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18 Marzo 2024
17:41

Equinozio di primavera 2024: cos’è, quando cade e cosa significa

Il 20 marzo 2024 alle ore 4:06 avverrà l'equinozio di primavera, che dà ufficialmente il via alla bella stagione. Ecco cosa accedrà dal punto di vista astronomico.

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Equinozio di primavera 2024: cos’è, quando cade e cosa significa
equinozio primavera 2024 20 marzo

La primavera comincerà ufficialmente mercoledì 20 marzo 2024 alle 4:06 del mattino (ora italiana) nell'emisfero boreale. Questo è infatti l'istante esatto in cui avverrà l'equinozio di primavera 2024, uno dei due momenti durante l'anno in cui il dì e la notte hanno la stessa durata in tutto il pianeta: il giorno avrà 12 ore di luce e 12 ore di buio in ogni punto della Terra. L'altro momento dell'anno in cui si verifica questo fenomeno è l'equinozio d'autunno, che nel 2024 cadrà il 22 settembre alle 14:43 italiane. Attenzione: l'equinozio non è un giorno, come spesso si pensa, ma un singolo istante (quello in cui il Sole attraversa l'equatore celeste): ecco perché oltre alla data ha anche un orario preciso! L’equinozio di primavera si chiama così solo per noi nell'emisfero boreale, dove segna l'inizio della primavera; nell'emisfero australe invece è l'opposto, dal momento che questa data segna l'inizio dell'autunno mentre l'equinozio di settembre dà inizio alla primavera.

Il significato astronomico dell'equinozio di primavera

Il termine equinozio deriva dal latino aequa nox, letteralmente “notte uguale”, proprio a indicare il fatto che la notte dura 12 ore esattamente come il dì. Questo si verifica ogni giorno dell'anno all'equatore, ma gli altri giorni dell'anno dì e notte hanno durate diverse per via dell'inclinazione dell'asse terrestre rispetto al piano dell'orbita della Terra. Se l'asse fosse sempre perpendicolare al piano orbitale, ogni dì durerebbe 12 ore e sarebbe equinozio tutto l'anno!

Invece, l'asse terrestre è inclinato di 23°27′ rispetto alla perpendicolare al piano orbitale, e dunque anche l'equatore celeste (cioè la proiezione dell'equatore terrestre nella sfera celeste) è inclinato di 23°27′ rispetto al piano orbitale. Questo significa che il Sole, man mano che la Terra si muove lungo la sua orbita, si trova sopra o sotto l'equatore celeste. Tecnicamente i due equinozi sono i momenti in cui il Sole attraversa l'equatore celeste nel suo moto apparente durante l'anno. Pertanto, nei due equinozi il Sole raggiunge lo zenit all'equatore: se ci trovassimo lì a mezzogiorno il Sole si troverebbe esattamente sopra di noi e gli oggetti non proiettano ombre. Ai due Tropici i raggi solari raggiungeranno un'altezza di 66°33′ rispetto all'orizzonte, e ai Circoli Polari di 23°27′.

equinozio d'autunno
Inclinazione dei raggi solari durante l’equinozio di primavera. Credits: Nicole Pillepich.

Per chi vive nell'emisfero boreale, come noi, il Sole attraversa l'equatore “dal basso verso l'alto”: nel nostro emisfero la durata del dì si sta infatti allungando sin dal solstizio d'inverno (caduto il 22 dicembre 2023) e continuerà a farlo fino al solstizio d'estate (che cadrà il 20 giugno 2024). Al contrario per l'emisfero opposto, dove la durata del dì sta diminuendo dal solstizio d'inverno per raggiungere il suo minimo nel solstizio d'estate.

Dal punto di vista geometrico, la geometria dell'equinozio comporta che il Sole sorge esattamente a est e tramonta esattamente a ovest: gli equinozi sono gli unici due giorni dell'anno in cui questo accade. Inoltre, il terminatore (la linea immaginaria che separa la metà della Terra illuminata dal Sole da quella in cui è notte) passa per i poli terrestri. Questo significa che il Polo Nord tornerà a vedere la luce del dì dopo il lungo inverno artico e, al contrario, al Polo Sud il Sole transiterà sotto l'orizzonte dando inizio alla lunga notte antartica.

equinozio primavera grafico
Credits: Lillorizzo, Wikipedia.

La data e l'ora dell'equinozio di primavera 2024

Nell'immaginario comune il primo giorno di primavera è proprio il giorno dell’equinozio, ma in realtà come abbiamo anticipato, l'equinozio dura un solo istante. Per la precisione nel 2024 l’equinozio di primavera cadrà il 20 marzo alle ore 4:06 del mattino (ora italiana).

Perché l'equinozio di primavera 2024 non cade il 21 marzo

Una domanda che molti possono farsi è: perché la primavera quest'anno comincia il 20 marzo, se a scuola ho imparato che comincia il 21 marzo? In realtà questo è un falso mito: l'ultima volta che l'equinozio cadde il 21 marzo fu nel lontano 2007. La data degli equinozi (e dei solstizi) può variare entro un intervallo di un paio di giorni per vari motivi, tra cui il fatto che l'anno solare non dura esattamente 365 giorni ma un po' di più: circa 365,25 giorni. Questo piccolo scarto si accumula nell'arco di 4 anni prima di venire compensato dall'aggiunta del 29 febbraio negli anni bisestili.

Il luogo comune che vede gli equinozi cadere il 21 di marzo e settembre ha origine nel fatto che un tempo si insegnava che tutte le stagioni cominciassero quel giorno. In realtà le stagioni cominciano ufficialmente nei solstizi e negli equinozi, che variano di anno in anno. Le stagioni meteorologiche, invece, durano un trimestre esatto che comincia il 1° di marzo, giugno, settembre e dicembre).

I riti e le celebrazioni associati all'equinozio di primavera

È impossibile – per chi vive nell'emisfero boreale – non associare questa data astronomica con il risveglio della natura primaverile. Ecco quindi che l'equinozio di primavera è legato a doppio filo, sin dai tempi antichi, a una precisa simbologia della rinascita.

Basti pensare alla nostra Pasqua, di cui è evidente ancora oggi il significato legato alla rinascita, la cui data viene calcolata proprio a partire dall'equinozio di primavera. In Giappone il giorno di inizio della primavera si festeggia con lo Shunbun, in cui visitano le tombe dei familiari. Anche in Egitto il primo giorno di primavera è una festività nazionale: una tradizione che deriva dalla festa Sham el Nessim celebrata dagli antichi Egizi.

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Filippo Bonaventura
Content editor coordinator
Laureato in Astrofisica all’Università di Trieste e ha conseguito un Master in Comunicazione della Scienza presso la SISSA di Trieste. È stato coordinatore della rivista di astronomia «Le Stelle», fondata da Margherita Hack. Insieme a Lorenzo Colombo e Matteo Miluzio gestisce il progetto di divulgazione astronomica «Chi ha paura del buio?». Vive e lavora a Milano.
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