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23 Dicembre 2023
7:07

Cos’era la stella di Betlemme? Le possibili spiegazioni astronomiche

Secondo il Vangelo di Matteo, la stella di Betlemme è quel fenomeno astronomico che guidò i Re Magi verso Gesù. Ma di cosa si trattò veramente? Nonostante un consenso univoco ancora non esista, potrebbe essersi trattato di una supernova, una cometa o una congiunzione planetaria.

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Cos’era la stella di Betlemme? Le possibili spiegazioni astronomiche
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Credits: Wikimedia Commons.

Nella leggenda e nel Vangelo secondo Matteo, la stella di Betlemme rappresenta l'evento celeste che guidò i Re Magi verso Betlemme, il luogo di nascita di Gesù Cristo. Anche chiamata stella cometa o stella di Natale, la stella di Betlemme non è certamente una stella, ma cosa potrebbe essere stata realmente è una domanda che gli studiosi si pongono da centinaia di anni, non solo da un punto di vista storico-religioso ma anche scientifico. Diversi infatti sono stati i tentativi di identificare la stella di Betlemme con vari eventi astronomici accaduti durante l'arco temporale storicamente accettato per la nascita di Gesù Cristo (2-3 a.C.). Le diverse spiegazioni includono supernovae, comete, congiunzioni planetarie, ma un consenso univoco non è ancora stato raggiunto, data anche la scarsità di indicazioni provenienti dal Vangelo secondo Matteo.

L'ipotesi della supernova

Una delle ipotesi avanzate circa la natura transiente della stella di Betlemme è che essa fosse una supernova. Le supernovae rappresentano lo stadio finale della vita di stelle con masse superiori alle 8 masse solari. In queste stelle le fusioni nucleari hanno prodotto elementi fino al picco del ferro, oltre il quale la stella non è più in grado di innescare ulteriori fusioni senza una fonte di energia esterna. Terminata l'energia dalla fusione, la forza di gravità fa collassare la stella in modo catastrofico e incontrollato. Il risultato è una maestosa esplosione di supernova, un evento in grado di rilasciare in un solo colpo tanta energia quanto ne produce il Sole in tutta la sua vita. Dopo l'esplosione, le supernovae lasciano dietro di loro una nebulosa in espansione nota come resto di supernova, che gli astronomi possono utilizzare per tracciare a ritroso il momento esatto di esplosione della stella.

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La nebulosa del Granchio è un tipico esempio del risultato di una esplosione di supernova. Essa possiede al centro una stella di neutroni in rapida rotazione. Credits: NASA/ESA.

Le supernovae che esplodono nella nostra galassia, la Via Lattea, sono eventi rari e molto brillanti, che venivano annotati dettagliatamente nel passato da parte di diversi astronomi, specialmente cinesi. Indagando quindi nella documentazione storica è in teoria possibile cercare una esplosione avvenuta nel periodo concomitante alla nascita di Gesù Cristo. Non vi sono però tracce nei documenti di un evento del genere, inoltre non sono stati trovati dagli astronomi resti di supernova compatibili con quella datazione. L'unico evento degno di nota registrato da astronomi cinesi, koreani e palestinesi è una supernova esplosa nel 4 a.C. nota come Hulse-Taylor nella costellazione dell'Aquila, che però fu troppo debole per poter essere associata alla stella di Betlemme.

L'ipotesi delle comete

L'associazione della stella di Betlemme con una cometa è quella più diffusa nell'iconografia Cristiana. L'associazione è dovuta probabilmente al dipinto di Giotto "L'Adorazione dei Magi" nella cappella degli Scrovegni a Padova, dove il pittore fiorentino dipinse una cometa nella scena della natività ispirato dal passaggio nel 1301 della cometa di Halley. Proprio in onore di questo dipinto, la missione europea che visitò e studiò la cometa di Halley nel suo ultimo passaggio ravvicinato alla Terra prese il nome di "Giotto".

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Foto della cometa di Halley effettuata dalla sonda Giotto nel 1986. Credits: ESA / MPS (H. U. Keller) / Daniel Macháček.

