
Negli ultimi anni il termine INCEL — acronimo di INvoluntary CELibate, ovvero “celibe involontario” — nato da forum online di nicchia, è diventato un oggetto di crescente attenzione pubblica, mediatica e accademica. In Italia se ne sta parlando molto ultimamente, a seguito dei recenti tragici femminicidi di Sara Campanella e Ilaria Sula per via del victim blaming (incolpare le vittime di soprusi e violenze) profuso da molti uomini in commenti online dai toni denigratori e terminologie tipiche della cultura INCEL (alcuni esempi sono “Cumciettina”, “ipergamare” e “redpill”). Ma non solo: il termine è tornato sui social anche grazie al successo della serie Netflix Adolescence, che tratta in modo esplicito le tematiche dell'adesione giovanile alla cultura INCEL. Lontano dall’essere solo un’etichetta di disagio individuale, il fenomeno INCEL riflette dinamiche culturali e sociali del presente: parla di sessualità, di potere e di esclusione, ma anche di vulnerabilità maschile, crisi e mutamento nei codici relazionali.
Che cos’è un INCEL
Il termine INCEL nasce a metà degli anni ’90 da una studentessa canadese, Alana, che creò un sito per condividere la frustrazione dell’isolamento sessuale. Inizialmente lo spazio era inclusivo, rivolto a ogni genere e orientamento, ma con il passare del tempo il termine è stato principalmente usato da (e per) uomini eterosessuali che dichiarano di non riuscire ad avere rapporti sessuali o sentimentali con le donne, nonostante il desiderio di averne.
Il tratto che caratterizza gli INCEL non è semplicemente la mancanza di sesso, ma la percezione che tale esclusione sia ingiusta, causata da una società che premia alcuni uomini — gli “Alpha” — e penalizza gli altri (Baele, Brace, Coan, 2019).
La visione che gli INCEL hanno delle “leggi dell’attrazione”, quindi, è gerarchica e deterministica, una lettura decisamente biologica darwinista e trainata da stereotipi estetici. In questa visione, le donne sono descritte come creature ipergame, cioè attratte solo da una ristretta élite maschile, mentre gli altri uomini sarebbero destinati all’esclusione.
Il glossario degli INCEL
Nel mondo degli INCEL troviamo numerose figure simboliche. In questo senso, il lessico INCEL costruisce un ordine sociale giustificato e governato da leggi “naturali” immutabili.
Tra i termini più noti:
- Chad: maschio desiderabile perché fisicamente attraente (opposto del maschio INCEL);
- Stacy: la donna molto attraente, iper-sessualizzata, che non ha difficoltà nel trovare un partner;
- Beta male: uomo che si considera meno attraente o meno fortunato nelle relazioni rispetto al "Chad"; Può avere tratti fisici o comportamenti che non lo rendono desiderabile, secondo gli standard incel;
- Alpha male: uomo che possiede qualità considerate dominanti, come l'aspetto fisico, la fiducia in sé e la popolarità tra le donne. È visto come un ideale di mascolinità;
- Orbiter: Un uomo che, pur essendo emotivamente o fisicamente attratto da una donna, non ha mai una relazione romantica con lei. Gli orbiters sono spesso considerati come un "ripiego" per le donne, che li usano per attenzioni senza impegnarsi in una relazione;
- Neckbeard: Un termine denigratorio usato per descrivere un uomo percepito come socialmente inetto, che trascorre molto tempo online senza curarsi del proprio aspetto fisico o delle interazioni sociali;
- SMV (Sexual Market Value): Un concetto che riflette il valore percepito di una persona nel "mercato sessuale", determinato dalla sua attrattiva fisica, status sociale, e altre qualità desiderabili;
- Looksmaxing: Il tentativo di migliorare l'aspetto fisico per aumentare le probabilità di attrarre una partner. Questo può includere chirurgia estetica, dieta, allenamento fisico, e altri cambiamenti;
- Redpill: teoria che implica l'idea che una persona scopra una "verità dolorosa" su come funzionano le relazioni tra uomini e donne. Gli incel che si identificano con la redpill credono che le donne siano superficialmente attratte da tratti fisici specifici, e che gli uomini debbano adattarsi a questi standard per avere successo nelle relazioni;
- Blackpill: teoria di quegli INCEL convinti che alcuni tratti fisici, come l'aspetto del viso e la statura, siano determinanti nel successo con le donne, e che non si possano cambiare. La "blackpill" è più fatalista rispetto alla "redpill";
- MGTOW (Men Going Their Own Way): Un movimento che promuove l'idea che gli uomini dovrebbero allontanarsi dalle relazioni con le donne per evitare frustrazioni e disillusioni. Non tutti gli INCEL sono MGTOW, ma ci sono sovrapposizioni tra i due gruppi;
- AWALT (All Women Are Like That): Una convinzione tra alcuni INCEL che tutte le donne abbiano tratti negativi o manipolatori, come l'essere opportuniste o superficiali, e che non meritino fiducia;
- Cumcettina: visione distorta e degradante della donna. Il termine trae origine da Concettina, nome comune nel sud Italia, per etichettare donne che, secondo una presunta gerarchia estetica, rifiutano uomini che per alcuni motivi estetici sarebbero loro inferiori. La connotazione negativa è amplificata dall’associazione con il prefisso “cum” (“sperma” in inglese) usato per evocare disprezzo nei confronti della donna che ha avuto più partner sessuali durante la sua vita, alludendo al concetto di "esser stata sporcata" e quindi di aver perso valore, oltre al puntare verso certi canoni estetici nella ricerca del partner;
- Ipergamare: tendenza femminile a cercare un partner con uno status sociale, economico o di altro tipo più elevato rispetto al proprio.
