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7 Luglio 2024
13:16

Dopo un’attività fisica ci sentiamo bene grazie agli endocannabinoidi: cos’è la fattanza del corridore

La sensazione di benessere che si prova dopo una corsa è dovuta all’azione degli endocannabinoidi prodotti durante l’attività fisica, sostanze simili a quelle presenti nella cannabis. Vediamo nel dettaglio cos'è la "fattanza del corridore"

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Dopo un’attività fisica ci sentiamo bene grazie agli endocannabinoidi: cos’è la fattanza del corridore
Correre ci fa sentire bene endocannabinoidi sballo del corridore

Avete mai sentito parlare di “runner’s high”? Per chi è amante della corsa o per chi intende iniziare questa estate, potrebbe essere un ottimo incentivo. Il runner’s high (letteralmente sballo del corridore o fattanza del corridore) è una sensazione di benessere ed euforia percepita dopo un’attività sportiva ad alta intensità e media durata. Per decenni si è pensato che fossero le endorfine prodotte durante la corsa a creare questo effetto, ma le ricerche degli ultimi vent’anni hanno individuato i veri responsabili: gli endocannabinoidi. Vediamo cosa sono e come ci fanno sentire meglio dopo una corsa.

Che cos’è il runner’s high?

Abbiamo parlato di come la corsa influisce sui nostri muscoli, ma ha notevoli effetti benefici anche sul nostro umore. Uno di questi è il “runner’s high”, definito come una sensazione di benessere, rilassamento ed euforia (addirittura c’è chi riporta la sensazione di essere invincibili!) che si sente dopo esercizi intensi, in particolare quelli di media e lunga durata, in particolare la corsa, ma anche ad esempio il ciclismo.

C’è da dire che non tutti i corridori sperimentano il runner’s high, ci sono alcuni atleti che hanno riportato di non averlo mai provato e anzi, di sentire solo la spossatezza a fine allenamento, ma tra il 60 e il 75 % dei corridori amatoriali ne hanno assaggiato i benefici.

Correre ci fa sentire bene endocannabinoidi sballo del corridore

Endorfine vs endocannabinoidi

Per decenni si è pensato che questo effetto fosse dovuto alle endorfine (neurotrasmettitori implicati nella percezione del dolore, nella risposta allo stress e in molte altre funzioni biologiche) prodotte durante l’attività fisica. Questa ipotesi col tempo ha però perso forza, perché non possono attraversare la barriera ematoencefalica (BEE) a causa della loro struttura idrofila (la BEE tendenzialmente fa passare sostanze lipofile, quindi idrofobe). Sono effettivamente prodotte durante l’esercizio fisico e la loro azione è implicata nella riduzione del dolore che ne può conseguire.

Sia studi su cavie che studi clinici hanno invece dimostrato che i responsabili della sensazione di euforia sarebbero gli endocannabinoidi. Si tratta di un’altra classe di molecole definite neuromodulatori per la loro capacità di stimolare o inibire il rilascio di altri neurotrasmettitori (ad esempio GABA e noradrenalina). La struttura lipofila degli endocannabinoidi è più affine alla BEE e quindi possono attraversarla, dando gli effetti riportati dai corridori.

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A confermare il ruolo fondamentale degli endocannabinoidi, oltre a molteplici studi su animali, è stato uno studio clinico in doppio cieco randomizzato contro placebo (una delle modalità più solide di condurre uno studio clinico) su 63 amanti della corsa. Innanzitutto, sono stati sottoposti ad esami del sangue e questionari relativi allo stato psicologico prima e dopo aver corso o camminato per 45 minuti. Dopo circa un mese hanno ripetuto l’esperimento, ma stavolta chi aveva corso ha camminato e viceversa.

Ne è risultato che dopo aver corso, tutti i partecipanti avevano elevati livelli di endocannabinoidi nel sangue e hanno raccontato di sentirsi meno stressati, più rilassati e in alcuni casi euforici.

Naltrexone

Inoltre, a uno dei due gruppi, prima dell’attività fisica è stato somministrato il naltrexone, un antagonista dei recettori oppioidi, gli stessi a cui si legano le endorfine. Questo farmaco blocca l’attività delle endorfine e il fatto che anche il gruppo che l’aveva assunto aveva sperimentato il runner’s high ha confermato che non potevano essere loro le responsabili della sensazione di benessere, bensì gli endocannabinoidi.

Come agiscono nel nostro corpo? 

Questo non è ancora ben chiaro, considerando che sono stati scoperti molto recentemente: il primo endocannabinoide identificato è l’anandamide, nel 1992!

Sembra che vengano prodotti “a comando”, ossia a seguito di determinati stimoli, tra cui uno stress. E la corsa è uno stress per il corpo. Si pensa che riducano ansia e dolore stimolando il rilascio di GABA (acido gamma amminobutirrico, il neurotrasmettitore inibitorio per eccellenza) e inibendo invece il rilascio di noradrenalina. Inoltre, modulano i segnali che l’ipotalamo invia per rilasciare i glucocorticoidi, gli ormoni dello stress (come il cortisolo).

Sembra quindi acclarato il loro ruolo fondamentale nella sensazione di benessere e nella riduzione dell’ansia dopo attività fisica. In particolare, il runner’s high si manifesta nelle attività di corsa (o comunque ad alta intensità, come il ciclismo) a patto che durino almeno 20 minuti, con un picco per attività che durano dai 30 ai 45 minuti. Negli sport che prevedono sprint, o di breve durata invece non si osserva produzione di queste molecole.

L’effetto sul nostro umore dura circa di media mezz’ora, ma anche se ai primi tentativi non provate questa sensazione di benessere, non disperate: dagli studi emerge che più spesso ci si allena, più aumenta la possibilità di produrre endocannabinoidi, meglio ancora se ci si allena in particolari ambienti, ad esempio nel verde.

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