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11 Aprile 2025
18:30

Cos’è l’euro digitale, come funziona e cosa c’entra con la risposta UE ai dazi di Trump

L’UE vuole accelerare sull’euro digitale per rafforzare la sovranità monetaria, ridurre la dipendenza dal dollaro e rispondere ai dazi imposti dagli USA di Donald Trump (al momento stoppati per 90 giorni). Ecco di cosa si tratta.

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Cos’è l’euro digitale, come funziona e cosa c’entra con la risposta UE ai dazi di Trump
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Immagine generata con l’AI a mero titolo illustrativo.

Il contesto economico globale in cui viviamo oggi è profondamente segnato da tensioni economiche sempre più marcate e a quanto pare questo sta portando l'Unione Europea ad accelerare sulla creazione dell'euro digitale: una nuova forma di moneta elettronica emessa dalla BCE (Banca Centrale Europea) equivalente all'euro contante. Con quale obiettivo? Rafforzare la sovranità monetaria dell'Eurozona, ridurre la dipendenza dai sistemi di pagamento internazionali legati al dollaro e rispondere in modo strategico alla politica dei dazi inaugurata da Donald Trump nel suo secondo mandato alla Presidenza degli USA.

L'euro digitale avrà lo stesso valore e la stessa funzione all'euro contante, privo di volatilità, rispettoso della privacy e facilmente utilizzabile anche offline. Non si tratta né di una criptovaluta né di uno strumento di sorveglianza, bensì di un passo concreto verso una moneta pienamente europea, sviluppata su un'infrastruttura tecnologica interna, progettata per essere sostenibile e accessibile. Il progetto, partito nel 2023 e poi rallentato, ha ritrovato nuovo slancio alla luce delle recenti dinamiche geopolitiche. La sua importanza va oltre la tecnica finanziaria: è parte della risposta dell'UE a un mondo dove le regole economiche stanno cambiando rapidamente.

Cosa non è l'euro digitale

Per comprendere appieno l'euro digitale, bisogna capire innanzitutto cosa non è. Non è una criptovaluta, come Bitcoin o Ethereum, che si basano su tecnologie decentralizzate e hanno un valore altamente instabile. Non è nemmeno uno strumento per controllare i cittadini o per combattere l'evasione fiscale attraverso la tracciabilità assoluta. Al contrario, sarà una forma di denaro elettronico con le stesse caratteristiche dell'euro fisico. E, contrariamente a quello che pensano alcuni, l'euro digitale non sostituirà monete e banconote ma, molto più semplicemente, verrà affiancato a questi sistemi di pagamento più “tradizionali”.

L'euro digitale sarà emesso dalla BCE, avrà pieno corso legale e sarà utilizzabile da tutti i residenti nell'Eurozona attraverso smartphone, carte magnetiche o altri dispositivi compatibili. E per i pagamenti offline? Non ci sarà nessun problema: grazie alla tecnologia NFC (Near Field Communication), l'euro digitale permetterà transazioni anche senza connessione Internet, garantendo una fruibilità del tutto simile a quella del contante.

Perché si sta di nuovo parlando di euro digitale e come funzionerà

Il perché di questa spinta verso il digitale ha molto a che vedere con i recenti scenari geopolitici. L'amministrazione Trump, già in passato, ha messo in discussione il ruolo del dollaro come valuta di riferimento globale, considerandolo un ostacolo per le esportazioni americane a causa del suo elevato valore. Una strategia che, nel concreto, ha portato a nuove barriere commerciali e a un clima da “guerra economica”. Di fronte a questo scenario, Bruxelles ha compreso che la dipendenza europea dai sistemi di pagamento statunitensi – come VISA e Mastercard – rappresenta una vulnerabilità non trascurabile. Attualmente, 2/3 delle transazioni digitali passano da circuiti legati al dollaro. Ecco perché si vuole sviluppare un sistema interamente europeo, capace di garantire autonomia e sicurezza nei pagamenti. A questo proposito Piero Cipollone, Membro del Comitato esecutivo della BCE, ha infatti riferito:

L'eccessiva dipendenza da operatori non europei compromette la nostra resilienza e la nostra sovranità monetaria. Inoltre rende evidente l'urgente necessità di un euro digitale. Se non agiamo, non soltanto ci esporremo a rischi significativi, ma ci lasceremo sfuggire anche una grande opportunità.