Le comete sono corpi minori del Sistema Solare costituiti da polveri e ghiaccio che nel passare attraverso il Sistema Solare interno rilasciano polveri e gas che creano una chioma attorno al nucleo cometario, la quale interagendo col vento solare produce la tipica coda. Le comete sono compatibili con le informazioni contenute nel Vangelo, poiché nell'attraversare il Sistema Solare interno rimangono visibili ad occhio nudo per settimane e quindi vengono registrate e annotate dagli astronomi dell'epoca. La cometa di Halley è stata per lungo tempo indicata come possibile stella di Betlemme poiché passò vicino alla Terra nel 12 a.C., troppo presto però per essere compatibile con la nascita di Gesù Cristo. Tuttavia, vi fu un'altra cometa notata dagli astronomi cinesi nel 5 a.C. che potrebbe essere compatibile con la stella di Betlemme.

Anche l'associazione stella di Betlemme-cometa ha le sue incertezze. La prima riguarda l'affermazione nel Vangelo che la stella di Betlemme rimase sempre ferma in corrispondenza del luogo di nascita di Gesù Cristo, mentre sappiamo che le comete nell'attraversare il Sistema Solare interno cambiano posizione in cielo, cosa che avrebbe condotto i Magi verso direzioni diverse nel corso dei giorni. Inoltre nell'antichità le comete erano portatrici di sventura e cattivi presagi, di conseguenza se una cometa fosse apparsa d'improvviso nel cielo, è poco probabile che tre astrologi la interpretassero come un segno divino di nascita regale.

L'ipotesi delle congiunzioni planetarie

L'utilizzo di una congiunzione celeste per spiegare la stella di Betlemme ben si sposa con l'identificazione dei Magi come astrologi persiani. Il primo a suggerire tale interpretazione fu Giovanni Keplero il quale identificò la stella di Betlemme in una serie di tre congiunzioni (posizioni in cielo ravvicinate) tra Giove e Saturno avvenute nello stesso anno, il 7 a.C. La tripla congiunzione avvenne nella costellazione dei Pesci, generalmente associata in astrologia al popolo ebraico. Giove e Saturno impiegano 12 e 30 anni, rispettivamente, per percorrere l'intero zodiaco, di conseguenza le loro congiunzioni avvengono ogni 20 anni, un evento raro che viene considerato astrologicamente rilevante e che potrebbe aver spinto i Magi a dare un significato divino al fenomeno.

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Foto della grande congiunzione tra Giove e Saturno avvenuta nel 2020, analoga a quella avvenuta all’epoca della nascita di Gesù Cristo. Ad occhio nudo, tale congiunzione potrebbe spiegare la stella di Betlemme. Credits: KSPFanatic102, CC BY–SA 4.0, via Wikimedia Commons.

Oltre alla congiunzione descritta da Keplero, gli studiosi ne hanno identificato altre due associabili alla stella di Betlemme. La prima, descritta nel libro di Michael Molnar "The star of Bethlehem", identifica la stella nell'est biblica con l'evento di occultazione di Giove da parte della Luna all'alba del 17 aprile 6 a.C. nella costellazione dell'Ariete. Giove, come re dei pianeti, ha significato di regalità e il suo effetto è astrologicamente amplificato dalla congiunzione con la Luna. La seconda congiunzione si riferisce a quella di Giove, Venere e della stella Regolo nel 2 a.C. che ad occhio nudo sarebbero apparsi come una singola stella. Astrologicamente, Giove e Regolo hanno significati analoghi di regalità, mentre Venere di fertilità e nascita, per cui la combinazione di questi oggetti vicini in cielo avrebbe potuto suggerire ai Magi l'interpretazione della nascita del re dei re.

Anche in questo caso, come nelle spiegazioni precedenti, vi sono dei dubbi sull'interpretazione della stella di Betlemme come congiunzione tra corpi celesti. La motivazione principale risiede nel fatto che la Chiesa considerava al tempo l'astrologia come eretica e demoniaca, per cui l'introduzione di significati astrologici nei Vangeli risulta cozzare con questa visione.

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