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11 Luglio 2024
12:38

Eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., ricostruiti i terremoti che a Pompei causarono vittime

Un nuovo studio ha rivelato che nel 79 d.C., durante l'eruzione del Vesuvio, i cittadini di Pompei morirono non solo per le conseguenze dell'attività vulcanica ma anche per le scosse sismiche associate.

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Eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., ricostruiti i terremoti che a Pompei causarono vittime
calchi pompei non veri
I calchi delle vittime dell’eruzione del Vesuvio a Pompei.

La catastrofica eruzione esplosiva del Vesuvio che nel 79 d.C. distrusse Pompei con devastanti flussi piroclastici fu accompagnata anche da terremoti. Ad affermarlo un nuovo studio realizzato dall’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) in collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei, secondo cui durante l’eruzione anche i sismi legati all’attività vulcanica contribuirono in modo significativo a radere al suolo Pompei e a determinare la morte dei suoi abitanti – anche se al momento non è stato possibile stimare con precisione la loro magnitudo. I ricercatori sono giunti a questa conclusione dopo aver analizzato le tracce dei danni sugli edifici e dei crolli sugli scheletri di due individui ritrovati durante recenti scavi.

Lo studio ha preso in considerazione i resti scheletrici emersi durante recenti lavori di messa in sicurezza delle scarpate nell’Insula dei Casti Amanti, all’interno del Parco Archeologico di Pompei. Archeologi e antropologi hanno individuato sugli scheletri fratture dovute a traumi da schiacciamento e ne hanno esaminato il numero e la gravità. Nell’area sono state compiute inoltre analisi di carattere vulcanologico sui sedimenti che si sono depositati durante le varie fasi dell’eruzione. È stato poi fondamentale esaminare in modo accurato i danni strutturali riportati dagli edifici: questi, infatti, spesso sono mascherati dagli effetti delle eruzioni sulle costruzioni. L’integrazione dei vari tipi di analisi effettuate nell’area è stata fondamentale per evidenziare gli effetti distruttivi e mortali dei sismi durante l’eruzione.

scavi archeologici di pompei

I cedimenti individuati nelle strutture in muratura, in base alle loro caratteristiche, sono stati attribuiti con certezza a fenomeni sismici. Allo stesso tempo, i gravissimi traumi da schiacciamento riscontrati sugli scheletri sono risultati compatibili con quelli che si individuano su persone coinvolte nei crolli durante i terremoti.

I dati vulcanologici e stratigrafici hanno anche permesso di ricostruire con precisione quando si sarebbero verificati i terremoti. A una prima fase, in cui si sviluppò una colonna eruttiva alta 25 km accompagnata da una pioggia di pomici, ne seguì una seconda in cui una parte del vulcano iniziò a sprofondare formando una caldera. I dati indicano che i crolli strutturali, e quindi le scosse sismiche, sono avvenuti all’inizio della fase di formazione della caldera. Anche le lettere di Plinio il Giovane, che ha assistito all’evento, testimoniano i terremoti.

Lo studio ha mostrato, tra l’altro, che durante le grandi eruzioni esplosive le conseguenze dei sismi possono essere significative anche ad alcuni kilometri di distanza dal vulcano.

Per determinare con maggiore precisione in che misura i sismi hanno contribuito a rendere l’evento distruttivo saranno necessari ulteriori studi di carattere vulcanologico, archeosismologico e paleopatologico.

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