Cipollone ha anche aggiunto:

I dati dimostrano che i circuiti di carte domestici stanno perdendo quote di mercato in tutta Europa, mentre quelli internazionali applicano commissioni elevate alle banche e ai commercianti europei. Allo stesso tempo la crescente popolarità dei portafogli digitali come PayPal o Apple Pay espone le banche europee a ulteriori deflussi di commissioni e di dati. Le recenti misure adottate dalla nuova amministrazione statunitense per promuovere le criptoattività e le stablecoin basate sul dollaro destano timori per la stabilità finanziaria e l'autonomia strategica dell'Europa. Potrebbero infatti determinare non solo altre perdite di commissioni e dati, ma anche il trasferimento di depositi in euro verso gli Stati Uniti e l'ulteriore rafforzamento del ruolo del dollaro nei pagamenti transfrontalieri.

L'euro digitale si inserisce quindi in un complesso progetto volto a rafforzare l'indipendenza strategica dell'Europa sul piano economico-finanziario. La sua infrastruttura sarà sviluppata e gestita internamente, ma sarà aperta anche a soggetti privati, purché rispettino determinati standard tecnologici e ambientali. A differenza delle criptovalute tradizionali, spesso accusate di consumare enormi quantità di energia, l'euro digitale sarà progettato per essere efficiente dal punto di vista energetico. In più, sarà soggetto a regole di utilizzo simili al contante: esisteranno limiti alla quantità detenibile e, se superati, l'eccesso verrà trasferito automaticamente su un conto bancario collegato, altrimenti la transazione verrà bloccata.

I prossimi passi verso l'euro digitale

Sul piano legislativo, l'euro digitale è attualmente al centro del dibattito tra Consiglio europeo e Parlamento. Le istituzioni stanno lavorando per definire un quadro normativo chiaro e solido che tuteli i diritti dei cittadini, in particolare la privacy. In tutte le comunicazioni ufficiali, la BCE ha sempre ribadito che non sarà in grado di identificare direttamente gli utenti. Solo alcuni dati, limitati e anonimizzati, saranno accessibili agli intermediari finanziari, in linea con il regolamento europeo sulla protezione dei dati, il famoso GDPR (General Data Protection Regulation).

Dopo un'approfondita fase esplorativa avviata nell'ottobre 2021, durante la quale la Banca Centrale Europea ha analizzato le possibili modalità di funzionamento e distribuzione dell'euro digitale, il progetto è entrato in una nuova fase. Il 18 ottobre 2023 il Consiglio direttivo della BCE ha dato il via libera alla cosiddetta “fase di preparazione”, della durata di 2 anni, che costituisce un passo cruciale verso la sua possibile realizzazione.

Durante questo periodo, l'attenzione sarà rivolta alla definizione del quadro tecnico e operativo necessario: verranno selezionati i fornitori per lo sviluppo della piattaforma digitale, si stabiliranno le regole di funzionamento e si condurranno test approfonditi. Tutto questo per assicurare che l'euro digitale rispetti i principi cardine dell'Eurosistema e che, al contempo, risponda alle esigenze pratiche degli utenti in termini di semplicità d'uso, tutela della privacy, accessibilità economica e sostenibilità ambientale. Solo al termine di questa fase, sulla base dei risultati ottenuti, il Consiglio direttivo della BCE deciderà se procedere con l'emissione effettiva dell'euro digitale e in quali modalità.

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