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21 Ottobre 2024
19:00

Vaccino antinfluenzale: cos’è, come funziona, a chi è consigliato ed effetti collaterali

È iniziata la campagna di vaccinazione antinfluenzale 2024/2025. Il vaccino è un importante mezzo di prevenzione specificamente raccomandato dal Consiglio dell'Unione Europea ai Paesi membri. Vediamo cosa sono i vaccini antinfluenzali, quando e a chi sono consigliabili, come funzionano e quali sono i possibili effetti collaterali.

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Vaccino antinfluenzale: cos’è, come funziona, a chi è consigliato ed effetti collaterali
vaccino influenza

In questi giorni si stanno cominciando a registrare, ancora sporadicamente, i primi casi si influenza stagionale in Italia per il 2024. La campagna di vaccinazione 2024/2025 è iniziata nel mese di ottobre e proseguirà per tutta la durata della stagione influenzale. Quest’anno sono stati autorizzati 8 tipi di vaccini, ciascuno adatto a determinate categorie di persone.Con l’autunno e i primi freddi si comincia a parlare di influenza e della somministrazione dei vaccini antinfluenzali. Si tratta di una delle poche malattie virali verso cui non si sviluppa immunizzazione dopo essere stati contagiati una prima volta, ma ci si può ammalare anche ogni anno e questo a causa dell’estrema variabilità genetica dei diversi ceppi di virus influenzali. Spesso sottovalutata rispetto ad altre infezioni, in realtà si stima che l'influenza provochi nel mondo da 290.000 a 650.000 morti l’anno per conseguenze respiratorie; solo in Europa ogni anno, si infetta fra il 10% e il 30% della popolazione. L’influenza è pericolosa per soggetti vulnerabili come bambini, anziani o categorie a rischio, ma può determinare complicanze gravi quali polmonite, encefalite e miocardite anche in soggetti adulti sani. La prevenzione viene esercitata proprio tramite il vaccino. In Italia tutti i vaccini antinfluenzali vengono autorizzati dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) e dall’ EMA (Agenzia Europea per i Medicinali).

Una premessa: i virus influenzali, quali sono e tipologie

I virus influenzali che circolano in tutto il mondo e che alle nostre latitudini presentano picchi epidemici proprio durante l’inverno, sono virus respiratori perché interessano le vie aeree superiori (naso e gola) o inferiori (bronchi e polmoni) e si trasmettono per inalazione di goccioline respiratorie infette da un individuo all’altro. Il periodo di incubazione è solitamente di 2 giorni, ma può variare da 1 a 4 giorni. Appartengono alla famiglia Orthomixoviridae e, da quando nel 1933 fu isolato il primo virus influenzale nell’uomo, ne sono stati classificati quattro tipi: il virus tipo A e il virus tipo B, principali responsabili dei sintomi influenzali, il tipo C quasi sempre asintomatico e il tipo D per il quale il meccanismo di infezione non è ancora chiaro.

In questa stagione in Italia circolano soprattutto virus di tipo A e una piccola quota di tipo B. I ceppi A vengono codificati per convenzione con le lettere H e N (ad esempio H1N1, H3N2) corrispondenti alle iniziali di due proteine che caratterizzano la superficie di questi patogeni, l’emagglutinina (HA) e la neuramminidasi (NA). I ceppi dei virus influenzali hanno la caratteristica di subire continue variazioni nel tempo e per questo ogni anno i vaccini vanno aggiornati e riformulati. In base a quanto già riscontrato nei mesi scorsi nell'emisfero australe dove l' influenza stagionale è già passata, i sintomi che ci si potrà attendere da questa ondata influenzale sembrano essere piuttosto severi.

Cos’è il vaccino antinfluenzale, quando si può fare e la composizione

Nel mese di febbraio di ogni anno, l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) fornisce le indicazioni sulla corretta composizione dei vaccini antinfluenzali per la stagione successiva (per esempio, a febbraio 2024 è stata definita la formulazione del vaccino per la stagione 2024/2025). Successivamente, il Ministero della Salute, sulla base delle indicazioni fornite dall'OMS, emana una Circolare di aggiornamento per il controllo dell’influenza stagionale. Quest’anno sono stati raccomandati vaccini così detti trivalenti, composti cioè da due nuovi ceppi di tipo A e da un nuovo ceppo di tipo B (per gli addetti ai lavori, i tre componenti del vaccino attuale sono codificati come : A/Victoria/4897/2022 (H1N1) pdm09-like virus, A/Thailand/8/2022 (H3N2)-like virus e B/Austria/1359417/2021-like virus).

