La cometa di Halley ha cominciato il suo lungo viaggio di ritorno verso la Terra, dopo 37 anni e mezzo di allontanamento. Il 9 dicembre 2023 la cometa più famosa della storia ha infatti oltrepassato l'afelio, il punto della sua orbita più lontana dal Sole. Questo significa che il corpo celeste sta tornando a riavvicinarsi al Sistema Solare interno, e quindi a noi. La cometa ha un periodo di circa 76 anni, quindi tornerà da queste parti tra 37 anni e mezzo. Per la precisione, il 28 luglio del 2061 (un giovedì) la cometa si troverà al perielio, il punto di minima distanza dal Sole. L'ultimo passaggio al perielio è stato il 9 febbraio 1986: in quell'occasione la sua visibilità dall'Italia non è stata ottimale; il prossimo passaggio si preannuncia molto più spettacolare per chi avrà la fortuna di osservarlo.
Le previsioni sulla visibilità della cometa al prossimo passaggio
Il “giro di boa” della cometa di Halley all'afelio è avvenuto a una distanza di quasi 5,3 miliardi di km dal Sole. Il perielio, invece, avverrà a “soli” 88,7 milioni di km dalla nostra stella. Il passaggio più ravvicinato alla Terra sarà invece il giorno dopo, il 29 luglio 2061, a una distanza di circa 71,8 milioni di km (circa la metà della distanza tra la Terra e il Sole, quindi non c'è nulla di cui preoccuparsi). In condizioni di cielo sereno e basso inquinamento luminoso, la cometa sarà probabilmente visibile a occhio nudo per circa un paio di mesi.
Il passaggio del 2061 si preannuncia spettacolare: in condizioni ideali, la cometa sarà visibile fin da metà giugno, bassa all'orizzonte poco prima dell'alba; salirà poi nel cielo fino a metà luglio, crescendo di luminosità, per poi diminuire verso la fine di luglio. Ma il momento migliore sarà nel mese di agosto, quando sarà visibile bassa sull'orizzonte nel cielo della sera, e raggiungerà il massimo di visibilità tra il 5 e il 10 agosto, quando la sua luminosità raggiungerà la prima magnitudine, ossia simile a quella delle stelle più brillanti nel cielo, con una coda lunga e ben distinta.
La cometa resterà abbastanza bassa sull'orizzonte, quindi colline, montagne, o anche alberi e palazzi potrebbero impedirne la vista. Bisognerà poi tenere conto ovviamente dell'inquinamento luminoso, che rende particolarmente difficile l'osservazione di oggetti diffusi come la chioma e la coda delle comete.
Le caratteristiche della cometa di Halley
1P/Halley, nome ufficiale della cometa di Halley, è probabilmente la cometa più famosa di cui abbiamo sentito parlare. È costituita da un nucleo relativamente piccolo, lungo 15 km e largo 8 km, formato da ghiaccio, roccia, e polveri: quando la cometa si trova a passare vicino al Sole, la radiazione emessa della nostra stella riscalda la superficie della cometa che libera gas e polveri, formando una chioma con un diametro di circa 100.000 km e una coda che può arrivare a misurare anche 20 milioni di chilometri.
Con i suoi 76 anni di periodo orbitale, la cometa di Halley è una cometa di breve periodo: così si indicano le comete che compiono la loro orbita in un tempo inferiore a 200 anni, al contrario di altre che possono avere un periodo di migliaia o anche milioni di anni. La cometa di Halley si muove intorno al Sole con un'orbita ellittica, più allungata di quella dei pianeti che conosciamo, ma non tanto da raggiungere i confini estremi del Sistema Solare. Il suo viaggio la porta fino a raggiungere una distanza dal Sole di quasi 5,3 miliardi di chilometri, pari a circa 35 volte la distanza della Terra, oltre l'orbita dell'ultimo pianeta, Nettuno.
Per via delle leggi di Keplero, la cometa – come ogni altro corpo in orbita – si muove tanto più velocemente quanto più è vicina al Sole. Poiché la sua orbita è molto schiacciata, la differenza tra le velocità all'afelio e al perielio sono molto significative: si parla di circa 3300 km/h all'afelio e quasi 200.000 km/h al perielio!
L'importanza scientifica della cometa di Halley
Oltre che per il suo aspetto spettacolare, la cometa di Halley è famosa per diverse ragioni. Fu la prima cometa a essere identificata come un corpo celeste periodico, in orbita intorno al Sole come i pianeti, grazie al lavoro dell'astronomo inglese Edmond Halley, amico ed editore di Isaac Newton, il padre della legge di gravitazione universale.
Utilizzando le formule sviluppate da Newton, Halley calcolò i parametri orbitali di diverse comete, rendendosi conto che quelli della cometa del 1682, che aveva osservato di persona, erano molto simili a quelli di altre comete osservate in precedenza da altri astronomi, nel 1531 e nel 1607: ne dedusse che si trattava dello stesso corpo celeste, che tornava a passare vicino alla Terra con un periodo di circa 76 anni. Predisse quindi che la cometa sarebbe tornata intorno 1758: sfortunatamente Halley morì nel 1742, e non poté mai vedere il passaggio della cometa il 13 marzo 1759, con un piccolo ritardo dovuto all'influenza gravitazionale dei pianeti giganti gassosi Giove e Saturno.
L'ultimo passaggio vicino alla Terra fu nel 1986. Quell'anno purtroppo la visibilità non fu delle migliori per l'Italia, in quanto la cometa di Halley si trovava in una posizione sfavorevole per gli osservatori che si trovavano nell'emisfero settentrionale. Fortunatamente, gli appassionati hanno avuto la possibilità di vedere le prime immagini del nucleo della cometa grazie alla piccola flotta di sonde spaziali che sono state lanciate per l'occasione (la cosiddetta "Halley Armada"): le sonde Vega 1 e Vega 2 (sovietiche), Suisei e Sakigake (giapponesi), ICE – International Cometary Explorer (statunitense) e la sonda Giotto (europea).