Cosa accade nei forum INCEL
Il mondo INCEL può essere letto come una subcultura digitale dotata di propri riti, miti, simboli e codici morali. I forum (come r/Braincels, Incel.is o Lookism.net) non sono solo spazi di sfogo, ma anche luoghi di costruzione collettiva di senso, in cui l’identità INCEL si definisce in opposizione al mondo esterno: qui l’appartenenza si basa sul riconoscimento reciproco della sofferenza e sulla condivisione di un nemico comune (le donne, i “Chad”, il femminismo, la società liberale) e si costruisce un’identità attraverso il risentimento.
Uno degli elementi centrali della discussione degli INCEL è il corpo: non tanto il corpo "vissuto", quanto il corpo visto, osservato, misurato, classificabile. Moltissimi post si concentrano quindi sui tratti estetici maschili (in particolare su mandibola, altezza, simmetria facciale), spesso in modo ossessivo. Molti INCEL sono ossessionati dalla questione perché non possiedono il corpo "desiderabile", e si sentono esclusi dalla comunità degli uomini “degni”.
Sul piano psicologico, è importante riconoscere che, generalmente, dietro al fenomeno INCEL si nasconde una sofferenza autentica, fatta di solitudine, rifiuto, bassa autostima e difficoltà nelle relazioni affettive. Diversi studi (Moskowitz, 2022; Ribeiro, 2020) evidenziano come in molti casi si tratti di soggetti giovani, insicuri, spesso con una storia di isolamento sociale o esperienze di bullismo, e non sempre portatori di odio attivo. Proprio per questo, sebbene questa non sia una caratteristica di tutti gli appartenenti alla categoria, nei gruppi INCEL non è raro vedere praticata la violenza verbale (o, in rari casi anche nella vita off-line): un fenomeno che inizia dal senso di rifiuto e si trasforma in ideologia della vendetta.

Mascolinità ferita e sessualità mercificata
Non si può comprendere il fenomeno INCEL senza inserirlo nel contesto più ampio della crisi delle mascolinità contemporanee.
Secondo Connell (1995) le identità maschili non sono naturali, ma storicamente costruite e stratificate. Il modello dominante che ormai in molti conoscono, richiede all’uomo forza, successo, controllo e accesso sessuale alle donne. Tuttavia, nella società neoliberale attuale, molti uomini faticano a rispondere a queste aspettative, e allo stesso tempo riluttanti ad abbracciare modelli alternativi (Kimmel, 2013).
In questo vuoto identitario, la retorica INCEL offre una risposta: se non hai successo con le donne, non è colpa tua, ma di una società corrotta, di femministe che hanno “rovinato tutto”, o di algoritmi di Tinder che premiano solo i belli. Il desiderio sessuale viene quindi vissuto come diritto negato, e non come relazione reciproca. In questo senso, il pensiero INCEL si avvicina a una logica proprietaria del desiderio (Illouz, 2007): si finisce col pensare che l’amore e il sesso siano beni di consumo che spettano a tutti, e che chi non vi ha accesso sia stato defraudato.
Sociologicamente, questo porta alla naturalizzazione della disuguaglianza, presentata come legge biologica ineluttabile. La sessualità è vista come una risorsa scarsa, in un mercato competitivo in cui i “perdenti” sono destinati all’invisibilità.
Secondo Bauman (2003), la modernità liquida ha trasformato anche l’amore in un consumo usa-e-getta in cui i legami sono fragili e l’identità sessuale sempre più esposta al giudizio dell’altro. Gli INCEL si collocano esattamente in questa frattura: desiderano relazioni stabili, ma sono immersi in una cultura che premia la mascolinità egemonica e penalizza la vulnerabilità.