del previsto (non significa che non pulirà la sporcizia, ma lo farà in misura minore). Nonostante possa sembrare una cosa che non ci riguarda, conoscere la durezza dell’acqua è utile per due motivi: casa, efficienza/risparmio
Casa e uso quotidiano
Sull'ambiente domestico invece, l’acqua dura può avere effetti più immediati e visibili: i saponi e detersivi “faticano” di più – gli ioni calcio e magnesio reagiscono con il sapone riducendo la schiuma e lasciando residui. E gli elettrodomestici (caldaie, scaldabagno, lavastoviglie) lavorano in condizioni peggiori, perché possono accumularsi depositi di calcare che ne riducono l’efficienza, ne aumentano il consumo energetico e richiedono manutenzione più frequente.

Efficienza e risparmio
Ebbene sì: l’acqua dura ha un impatto anche sul nostro portafoglio. È utile sapere che se l’acqua fosse molto dura, si potrebbe consumare più detersivo, usare più energia per scaldarla, pulire più spesso gli apparecchi o i rubinetti, avere bisogno di decalcificare o cambiare componenti. Conoscere la durezza aiuta a decidere se installare un addolcitore o un sistema di trattamento, oppure semplicemente usare accorgimenti come detergenti adatti e decalcificanti periodici risparmiando senza sprechi. Sembrano considerazioni banali, ma mettendole insieme e guardando al lungo periodo possono portare benefici sotto vari aspetti.
L'acqua dura non rappresenta un rischio per la salute
Dal punto di vista della salute, secondo le Linee Guida per l'Acqua Potabile redatte dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la durezza dell’acqua non rappresenta un problema per la maggior parte delle persone; al massimo la concentrazione di questi sali può influire sul gusto e sulle preferenze personali. Le principali istituzioni sanitarie non fissano limiti perché l’acqua dura non è considerata un vero e proprio rischio diretto. Alcuni studi hanno trovato associazioni statistiche fra acque più ricche di calcio e magnesio e una minore incidenza di malattie cardiovascolari, ma attenzione: si tratta di risultati osservazionali, i cui risultati sono ancora oggetto di dibattito. Non significa che “l’acqua dura fa bene”, né che sia utile aumentarla di proposito.
Allo stesso tempo, non vale neppure l’idea opposta, cioè che il calcare “faccia venire i calcoli renali”: i calcoli più comuni non sono fatti di carbonato di calcio, ma di ossalato di calcio e l’acqua dura di per sé non è considerata causa diretta. Solo chi è già predisposto può valutare con un medico se preferire acque meno ricche di minerali. Insomma, conoscere la durezza dell’acqua serve più al benessere della casa che del corpo. ma è comunque utile sapere cosa stiamo bevendo, soprattutto se abbiamo condizioni personali specifiche o necessità dietetiche particolari.