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24 Giugno 2025
6:00

Cos’è il refresh rate negli smartphone: perché è importante e le differenze tra 60 Hz, 90 Hz e 120 Hz

Il refresh rate indica quante volte al secondo si aggiorna lo schermo. 60 Hz basta per l'uso base, 90-120 Hz offrono maggiore fluidità, soprattutto in giochi e animazioni, ma consumano più batteria. Ecco come orientarsi nella scelta di uno smartphone.

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Cos’è il refresh rate negli smartphone: perché è importante e le differenze tra 60 Hz, 90 Hz e 120 Hz
refresh rate smartphone

Se state valutando l'acquisto di uno smartphone, le caratteristiche del display sono una di quelle specifiche che dovreste guardare con maggior interesse. Facendolo vi imbatterete nei termini “refresh rate” e nei valori 60 Hz, 90 Hz o 120 Hz e questo potrebbe portarvi a chiedervi cos'è il refresh rate degli smartphone e cosa è meglio tra questi valori. Per farla semplice, con refresh rate si intende la frequenza di aggiornamento del display, una caratteristica tecnica che incide in modo diretto sulla fluidità con cui vedete muoversi le immagini sullo schermo: più alto è il refresh rate, più frequentemente il contenuto dello schermo viene aggiornato ogni secondo e, di riflesso, più fluida sarà la percezione visiva restituita dal display stesso. Per andare più sul pratico, un pannello a 60 Hz si aggiorna 60 volte al secondo, uno a 90 Hz lo fa 90 volte, mentre uno a 120 Hz arriva fino a 120 aggiornamenti ogni secondo. Questo significa che animazioni, scorrimenti e interazioni con l'interfaccia risultano più fluidi e naturali.

Ma vale davvero la pena scegliere sempre il numero più alto? Non necessariamente. Un display a 120 Hz può essere un enorme vantaggio nei videogiochi o durante lo scrolling veloce, ma in contesti più statici – come la lettura di un'e-mail o la visione di un video – i benefici diventano marginali, mentre aumenta il consumo di batteria. Riguardo a quest'ultimo aspetto, va detto che i dispositivi più recenti gestiscono in modo ottimale i consumi, grazie a tecnologie come i pannelli LTPO (Low-Temperature Polycrystalline Oxide), il refresh rate può adattarsi dinamicamente al contenuto mostrato. Se vi state dunque chiedendo se un display a 120 Hz sia sempre da preferire a uno con un refresh rate minore, la risposta è… dipende da come usate il telefono.

Cos'è il refresh rate

I display degli smartphone, al contrario di ciò che accade nella realtà, non mostrano movimento continuo. Visualizzano invece una sequenza rapidissima di immagini statiche, e il nostro cervello ricostruisce la continuità del movimento riempiendo i minuscoli vuoti tra un fotogramma e l’altro. Questo processo è simile a quello del cinema, dove 24 fotogrammi al secondo (o FPS) sono sufficienti per dare l'impressione di un flusso continuo (come dimostra il test empirico che è possibile effettuare online su questa pagina). Comunque sia, gli smartphone possono fare molto di più: aggiornare l'immagine più volte al secondo rende il movimento percepito ancora più fluido e realistico.

Il refresh rate, espresso in Hz (Hertz), indica esattamente quante volte il contenuto dello schermo viene aggiornato ogni secondo. Un aggiornamento a 60 Hz comporta un intervallo di 16,6 millisecondi tra un'immagine e l'altra, mentre un display a 120 Hz riduce questo tempo a soli 8,3 millisecondi. Il risultato è una latenza inferiore, ovvero un ritardo minore tra l'input dell'utente (come uno swipe) e la risposta visiva restituita dal dispositivo. Ma questo miglioramento ha un “prezzo”. Ogni aggiornamento di quanto compare sul display consuma un po' di energia, e uno schermo che si aggiorna più spesso consuma inevitabilmente di più. Nei primi smartphone con pannelli a 120 Hz, questa caratteristica era attiva in modo costante, con un impatto notevole sull'autonomia. Oggi, per fortuna, i pannelli più evoluti sfruttano tecnologie avanzate, come quella LTPO (Low-Temperature Polycrystalline Oxide), che permettono al refresh rate di adattarsi in tempo reale. Così, durante la lettura di una pagina statica, la frequenza può scendere anche fino a 10 Hz, riducendo sensibilmente i consumi.

Questa gestione intelligente consente agli smartphone di bilanciare prestazioni e durata della batteria. Non tutti i telefoni supportano queste frequenze variabili, soprattutto nella fascia bassa del mercato, per cui occhio a cosa acquistate per evitare brutte sorprese in seguito. I modelli economici offrono solitamente solo refresh rate “fissi” a 60 o 90 Hz, e in questi casi l'impatto sulla batteria può essere più marcato. Anche se un pannello a 120 Hz può sembrare l'opzione migliore in assoluto, non bisogna dimenticare che non tutti i contenuti ne traggono vantaggio. Molti video, ad esempio, sono registrati a 24 o 30 FPS. In questi casi, aumentare il refresh rate non migliora la fluidità con cui verrà visualizzato il filmato: lo schermo può aggiornarsi anche cento volte, ma il video fornirà comunque 24 fotogrammi al secondo.

Quando si gioca, invece, la storia cambia. I giochi ottimizzati per alti frame rate possono sfruttare pienamente un display da 90 o 120 Hz, offrendo non solo una resa visiva superiore ma anche un vantaggio competitivo: le immagini vengono aggiornate più rapidamente, e questo consente tempi di reazione più brevi. Per chi gioca regolarmente da smartphone, un refresh rate elevato può fare la differenza.

Va però detto che il refresh rate da solo non definisce la qualità di un display. Un pannello a 120 Hz con colori slavati, bassa luminosità o tempi di risposta lenti sarà comunque uno schermo di qualità inferiore a un buon pannello a 60 Hz con un'ottima calibrazione “di fabbrica”. Quando valutate uno schermo di uno smartphone, quindi, fate una valutazione a 360 gradi e considerate anche parametri come la fedeltà cromatica, la luminosità massima (espressa in nits), il supporto HDR (High Dynamic Range), la risoluzione, la densità dei pixel (espressa in PPI o Pixels Per Inch), e così via.

Quale display scegliere tra 60, 90 e 120 Hz: vantaggi e svantaggi

A conclusione del nostro argomento, dunque, vediamo di capire quale display scegliere tra 60, 90 e 120 Hz. Un buon punto di partenza è riflettere sull'uso che andrete a fare del telefono. Se lo userete per navigare, scrollare sui social, scrivere o guardare contenuti video, un pannello a 90 Hz rappresenta spesso un buon compromesso tra fluidità ed efficienza. Se invece vi interessa un'esperienza visiva al top o usate lo smartphone a mo' di “console portatile” con cui giocate a molti titoli, puntare su un display a 120 Hz (possibilmente con refresh rate variabile) ha molto più senso. I 60 Hz, pur restando ancora uno standard nei telefoni entry-level, oggi iniziano a stare stretti un po' a tutti, specialmente dopo che si provano pannelli con frequenze superiori: dopo è impossibile tornare indietro.

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