Il vaccino si può fare dal mese di ottobre 2024 e si può fare in tutto il periodo autunnale fino al termine della stagione influenzale. Una sola dose di vaccino è sufficiente e sono consigliate due dosi solo per i bambini al di sotto di 9 anni di età. La copertura antinfluenzale del vaccino ovviamente non dà la certezza assoluta di non ammalarsi sostanzialmente per tre ordini di motivi:

  • il vaccino impiega circa due settimane per essere pienamente attivo e in quel lasso di tempo si resta parzialmente vulnerabili al virus;
  • i virus dell’influenza subiscono frequenti mutazioni e può accadere che si verifichi una minima differenza tra i ceppi utilizzati per i vaccini e i patogeni in circolazione;
  • a volte gli anziani sviluppano meno anticorpi rispetto ai giovani dopo la somministrazione del vaccino e quindi possono ammalarsi sebbene in forma più lieve.

Va detto che i vaccini in sé non possono essere assolutamente responsabili della malattia influenzale.

Come funzionano i vaccini

I vaccini hanno il compito di simulare l’attacco di un organismo patogeno (virus o batteri capaci di provocare una malattia) in modo da attivare le nostre difese immunitarie, senza però provocare la malattia. I vaccini sfruttano il principio della “memoria” che sviluppa un organismo in seguito ad un’infezione. Quando infatti un patogeno riesce a penetrate nel nostro organismo, una serie di cellule distribuite in vari distretti del corpo, chiamate linfociti, lo intercettano, lo neutralizzano attraverso la produzione di anticorpi e poi mettono in circolazione “cellule memoria” che in caso di nuovo attacco dello stesso “invasore” sono in grado di ricordarlo e di attivare una risposta immunitaria secondaria, molto più rapida ed efficace della prima.

Il vaccino, essendo un preparato ottenuto modificando lo stesso organismo patogeno in modo da renderlo innocuo, una volta somministrato al paziente è in grado di innescare la risposta immunitaria lasciando in circolo cellule memoria in modo che, in caso di infezione vera e propria, gli anticorpi riconosceranno il nemico e saranno in grado di neutralizzarlo in breve tempo. I vaccini possono essere prodotti da virus o batteri vivi ma “attenuati” (che hanno perso quindi la capacità di provocare la malattia), possono essere completamente “inattivati” (quindi uccisi ma con struttura ancora intatta) o possono essere porzioni di patogeni (per esempio proteine di superficie del virus o del batterio ottenute con tecniche di ingegneria genetica). In particolare possono essere ottenuti con la tecnologia del DNA ricombinante che si basa sulla produzione in laboratorio di una proteina specifica di un agente infettivo. Attualmente sono in commercio vaccini antinfluenzali sia di tipo inattivato, sia attenuato, sia a DNA ricombinante.

A chi si consiglia di vaccinarsi contro l’influenza

La vaccinazione antinfluenzale può essere somministrata dal medico di base oppure dai Servizi di Vaccinazione delle ASL. Ad alcune categorie di persone il vaccino antinfluenzale è fortemente raccomandato e in particolare alle persone anziane, alle donne in gravidanza, nonché alle persone con patologie che aumentano il rischio di complicazioni in caso di influenza. E’ consigliata anche gli operatori sanitari e ad alcuni lavoratori dei servizi essenziali per non mettere a rischio gli ospedali o determinate attività nei momenti più critici. Una specifica Raccomandazione del Consiglio dell'Unione Europea suggerisce agli Stati Membri di raggiungere una copertura vaccinale contro l’influenza stagionale del 75% degli anziani e delle persone con particolari patologie.

A molte categorie il vaccino è somministrato gratuitamente, in particolare a persone di età pari o superiore a 60 anni, donne in gravidanza, persone affette da una serie di patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza, familiari conviventi con queste persone, bambini sani nella fascia di età tra 6 mesi e 6 anni compresi, personale sanitario, Forze di polizia, Vigili del fuoco, donatori di sangue, allevatori, macellatori e veterinari pubblici.

Eventuali effetti indesiderati

È possibile che dopo la somministrazione del vaccino si verifichi qualche effetto indesiderato di tipo locale, come gonfiore e rossore nella zona dell’iniezione, oppure di tipo sistemico come febbre e dolori muscolari. Per quanto concerne invece le specifiche precauzioni o le controindicazioni, queste sono riportate nel foglietto illustrativo del singolo prodotto e indicazioni vanno fornite dal medico o dal Centro di Vaccinazione in base alla fascia di età e alle caratteristiche del paziente.

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