Fino ad oggi si credeva che l‘eruzione del Vesuvio del 79 d.C. – quella che travolse Pompei, per intenderci – fosse avvenuta tra il 24 e il 25 agosto, come riportato anche da Plinio il Giovane nei suoi scritti. In realtà una nuova ricerca multidisciplinare pubblicata il 13 giugno 2022 sulla rivista Earth-Science Review e realizzata da INGV in collaborazione con CNR e altri enti di ricerca, ha dimostrato come questo evento si sia verificato molto probabilmente ben due mesi dopo, cioè tra il 24 e il 25 ottobre dello stesso anno. Questo studio non solo ha permesso di datare con precisione quest'eruzione pliniana ma anche di ricostruirne le singole fasi, dall'inizio dell'evento fino alla deposizione delle ceneri in Grecia.
L'eruzione del 79 d.C. cambia data
Già da diverso tempo si supponeva che le date di agosto non fossero verosimili, soprattutto a causa dei ritrovamenti a Pompei di frutta tipicamente autunnale e di tuniche pesanti indossate dagli abitanti. Lo studio ha correlato questo dato con altre prove, come un'iscrizione in carboncino trovata recentemente sul muro di un edificio che faceva riferimento a una data, il 17 ottobre, o al ritrovamento di monete dell'Imperatore Tito coniate nel settembre di quell'anno.
Oltre a queste prove si aggiungono anche tutta una serie di lettere e documenti di commentatori dell'epoca che confermano il 24-25 ottobre come date – quindi è molto probabile che l'eruzione si sia verificata proprio in quei giorni. A tal proposito, queste le parole del ricercatore Mauro A. Di Vito:
L’articolo parte dalla ridefinizione della data dell’eruzione, che sarebbe avvenuta nell’autunno del 79 d.C. e non il 24 agosto come si è ipotizzato in passato, e prosegue con l’analisi vulcanologica di siti in prossimità del vulcano per poi spostarsi progressivamente fino a migliaia di chilometri di distanza, dove sono state ritrovate tracce dell’eruzione sotto forma di ceneri fini.
Lo studio sulle fasi dell'eruzione
L'importanza dello studio non è legata solo alla ridefinizione della data ma anche nell'essere riuscito a fornire una ricostruzione molto più precisa dell'evento eruttivo. Gli autori infatti hanno identificato 8 fasi principali e, per ciascuna, ne hanno delineato le caratteristiche: la prima, ad esempio, ha dato vita a una colonna altra fino a 8 km che ha causato il riversamento di materiale piroclastico in tutta la zona. Complessivamente le ceneri dell'eruzione raggiunsero la Grecia e la caldera, collassando, diede poi vita ad altri fenomeni come colate di fango e flussi piroclastici molto densi.
Stando a quanto riportato dagli autori, questo è di estrema importanza per "migliorare l’applicabilità di modelli previsionali, dai fenomeni precursori all’impatto dei vari processi eruttivi e deposizionali, ma potrà anche contribuire a ridurre la vulnerabilità delle aree e delle numerose infrastrutture esposte al rischio vulcanico, non solo in prossimità del vulcano, ma – come ci insegna questo evento – anche a distanza di centinaia di chilometri da esso”.
Bibliografia
Doronzo, Domenico M., et al. "The 79 CE eruption of Vesuvius: A lesson from the past and the need of a multidisciplinary approach for developments in volcanology." Earth-Science Reviews (2022): 104072.